Cavana dice addio ai libri usati e alle “chicche” d’arredamento

Chiudono i battenti la “Bottega del nonno” e il negozio-laboratorio di oggettistica “Renditi conto”
Le vetrine vuote della libreria
Le vetrine vuote della libreria

TRIESTE Due punti vendita salutano i clienti per sempre, a poche decine di metri di distanza. Due negozi che, per diverse ragioni, erano molto amati da triestini e turisti.

Si sono svuotati rapidamente i locali della Bottega del nonno, la libreria di via Venezian, dove migliaia di volumi usati erano stipati in ogni angolo. Era difficile non notarli passando sulla strada, osservando le vetrine riempite di titoli, che incuriosivano anche i turisti di passaggio. Un paradiso per chi cercava libri economici, venduti a pochi euro. Un angolo d’altri tempi, che qualche settimana fa ha chiuso i battenti, senza grandi clamori. All’esterno resta solo un avviso su un pezzo di cartone “Cessata attività”. Nella zona nessuno sa la motivazione precisa. «Forse – commenta un residente – il titolare sarà andato in pensione. O semplicemente si sarà stancato. Cosa verrà al suo posto per ora non si sa. Ma dispiace. Era un angolo particolare». C’è chi ipotizza possa insediarsi un nuovo locale, visto che Cavana negli ultimi anni si è riempita di bar e ristoranti, e chi invece auspica che possa arrivare qualche novità, magari sempre legata al commercio. Per il momento gli ambienti interni restano vuoti, a coprire le vetrate c’è qualche telo bianco. Pare che tutti i libri siano stati venduti ad alcune librerie della regione.

Poco distante anche un altro punto vendita ha chiuso: ultimo giorno di lavoro, ieri, per Renditi conto, negozio e laboratorio shabby chic di via Cadorna, che ha abbassato le saracinesche dopo una serie di maxi sconti. Dentro per lungo tempo tra scaffali e vetrine è stata proposta oggettistica per la casa, componenti d’arredo originali, materiali per colorare e personalizzare la propria abitazione e artigianato; oltre ai consigli delle titolari, sempre pronte a dispensare preziosi suggerimenti. Era possibile anche effettuare interventi di restauro, che venivano eseguiti al livello superiore, uno spazio suggestivo, sempre in evoluzione. «Decoriamo mobili e ne proponiamo il restyling – si leggeva sui social – autonomamente o con il cliente, e offriamo articoli per l’arredamento di aziende prevalentemente francesi e italiane, vicine al gusto provenzale».

Uno spazio al quale molti triestini erano affezionati, come dimostrano i tanti messaggi di affetto lasciati su Facebook, dopo la notizia della chiusura. Nei giorni scorsi molti hanno approfittato degli sconti del 50%, promossi per svuotare il negozio, che dovrà essere liberato in tempi brevi. Anche in questo caso non si sa se poi sarà nuovamente occupato. «Dopo otto anni il gioco non vale più la candela – spiegano le titolari – non si poteva andare avanti purtroppo. Vedremo se sarà possibile riprendere magari l’attività del laboratorio, anche se non qui».

Una crisi nelle vendite che colpisce una delle zone più vivaci e centrali della città. È solodi pochi giorni fa la notizia che anche l’abbigliamento Gioia di Cavana, dopo 25 anni, chiuderà entro la fine del 2020. —


 

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