Cedas, il restyling della casa dei pescatori

Il progettista Bucher: «Innanzitutto mettiamo in sicurezza la struttura». Forse un locale in futuro
Lasorte Trieste 13/01/14 - Barcola, Viale Miramare, Lavori Edificio
Lasorte Trieste 13/01/14 - Barcola, Viale Miramare, Lavori Edificio

Il cantiere non può certo passare inosservato: un po' per la sua collocazione nel bel mezzo della passeggiata sul lungomare barcolano, un po' per le caratteristiche decisamente particolari del sito in questione. Stiamo parlando dell'edificio in pietra arenaria situato al numero 291 di viale Miramare, esattamente di fronte al porticciolo del Cedas: una struttura in completo stato di abbandono ormai da più di trent'anni, ma che custodisce un passato ricco di storia. Alla fine del 2012, in seguito a un'ordinanza del Comune, sono iniziati i lavori per il recupero edilizio dell'area che vengono eseguiti a lotti: proprio in questi giorni le macchine scavatrici sono tornate all'opera, mentre una squadra di operai sta intervenendo all'interno della struttura.

La zona è completamente cantierizzata: la costruzione si sviluppa su due piani, per una metratura totale di circa 120 metri quadrati, cui si aggiunge un'ampia area esterna. I lavori riguardano principalmente la messa in sicurezza del sito, vittima nel corso di questi anni di cedimenti strutturali, in particolare del crollo di parte del tetto, ma non ci sono certezze al momento su quale potrebbe essere la destinazione del luogo. La sensazione però è che si possa pensare in futuro alla creazione di un'area commerciale, mentre nell'ampio spazio esterno potrebbe essere ricavata tutta una serie di parcheggi.

«Le opere riguardano essenzialmente la messa in sicurezza della struttura - spiega Mario Bucher, progettista e direttore dei lavori -. Siamo già intervenuti sul tetto con il rifacimento del solaio, adesso ci stiamo concentrando sul consolidamento dei muri perimetrali: nulla però è stato ancora deciso riguardo alla destinazione d'uso del sito».

A commissionare l'intervento di recupero edilizio è stata la Shadey srl, società di capitale che si occupa della locazione immobiliare di beni propri o in leasing, mentre la ditta che sta eseguendo i lavori è la Edil Alpi di Arta Terme.

Se rimane incerto il futuro dell'area, la stessa cosa non si può dire per il passato della struttura, che ha scritto pagine importanti della storia di Trieste. La costruzione infatti, della quale è conservata ancora integra la facciata esterna, nel corso dell’Ottocento faceva parte della batteria di fortificazioni allestite dall'esercito austro-ungarico che avevano il compito di proteggere la città e il suo porto. Una sorta di vero e proprio presidio militare: a testimonianza di questo si notano ancora le caratteristiche finestrelle adibite al posizionamento delle armi usate a difesa del porticciolo, mentre spicca, incastonata nel mezzo della facciata principale, una raffigurazione della “Madonna con Bambino”.

Successivamente la struttura si trasformò nella cosiddetta “Casa dei pescatori”: un luogo adibito a dimora e deposito delle reti e dei vari materiali a disposizione degli uomini di mare triestini. Poi gli anni dell'abbandono e del degrado, cui ora potrebbe seguire una nuova rinascita.

Pierpaolo Pitich

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