Cattinara scoppia, pazienti fuori reparto

Ammalati delle “Mediche” finiti in Ortopedia o in Neurologia. Cobello: «Emergenza provocata dall’influenza»
Lasorte Trieste 17/10/12 - Ospedale di Cattinara
Lasorte Trieste 17/10/12 - Ospedale di Cattinara

Emergenza posti letto all’ospedale di Cattinara. La situazione di trascina, fra alti e bassi, da inizio gennaio. Anche ieri mattina, alle 8, il bilancio della situazione parlava molto chiaro: nessun letto libero nelle due torri, se si eccettuano tre soli in Rianimazione. Poi, altri 5-6 disponibili ma al Polo cardiologico. In città invece, al Maggiore, una decina-dozzina.

Una trentina, tornando a Cattinara, i pazienti - alla luce della situazione generale - che sono stati sistemati in reparti diversi da quello che, sulla base delle rispettive patologie, avrebbe dovuto accoglierli. Non certo una novità. Esempi non mancano: lunedì scorso, due giorni fa, Chirurgia plastica contava tre “ospiti” su 15, la Clinica neurologica quattro, ma ancora più accentuata l’incidenza a Chirurgia generale con sette (tutti provenienti dalle “Mediche”) su 24 e soprattutto nel reparto di Clinica urologica con 11 su 29. Nella medesima giornata, peraltro, registrati anche all’ospedale Maggiore tre pazienti di Geriatria “ospitati” in Ortopedia e traumatologia. Quanto ancora a Cattinara invece, sette giorni prima, il 4 febbraio, il dato complessivo aveva toccato quota 36 “fuori reparto” in tutto. E, andando ancora a ritroso nel tempo, il primo febbraio erano stati 27 con soli otto letti liberi nell’intero nosocomio. In rapida successione alcune date di gennaio: il 9 con 40 pazienti distribuiti in “altri” reparti, il 15 invece con 23 e giovedì 24 con 19.

Posta l’ovvia puntualizzazione che il personale sanitario presta ovviamente la massima attenzione e assistenza a tutti i ricoverati, è altrettanto chiaro che lo status di “ospiti” fuori reparto sia accompagnato automaticamente da alcune criticità. Organizzative e di conseguenza assistenziali, con medici costretti a saltare fra i reparti, passando magari dalla torre medica alla chirurgica per raggiungere poi il quindicesimo, tredicesimo o chissà quale altro piano. E anche familiari e amici di degenti rimangono, a volte, disorientati. In generale, se i posti disponibili arrivano a zero, è chiaro che la struttura va in sofferenza e la situazione rischia di diventare insostenibile. Specie nelle occasioni in cui si sommano le difficoltà a completare le dimissioni, sì disposte ma effettivamente in stand-by, in attesa di ambulanze disponibili al trasporto.

Il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Francesco Cobello, conferma come la “questione” esista. Nota ed evidentemente ciclica nel suo andamento. «Mediamente, al massimo, abbiamo 30-35 pazienti fuori reparto -. Oggi (ieri, ndr) ce ne sono trenta, a fronte di altrettante dimissioni. Il problema è che in questo periodo vi è un picco di influenza. E bastano pochi numeri per tirare su il dato generale». I posti letto, fra Cattinara e Maggiore, sono circa 850 in tutto.

Ma più ancora dell’influenza, pare che a portare sino al limite la capienza vi sia dell’altro. Accessi, la parola chiave. Al Pronto soccorso giungono infatti persone con determinati tipi di patologie «che non dovrebbero arrivare», sottolinea Cobello. In teoria, l’ospedale sarebbe chiamato a occuparsi di casi di acuzie. Ma oltre ai malati gravi e con problemi acuti, si contano invece «ricoveri evitabili - continua Cobello -, per influenze, oppure di anziani in condizioni di disitrazione che sarebbe stato possibile trattare nelle Rsa. C’è bisogno allora che i cittadini si rivolgano in primis al proprio medico curante per gli stati influenzali. A ciò si aggiunge il tema dell’appropriatezza dell’assistenza nelle case di riposo e domiciliare». Nel senso che «se c’è una chiamata - conclude il direttore dell’Azienda ospedaliero universitaria -, il territorio va, interviene con il sistema 118. È chi chiede l’intervento che dovrebbe valutare prima. Posto che l’ospedale, in ogni caso, ha sempre le porte aperte».

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