Centrale a carbone di Fianona tensione fra Hep e giapponesi
POLA. Clima teso fra il governo croato e l'azienda elettrica di stato Hep da una parte e il colosso energetico giapponese Marubeni dall'altra sulla costruzione della contestata centrale a carbone Fianona 3. La Marubeni lo ricordiamo è l'investitore prescelto tramite concorso internazionale. La firma del contratto di costruzione inizialmente annunciata per il primo trimestre del 2015, slitta di 4–5 mesi.
La direzione della Hep ha chiarito al quotidiano Glas Istre che si tratta di un'operazione molto complessa e che comunque vengono compiuti progressi della definizione dei parametri commerciali e tecnici: «Lavoriamo intensamente-chiarisce Hep- nella preparazione del contratto che sarà pronto entro il terzo trimestre dell' anno». Tuttavoa, secondo alcune fonti ufficiose molto attendibili, ci sarebbero delle divergenze su un punto chiave dell'intero progetto: il prezzo della corrente elettrica fornita dalla Fianona 3 che la Hep dovrà acquistare dalla Marubeni in cambio dell'investimento stimato tra 800 milioni e un miliardo di euro. Stando a rumors di mercato il prezzo proposto dalla Marubeni sarebbe di quasi il doppio superiore a quello di mercato, quindi molto alto anche tenendo conto dell'ammortamento dell' investimento. Inoltre il prezzo definito rimarrà fisso per un lungo periodo. Sarebbero questi i punti sui quali le due parti rimangono molto distanti. Sciolti questi nodi il contratto potrebbe essere firmato in agosto e settembre per cui i lavori potrebbero iniziare subito dopo. Dal momento dell'apertura del cantiere, la centrale dovrà venir costruita al massimo in 4 anni e mezzo. In base al cosiddetto contratto Ppa (Power purchase agreement) la Hep avrà l'obbligo di acquistare metà della corrente elettrica prodotta, l'altra metà sarà piazzata sul libero mercato. Il rovescio della medaglia dell'intero progetto riguarda l'aspetto ecologico: gli ambientalisti avvertono che nei 40 anni di attività la centrale avrà un impatto ambientale pesante a causa dell'emissione nell'atmosfera di 300 tonnellate di diossido di carbonio all' ora. Un aspetto che pero' paradossalmente non sembra preoccupare più di tanto la popolazione dell'area considerato che al referendum consultivo contro il carbone del marzo scorso, l'affluenza alle urne era stata solo del 37%. p.r.
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