C'è vita a Trieste - «Sono una ricercatrice franco-italiana e non mi dispiace dover passare la quarantena in questa città, perchè qui la gente è più disciplinata»

C'è vita a Trieste, nonostante le restrizioni imposte dalle norme per contenere la diffusione del coronavirus, che stanno cambiando la vita di tutti noi. Ecco chi ha voluto raccontare la propria esperienza, il proprio quotidiano della quarantena nelle giornate da "zona rossa". QUI TUTTE LE ALTRE PAGINE DEL DIARIO e QUI IL LINK CHE VI SPIEGA COME FARE PER MANDARCI I VOSTRI TESTI
Controlli di esercito e forze dell'ordine oggi (sabato 21 marzo) a Trieste (Foto Massimo Silvano)
Controlli di esercito e forze dell'ordine oggi (sabato 21 marzo) a Trieste (Foto Massimo Silvano)
GIORNO 9 - 19 MARZO
 
È quasi l'ora del pranzo quando mi sento chiamare da Cuoricino: "Vieni sul balcone a guardare, ne vale la pena! Guarda oltre il cortile, nel cortile accanto: c'è uno che come un forsennato sta pedalando su una vecchia ciclette, che deve avere riesumato." Proprio così: anche qui da noi, il nostro cortile interno - un manto erboso - è frequentato come mai era accaduto prima, da chi fa ginnastica o da qualche genitore che fa dei tiri di pallone al figlio, mai più di 3 persone alla volta comunque, sempre rispettando il metro di sicurezza. Bisogna imparare quanto prima ad adeguarsi alle nuovi abitudini imposte dall'era del Grande Morbo. Seduto a tavola, in questo momento, il mio pensiero va a tutti i bruscandoli non colti sul Carso: pazienza! Sono frittate rimandate all'anno che verrà... 
 
Alessandro Paronuzzi 
 
GIORNO 10 - 20 MARZO
 
Ho portato la ciclette fuori sul balcone e pedalo per 5 km davanti al mio piccolo giardino. Due soli narcisi bellissimi mi guardano quest’anno e mi sorridono. Sono al sole e sono contenti. Da almeno dieci giorni sono fioriti per donare gioia a me e a Nani. Nessun altro lì vede ORA, a differenza degli altri anni, quando qualche vicino veniva su a fare un giretto per ammirare i primi fiori, non solo narcisi, ma gli iberis, le primule degli anni precedenti, le violette bianche che hanno invaso il piccolo prato, e prima ancora i bucaneve. La scala che porta su all’orto è invasa dalla vinca minor tutta in fiore. Sono cinquanta gradini un po’ alti, un po’ bassi, un po’ storti, un po’ sconnessi. 
Due sabati fa siamo stati al parco di Miramare. Migliaia e migliaia di bulbi di narcisi erano spuntati nel parterre, tornato agli antichi splendori dopo anni di un vergognoso degrado. Si cominciava a vedere qualche macchiolina gialla. Chissà che splendore oggi !!! Sarà un meraviglioso tappeto giallo !!! 
MA NESSUNO LO PUÒ VEDERE E AMMIRARE !!!! 
Mi auguro di vedere qualche foto di tale meraviglia sul Piccolo o meglio un video , per allietare tutti noi chiusi nelle nostre case.
Io già me li immagino bianchi, bianchi col cuore giallo, gialli pallidi, gialli accesi, gialli col cuore rosso, sempi e doppi. 
 
