Cena “clandestina” in zona rossa, ecco perché è stata chiusa per due giorni la pizzeria Calò di Trieste
TRIESTE Erano seduti al tavolo come se nulla fosse, peccato che il ristorante non avesse nessuna convenzione per il servizio mensa. Tre persone, lavoratori in trasferta, e il titolare della pizzeria Calò sono stati multati, e il locale chiuso per due giorni, dalla Polizia di Stato per aver infranto le norme anti pandemia che vietano le consumazioni all’interno dei locali pubblici se in zona rossa.
La divisione della Polizia amministrativa e sociale della Questura di Trieste ha effettuato i consueti controlli nella serata di giovedì. Arrivati in Riva Nazario Sauro all’altezza del Salone degli Incanti hanno notato tre persone che stavano consumando la cena all’interno della pizzeria Calò. Entrati, gli agenti hanno chiesto spiegazioni ma la versione del titolare dell’esercizio commerciale non è bastata e quindi sono state elevate quattro multe oltre alla chiusura dell’esercizio per due giorni. La Questura ha reso noto che il locale era già stato sanzionato in passato per alcune violazioni simili. Il servizio mensa è regolarmente autorizzato dall’articolo 46 del decreto legge del 2 marzo 2021. La norma impone però che venga sottoscritto a monte un contratto tra l’esercente e il datore di lavoro che deve indicare anche il personale che usufruirà del servizio. Possono fare da mense anche i locali che non hanno i codici ateco specifici a patto però che vi sia un contratto, non sottoscritto al momento, con una impresa e non può essere fatto con i liberi professionisti. Durante il pranzo o la cena devono essere rispettati i protocolli con distanziamento e igienizzazione. I tre, si apprende da fonti della Polizia, erano peraltro regolamento alloggiati in un hotel e quindi avrebbero potuto usufruire sia del ristorante interno della struttura o, in alternativa, del delivery.—
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