Cellulari facili all'Ass, ispezione della Corte dei conti
Il magistrato Zappatori: "Accerteremo se vi sono irregolarità nella gestione delle schede"
Un’inchiesta per accertare eventuali irregolarità nella distribuzione delle Sim e dei cellulari di servizio. L’ha avviata la Procura della Corte dei conti, intenzionata a fare piena luce sul ”caso telefonini” scoppiato rumorosamente all’interno dell’Azienda sanitaria dopo il duro richiamo lanciato del Collegio dei revisori ai vertici dell’Ass. Vertici, rivelano fonti interne all’azienda, rimasti spiazzati e profondamente amareggiati dall’iniziativa della magistratura contabile. Al punto che, appena appresa la notizia dell’indagine, il direttore Franco Rotelli, esasperato da quello che considera l’ennesimo tentativo di mettere in croce e screditare il suo operato, avrebbe annunciato l’intenzione di dimettersi su due piedi dall’incarico, in scadenza appena a febbraio (ne riferiamo nell’articolo in basso ndr).
La conferma dell’apertura del fascicolo sull’affaire cellulari arriva direttamente dal procuratore Maurizio Zappatori. «L’inchiesta è stata avviata solo da pochi giorni e sta per partire la richiesta di istruttoria - spiega -. Le ispezioni entreranno nel vivo quindi nelle prossime ore e serviranno ad approfondire la gestione delle utenze telefoniche aziendali. Quella di distribuire cellulari di servizio è una prassi diffusa in molte realtà. In questo caso però esiste la possibilità, ovviamente al momento ancora tutta da accertare e dimostrare, che siano state compiute delle irregolarità nell’assegnazione di schede e apparecchi. Se così fosse, si configurerebbe il danno erariale».
L’inchiesta non prende le mosse da un esposto dei revisori dei conti dell’Azienda sanitaria ma, lascia intuire Zappatori, nasce come un’iniziativa squisitamente autonoma della Procura della Corte dei conti, evidentemente insospettita dalla facilità con cui gli addetti dell’Ass, finora, si sono visti concedere cellulari aziendali. Al momento ne girano 893: un numero consistente se si pensa che i dipendenti dell’Ass sono circa 1200. A questi, in realtà, vanno aggiunti anche i medici di medicina generale e gli specialisti che, pur non essendo inseriti nella pianta organica dell’azienda, operano in regime di convenzione.
Analizzando però il report stilato dalla dirigenza subito dopo l’appello dei sindaci a ridurre i costi per la telefonia mobile, ci si accorge di quanto poco sui numeri complessivi incidano dottori di famiglia e guardia medica. Delle 893 Sim attualmente in dotazione, infatti, solo 118 sono finite nelle mani dei medici di medicina generale. Centoquarantré sono state assegnate a dirigenti medici, mentre la fetta decisamente più consistente della torta - ben 420 apparecchi - risulta appannaggio del personale sanitario. A girare con il telefonino aziendale insomma è un piccolo esercito di infermieri, tecnici di reparto, impiegati amministrativi. Persone che, pur non ricoprendo incarichi di vertice e non svolgendo mansioni per le quali è richiesta la costante reperibilità, sono stati ugualmente inseriti nell’elenco dei ”fortunati” ai quali è stata riconosciuta la possibilità di ottenere il cellulare di servizio e effettuare chiamate, teoricamente solo per motivi e in orario di lavoro, a spese dell’Azienda territoriale.
Spese che, nel 2008, hanno raggiunto complessivamente quota 530 mila euro. Troppo secondo il Collegio dei revisori, che ha quindi invitato Rotelli e colleghi a metter fine alla stagione delle Sim ”facili” e produrre entro fine mese un piano di razionalizzazione delle utenze. Troppo, evidentemente, anche per la Corte dei Conti pronta ora a passare al setaccio carte e documenti dell’Ass con l’obiettivo di smascherare eventuali ”leggerezze” nell’attribuzione di quelli che, in linea teorica, dovrebbero essere strumenti di lavoro riservati a quanti, per ragioni di servizio, non ne possono davvero fare a meno.
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