Cesarina Gigni 
 
Sono franco-italiana con mia famiglia italiana a Bergamo (una mia zia deceduta dal coronavirus la settimana scorsa, 87 anni), mia madre a Nizza in Francia, mio padre in Brasile e uno dei miei fratelli in Giappone. In Giappone non fanno confinamento, in Brasile, hanno appena iniziato (e anche contro l'opinione del loro presidente), in Francia hanno pensato essere piu furbi degli italiani e il confinamento non è stretto e per ora solo per un paio di settimane. Sono molto contenta di vivere questa quarantena a Trieste, dove sembra che la popolazione sia piu disciplinata che in questi posti sopra nominati.
Personalmente, essendo una ricercatrice, ho l'abitudine di lavorare da casa e quindi vivo bene questa quarantena che è un sorgente di alta produttività siccome non siamo disturbati da nessuno, non ci sono piu congressi etc. Tra di noi, le collaborazioni non hanno smesso, ci sentiamo piu volte al giorno in modo telematico e anche con tutti i nostri colleghi internazionali.
A me piacerebbe fare una vera quarantena, cioè non dovere uscire per fare la spesa che renderebbe il processo molto piu efficace. Pero, ci sono file sempre piu lunghi ai supermercati e anche durante le ore di minore affluenza dovè c'è il rischio di contrattare il virus, e poi non tutti i riparti sono riforniti sempre. Mi spiego, se si va al supermercato una volta ogni due settimane, come sto provando a fare io, ma che arrivando li, i beni di prima necessità non ci stanno piu (es. farina, uova, frutta e verdura) allora questo costringe a tornare piu volte per rinfornirsi. Cio aumenta il rischio per i personale del supermercato che è sempre piu esposto di noi e anche per noi, perche dobbiamo uscire piu volte. Se i supermercati chiudessero durante le ora di pranzo, ci sarebbe possibilità di rinfornire i reparti vuoti per esempio.
Se uno va da solo non è che si puo portare via 50 kg di roba, specialmente per gli anziani, non è fattibile quindi anche questo costringe le personi ad uscire piu volte alla settimana. Ringrazio tantissimo il personale dei supermercati e farmacie ancora aperti perche loro si espongono ogni giorno a centinnaie di personi. Aggiungo che in Francia, hanno installato dei pannelli di PVC davvanti ad ogni cassa per limitare l'esposizione durante il pagamento tra il cassiere e i clienti. Questo potrebbe essere qualcosa di fattibile.
 
Florence Colleoni
 
GIORNO 11 - 21 MARZO
 
Sono le 7,45 e mi trovo già davanti al supermercato. In effetti sono un poco agitata e paurosa , è la prima uscita dopo ben 15 giorni a casa ,diventata intanto un guscio protettivo. Nel frattempo arriva una coppia. Ci alziamo subito la mascherina fino al naso. Ma ci salutiamo, ci sorridiamo e cominciamo a parlare delle nostre paure e angosce. Riconoscono in fretta la mia parlata semiemiliana. “Anche mia zia parlava così “ , dice la signora . Si parla subito della situazione di Cremona , della tragedia che sta vivendo. E io accenno all’ospedale da campo allestito in questi giorni da una ong americana nel grande parcheggio di fronte al Maggiore. Mi siedo sulla prima panchina delle tante messe a disposizione per le lunghe code. Intanto mi si accende una lampadina... Perché non approfittare del grande parcheggio ancora vuoto? Comincio a camminare a passo spedito . La lunghezza del supermercato è circa 100 m. Vado in fondo , inversione e torno indietro , 1 giro, 2 giri , 3 giri .... 10 giri ,1 km. 
Intanto la coda si allunga , ognuno non più a un metro di distanza , ma due o anche tre. Una volta entrata, al banco del pesce il signore da dietro la mascherina mi sorride con gli occhi : “Brava signora , l’ho vista prima di aprire . Ha fatto bene a camminare un po’ !! “. 
Alla fine il mio carrello e’ super pieno. Per altri 15 giorni non uscirò.
Bravi i dipendenti e le cassiere con la mascherina ! Anche loro sono in trincea tutto il giorno ..
RESTIAMO A CASA !!!!!
 
Cesarina Gigni
 
Questa mattina ho telefonato a mio cugino Enzo, che per età appartiene alla fascia più a rischio ed abita, ahi lui, a Bergamo. Mi racconta "Ci ritroviamo chiusi in casa, tra due giorni sarà un mese. Mia figlia ci porta la spesa una volta alla settimana. Qui dentro, per il momento non ci manca niente ed Emma ogni giorno si ingegna a cuocere una torta diversa. Io non mi annoio, metto ordine tra i miei scritti, i libri sono da sempre una compagnia. Però qui la situazione è drammatica, e quel che è peggio ancora non si vede la luce di uscita da questo tunnel".
 
Alessandro Paronuzzi 

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