Cattinara nel caos, piano straordinario per limitare i danni al Pronto soccorso
Riccardi e Poggiana annunciano il raddoppio degli spazi. Al piano superiore i pazienti in osservazione, sotto il triage
Silvano Trieste 2019-04-20 Riccardi a Il Piccolo
TRIESTE «Siamo in una condizione d’emergenza che pesa anzitutto sui servizi del Pronto soccorso di Cattinara e sulla gestione del Burlo. È necessario un piano straordinario per fare fronte alle tensioni che ci saranno a causa del ritardo».
Il vicepresidente regionale con delega alla Salute Riccardo Riccardi annuncia nel forum ospitato nella redazione del Piccolo un piano d’emergenza per tamponare gli effetti più pesanti dello stop ai lavori di restauro dell’ospedale triestino: un’azione che passerà per la riorganizzazione delle cure d’emergenza e per lo spostamento di alcune attività dal Burlo verso altre sedi.
Mentre l’Azienda sanitaria e il raggruppamento di imprese capitanato da Clea duellano sulla possibilità di riprendere o meno i lavori, Riccardi e il commissario dell’Asuits Antonio Poggiana studiano le misure necessarie a ridurre i disagi. L’assessore parla di «manovra laterale, basata su soluzioni che affrontino una condizione d’emergenza che può durare sette anni, se dovessimo rivolgerci a un’altra impresa».
«La priorità – spiega Poggiana – è il Pronto soccorso, che è in condizioni logistiche e strutturali inadeguate. Indipendentemente dall’esito del procedimento, pensiamo a una rivisitazione degli spazi: il Ps si allargherà al piano superiore, dove sposteremo l’osservazione dei pazienti, mentre sotto manterremo accesso, sala d’attesa, triage e visite». Il riassetto sarà anche organizzativo: allo studio c’è pure la velocizzazione dell’accesso alle visite specialistiche dopo il triage.
Nulla si sa dei costi dell’operazione. Come dice Poggiana, «l’ufficio tecnico e il direttore del Ps hanno studiato la situazione la scorsa settimana: il calcolo economico sarà concluso a giorni». La soluzione sarà comunque solo momentanea perché, aggiunge il commissario, «non appena riprenderanno i lavori, il Pronto soccorso verrà spostato nel piazzale antistante le due torri». Il progetto prevede infatti che, durante il restauro, il Ps traslochi in una sede transitoria ma capace di superare le problematiche logistiche attuali. A opere ultimate il padiglione sarà smobilitato e il Ps sarà ospitato nell’ospedale rinnovato.
Il resto dovrà farlo la riorganizzazione di un sistema che pesa troppo sui pronto soccorso. Poggiana evidenzia che «l’Azienda farà una proposta alla Direzione centrale per rivedere i flussi, intervenendo per creare reti territoriali per le patologie croniche e investendo sull’integrazione ospedale-territorio». Per Riccardi «c’è un problema se a Trieste i codici bianchi sono più del 50% degli accessi al ps. È colpa del sistema che non educa, non delle persone».
Durante il forum, assessore e commissario sottolineano invece che la demolizione dei cinque piani già avvenuta non comporta difficoltà insormontabili. Per Poggiana, «col senno di poi aver autorizzato lo sventramento prima di definire tutto non è stato saggio, ma la programmazione aveva già ridotto i posti letto. Ma va ammesso che, se un sistema funziona con trenta piani, toglierne cinque comporta qualche problema». La rassicurazione è comunque che nessuna prestazione sarà spostata altrove.
Sul Burlo la situazione è invece meno definita. Il punto di partenza è tuttavia il riconoscimento che «la struttura è in straordinaria difficoltà per assenza di spazi», come dice Riccardi, secondo cui è «ipotizzabile che alcune attività vengano spostate, sia quelle sanitarie che quelle amministrative, per le quali sarebbe giusto trovare forme di concentrazione riguardanti non solo il Burlo ma tutte le realtà triestine». Ricette in questo caso ancora non ce ne sono: «Bisognerà ragionare, perché dobbiamo gestire una fase transitoria che avrà durata purtroppo significativa, prima che sia possibile spostare il Burlo a Cattinara, che resta il traguardo finale dell’ospedale infantile». —
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