C'è vita a Trieste "Lasciamoci ispirare dal mare, che non si lascia sconfiggere da ciò che sta accadendo nel mondo degli uomini"
GIORNO 26 - 5 APRILE
Mesta domenica delle Palme, con le chiese vuote e senza ulivi benedetti. Tacciono le campane. Cuoricino ed io, nella mattinata, abbiamo scambiato una lunga telefonata con il nostro amico don Riccardo. Solo un mese da - domenica 8 marzo- avevamo partecipato alla Santa messa a Domio per uscire dopo a pranzare insieme al ristorante, tutti i tavoli al completo: di lì a poco avrebbe avuto inizio l'era del Grande Morbo. Chi mai avrebbe potuto solo immaginare un così radicale cambiamento delle nostre abitudini! Su un gruppo WhatsApp ricevo questo messaggio da una cara amica: "Carissimi, eccomi qua a scrivervi per mettervi al corrente della mia situazione. È da qualche giorno che penso a come scrivere questa cosa, ma ve la dirò così come viene. È dal 7 marzo che sono a casa perché non stavo bene. Il 14 marzo sono andata al pronto soccorso, dove chiaramente mi hanno fatto il tampone...esito positivo al corona virus! Per fortuna adesso sto bene, sono asintomatica da parecchio ed in attesa dei risultati del terzo tampone. Chiaramente, visto che questa maledetta bestia non perdona, è positivo anche mio marito... Sta bene anche lui. Siamo in isolamento domiciliare controllati quotidianamente al telefono. Ora stanno aspettando la mia negatività per eventualmente isolarmi a Lazzaretto finché non si negativizzerà anche mio marito. Inutile dirvi con quale angoscia stiamo vivendo tutto ciò, ed il morale da qualche giorno è proprio a terra. Vi mando un grandissimo abbraccio vi voglio bene. " Io ho risposto:" Vedrai che finirà tutto presto e ne uscirai più forte di prima, non ho alcun dubbio a riguardo. " Nella mia cerchia di amici è la terza persona ad essere stata toccata di certo dal Grande Morbo, fortunatamente tutti in forma lieve. Basterà?
Alessandro Paronuzzi
GIORNO 27 - 6 APRILE
Piccole cronache del Grande Morbo. Mia cugina Valeria, che fortunatamente abita piuttosto vicino, ha confezionato in casa due mascherine personalizzate, una per Cuoricino e l’altra per me: in compagnia di Lilly ci siamo incontrati in piazza Venezia per ricevere il simpatico pensiero. Noi invece questa mattina abbiamo collocato nell’attimo del palazzo una cesta di vimini con dentro alcune riviste e qualche libro creando un punto di bookcrossing. Sul un foglio azzurro abbiamo scritto: “In tempi di Coronavirus buona lettura a tutti.” Confidiamo che questa iniziativa sia vista di buon occhio ed abbia un seguito felice: ognuno fa quello che può, secondo il talento che possiede. In questi giorni io mi sono messo a fare il correttore di bozze del libro che mia sorella Gabriella ha scritto sulla nostra famiglia: racchiude un periodo importante di storia triestina che va dal 1953 (anno della mia nascita) al 1966 (anno della nascita di Gabriella). Scoprire delle insospettate qualità di scrittrice in mia sorella mi ha fatto un enorme piacere. Osserva tra l’altro:”Come è strano l’essere umano, per lo più incapace di gustare la vita nelle sue manifestazioni più banali, si accorge della bellezza intrinseca del quotidiano solo quando non lo può più vivere.” Quanta attualità in queste parole! Brava sorellina, ti voglio bene.
Alessandro Paronuzzi
Vi siete mai accorti di quante sfumature possa racchiudere in sé il mare? Di quanti bagliori possano librarsi dalla sua superficie, quando in una giornata come oggi è illuminato dai raggi di un velato sole primaverile? Dei bagliori che sanno di sprazzi di vita balneare, di sprazzi di gioia al sapore di sale, al sapore di libertà, di spensieratezza, di orizzonte che si perde all'infinito, oltre al nostro campo visivo. Sprazzi da una superficie così perfetta nella sua semplicità, nella sua calma piatta e rasserenante. Contemplare il mare è un balsamo per il cuore e per l'anima. E' taumaturgico. Ti riporta ai momenti più belli, in assoluto più felici della tua vita. Chi non ha un ricordo speciale legato al mare? Legato ad una vacanza, ad un amore che è nato, si è palesato, si è dichiarato, si è dischiuso, è evaporato nell'etere, al cospetto del mare? Chi non ha un ricordo di un momento di genuina felicità, di totale rilassatezza delle membra e del cervello, un momento che è indissolubilmente legato a quel profumo di salsedine, di frittura di pesce, di una birra col limone sorseggiata ammirando un panorama mozzafiato a picco sul mare?
Il nostro mare, leitmotiv del nostro Belpaese. Il mare della mia Trieste, dell'altra mia metà Puglia, con Polignano a Mare, il Salento, il Gargano, Torre dell'Orso e le sue Due Sorelle, della Sardegna, con le sue calette scoperte attraccando col nostro gommone, Cala Luna, Cala Mariolu, Cala Goloritzé (come scordare quelle sfumature di azzurro più azzurro dell'azzurro che la mente umana possa concepire...), delle Marche con la riviera del Conero e le sue Due Sorelle, della Sicilia, della Liguria con le sue Cinque Terre, Porto Venere, Tellaro, e tutto il resto. Tutto il resto del nostro meraviglioso Paese, Paese di gente di mare che non si rende neanche conto, in fondo, di quanto sia fortunata ad avere avuto i natali in un luogo che tutto il mondo ci invidia.
