Centinaia di firme per la cittadinanza alla senatrice Segre

Al via sul sito del Piccolo la petizione a sostegno della sopravvissuta ai lager Opposizioni all’attacco per lo stop all’istanza in aula
La senatrice a vita Liliana Segre accompagnata da due uomini della scorta davanti al Teatro alla Scala, Milano, 7 Novembre 2019. ANSA/ CLAUDIA GRECO
La senatrice a vita Liliana Segre accompagnata da due uomini della scorta davanti al Teatro alla Scala, Milano, 7 Novembre 2019. ANSA/ CLAUDIA GRECO

TRIESTE Cittadinanza onoraria alla senatrice Liliana Segre? Nei giorni in cui la maggioranza in Consiglio comunale dà lo stop alla mozione che la propone, Il Piccolo propone sul suo sito una raccolta di firme a favore dell’onorificenza, divulgando l’appello lanciato da Franco Del Campo proprio su queste pagine.

In tanti ieri hanno firmato la petizione, oltre 260 persone nella prima giornata, e tra questi c’è anche il consigliere comunale di Forza Italia Bruno Marini. nella mattinata di mercoledì le firme avevano già superato quota 550.

Un caso, anche perché nel racconto delle opposizioni è stata proprio Forza Italia, lunedì sera in aula, a farsi carico dello stop alla mozione del centrosinistra che proponeva la cittadinanza onoraria per la parlamentare sopravvissuta ai campi di sterminio, oggetto oggi di una campagna d’odio antisemita online e non solo.

Commenta la capogruppo pentastellata Elena Danielis: «Noi abbiamo votato l’urgenza perché è un argomento di questi giorni, più attuale non c’è. Se avevano osservazioni formali da fare, si poteva fare un emendamento. Così si lancia un brutto segnale».

La consigliera dei Cittadini Maria Teresa Bassa Poropat torna sulla vicenda. Secondo la civica, ex presidente provinciale, quanto avvenuto in aula «è semplicemente la brutta copia di quanto accaduto a livello nazionale con il voto di astensione di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia all’istituzione della Commissione proposta dalla senatrice Segre». Bocciarne l’urgenza, aggiunge, «significa discuterla fra un anno o due»: «Ecco perché in questo caso il problema non è di forma, facilmente emendabile, ma di sostanza».

Così il dem Giovanni Barbo: «Chi continua a negare che ci sia un problema o ha qualche difetto di comprensione della realtà o è in malafede». —


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