Centinaia di “sture”morte sulla spiaggia
GRADO. Sono tornate le “sture”, molluschi bivalvi scientificamente noti come “pinna nobilis”. Dopo anni ci sono di nuovo in gran numero, ma morte. Solo i gusci. Dalle più piccole lunghe (7-8 centimetri) a quelle decisamente più grandi, che arrivavano fino 60 centimetri di lunghezza.
Il motivo, spiegato dai gradesi che hanno a che fare col mare, è uno solo: il freddo e il gelo di febbraio. Quell’ondata climatica polare che, a distanza di tempo, ogni tanto, fa venire a galla non solamente pesce morto ma anche molluschi e crostacei.
La “stura”, conosciuta in qualche parte d’Italia anche come “nacchera”, è da tempo protetta in quanto c’era il rischio di scomparsa totale a causa degli appassionati di pesca subacquea che ne facevano incetta. Non tanto per le sue carni, che in qualche zona costiera del nostro Paese si consuma in quanto in ogni caso commestibile, ma per la sua bellezza.
Camminare lungo il bagnasciuga della spiaggia della Costa Azzurra ieri mattina significava trovarsi davanti a uno spettacolo davvero incredibile: centinaia di “sture” finite sulla spiaggia. In poco tempo tante sono sparite, non riportate in mare dalla risacca ma per il fatto che la gente se le è portate via.
L’interno di queste grandi “conchiglie”– così le ha definite qualche gitante – che normalmente non si trovano sulla battigia, è di tipo madreperlaceo. Un particolare che ha lasciato stupiti molti turisti.
Questo “ritorno”, sicuramente inaspettato, ha fatto sorgere una domanda: chissà se nei prossimi mesi, dopo tanto tempo, si troveranno numerosi come un tempo, ben vivi, anche i prelibati “mussoli”?”.
Un tempo le “sture” venivano utilizzate perlopiù nelle abitazioni dei gradesi come porta matite. Qualche volta intere, col doppio guscio piuttosto aperto, quasi sempre solo una delle due parti. Sono davvero splendide, ed essendo rare poiché protette, se ne vedevano davvero raramente in questi anni. Ogni tanto in mezzo alle reti da pesca ne finiva qualcuna, ma davvero rare.
In questi ultimi anni la “stura” è stata spesso utilizzata anche come contenitore di suggestivi presepi. Nelle ultime rassegne gradesi tre sono state le “sture” in esposizione: un presepe proposto da Grado Voga con Cristiano Peroni, che ha colpito anche per l’effetto luci, un altro proposto dagli Amici del presepe di Trieste e un altro ancora realizzato dal gradese Pietro Longo.
Questa moria di “sture” riporta anche all’incredibile strage di orate e branzini che a febbraio ha colpito le valli da pesca e i canali della laguna.
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