Ma poi la Luky si chiede, se oggi non fosse stata costretta dalla quarantena ad alzare gli occhi dallo scorrere frenetico della sua vita di tutti i giorni, in questo preciso momento si troverebbe seduta in balcone, con il computer appoggiato sulle ginocchia, a scrivere del suo mare, e del mare di tutti gli altri suoi connazionali, si troverebbe davvero a respirare a pieni polmoni l'aria sgombra dal traffico di una città deserta, a stupirsi come se fosse la prima volta, di quanto è bello e rasserenante il mare che si estende sconfinato senza barriere, senza confini, libero di continuare a muoversi senza bisogno di auto certificazioni? Riuscirebbe davvero ad apprezzare il totale appagamento dato dallo stare semplicemente a guardare il mare baciati dai raggi del sole che continuano anche loro con caparbia e determinazione ad illuminare il mondo, sebbene sia un mondo diverso in questo momento, un mondo dolorante e doloroso. Il mare, come i raggi del sole, non si lasciano sconfiggere da ciò che sta accadendo attorno a loro in questo momento, nel mondo degli uomini, uomini che dimenticano troppo spesso quanto la Natura sia meravigliosa e splendente, un connubio di mare e di luce del sole capace di svoltare gli umori degli umani e di decidere il loro stato d'animo. Un animo spesso e volentieri assorbito dalla banalità di giorni frenetici, vissuti in totale disaccordo con la Natura.
Ci pensate che fate molto più caso alla Natura che vi circonda quando siete rilassati, spensierati, in vacanza, con la mente che si concede finalmente uno stacco dalla quotidianità di giorni pesanti e frustranti vissuti di corsa tra casa, ufficio, palestra, casa, ufficio, il solito locale la sera, ristoranti sovraffollati, all you can eat, pizzerie, birrerie, paninoteche. Luoghi chiusi e soffocanti, in cui entriamo di default senza più neanche fare caso all'ambiente circostante, burattini di noi stessi che non sappiamo più dire di no, rifiutare un invito, anche quando siamo stanchi e non desidereremmo altro che collassare a letto o sul divano. Perché purtroppo è così, molto spesso agiamo, e prendiamo impegni, e consumiamo la nostra esistenza sospinti dall'abitudine e dalla "paura" di non essere accettati se diciamo di no una volta di troppo. E dove finiscono le nostre sensazioni più intime in questi momenti, dove troviamo il tempo per alzare gli occhi dallo schermo del cellulare, dal bicchiere dell'aperitivo, dal piatto ricolmo di sushi all you can eat, per guardarci intorno? Per guardare e VEDERE davvero ciò che ci circonda. Dove troviamo più il tempo per stare da soli, in silenzio, senza fare altro se non guardare il mare, facendo pace con noi stessi e le nostre ansie da prestazione? Dove troviamo più il tempo per indossare le nostre cuffie, i nostri auricolari, e per ascoltare buona musica, lasciando vagare i nostri pensieri affinché si perdano senza confini tangibili, liberi come il mare che abbiamo di fronte e non ci prendiamo neanche la briga di guardare per un istante in più del dovuto?
Ripartiamo da lui, il Signor Mare che tanto può insegnarci se ci prendessimo anche solo 5 minuti al giorno per guardarlo e lasciare fluire i nostri pensieri così come le sue onde fluiscono incessanti ed incuranti del Bene e del Male in lotta nel mondo degli umani. Il Signor Mare può insegnarci ad ascoltare noi stessi, tendendo l'orecchio a captare i suoni più nascosti e spesso coperti dai rumori del mondo caotico e frenetico che ci circonda. Ve lo ricordate quando da bambini prendevamo in mano una conchiglia, l'avvicinavamo all'orecchio e pensavamo di sentirvi dentro il rumore del mare? Ecco, proprio a questo vi invita la Luky oggi. A fermarmi. A guardare il mare. A respirare. A cercare di sentire, di nuovo come un tempo, il suo rumore riprodotto all'interno di una conchiglia. Una conchiglia immaginaria, che può essere la nostra mente, la nostra anima, il nostro cuore. Provate ad udire nuovamente lo sciabordio delle onde dentro di voi. Quello sciabordio che sa di infanzia, di innocenza, di futuro pieno di sogni e di belle speranze. Provate, e vi sentirete istantaneamente meglio, consolati, affrancati, di nuovo collegati con la vostra parte più intima ed infantile, e gioiosa, e spensierata. Il Bicchiere Mezzo Pieno di oggi sa di mare, di iodio, di brezza salmastra, di spruzzi, di risa, di sfumature di azzurro, di blu, di indaco e di celeste. E' un Bicchiere particolare, che per ognuno di noi avrà un sapore diverso, perché ognuno di noi sorseggiandolo verrà riportato ad una dimensione spazio-tempo diversa, ad una vacanza, una festa, un Amore diverso. Perché ogni onda del nostro mare più intimo non può che confluire ad una sensazione di pace e di pienezza con connotati diversi, diversi a seconda dei ricordi che evoca. Degli amori che evoca. Perché tutto al mare converge, il nostro sguardo di pari passo con la nostra memoria, con i nostri ricordi, e le emozioni cristallizzate in un granello di sale che ci resta attaccato al cuore così come alla nostra pelle, ai nostri capelli, quando emergiamo dall'acqua e ci distendiamo sulla spiaggia a crogiolarci al sole.
Lucrezia Vernia
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