Cattinara nel baratro, stracciato l’appalto per il “nuovo” ospedale

L’Azienda sanitaria di Trieste annuncia la risoluzione contrattuale con l’Ati Clea. Due strade per riaffidare i lavori: una porta a Rizzani de Eccher, l’altra a Maltauro
Silvano Trieste 2019-05-22 Ospedale di Cattinara, conferenza stampa Poggiana e Riccardi
Silvano Trieste 2019-05-22 Ospedale di Cattinara, conferenza stampa Poggiana e Riccardi

TRIESTE «In data odierna ho sottoscritto il provvedimento di risoluzione contrattuale con l’Ati Clea». Il commissario dell’Azienda sanitaria di Trieste Antonio Poggiana dice tutto nella prima frase pronunciata ieri nella conferenza indetta per annunciare il definitivo stop all’appalto per i lavori di Cattinara. Il passo porterà a un contenzioso legale con l’impresa di costruzione e potrebbe esporre il cantiere a un lungo blocco in caso il tribunale opti per la sospensiva dei lavori, che ora potrebbero essere affidati a Rizzani de Eccher o Maltauro.

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Silvano Trieste 2019-05-22 Ospedale di Cattinara, conferenza stampa Poggiana e Riccardi


Quasi a volersi togliere di dosso il peso di settimane di snervanti confronti, Poggiana spara il siluro senza neppure i convenevoli di rito. Poi la spiegazione: «Siamo in un momento critico in cui non si va né avanti né indietro. L’appalto prevedeva 2.190 giorni per realizzare le opere e 90 per la progettazione, pari a poco più del 5% del tempo complessivo: a distanza di 750 giorni dall’inizio della progettazione, cioè oltre il 33% del totale, non abbiamo un progetto esecutivo. La progettazione risulta carente in modo importante e non approvabile: si è resa così improcrastinabile la risoluzione del rapporto contrattuale, davanti all’assoluta incertezza sui tempi e sull’eventuale buon esito di questa continua contrattazione».

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Le norme ora prevedono due strade: lo scorrimento della graduatoria della gara d’appalto che aveva selezionato Clea o l’attivazione della garanzia contenuta nella fideiussione. Nel primo caso l’Azienda sanitaria si rivolgerebbe all’impresa Rizzani de Eccher, che dovrebbe tuttavia valutare il suo interesse a subentrare a condizioni stabilite ormai parecchi anni fa. Nel secondo, toccherebbe al ticket composto da Maltauro e dal consorzio Kostruttiva, non ancora al corrente della situazione specifica di Cattinara. «Se saremo bravi – evidenzia Poggiana – entro la primavera dell’anno prossimo avremo un progetto esecutivo approvabile per poi ricominciare i lavori. Entro un paio di settimane valuteremo l’opzione che renda più celeri i tempi. Dobbiamo scegliere tra un’impresa che conosce i termini del progetto definitivo e un’impresa che entra ex novo». Implicita ammissione che la preferenza dell’AsuiTs va alla Rizzani de Eccher, che conosce il sito e le sue problematiche, avendo partecipato alla gara d’appalto.

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Per prima cosa l’Azienda sanitaria dovrà tuttavia contabilizzare le opere eseguite da Clea, la loro rispondenza al contratto e saldare il dovuto all’impresa, cui sarà chiesto intanto di sgomberare il cantiere. Poggiana ricorda d’altronde che «a fine dicembre abbiamo mandato la prima diffida formale dopo mesi di continue riunioni, verifiche e rinvii: la risposta arrivata il 28 dicembre non ha risolto i problemi. Il 21 marzo, dopo aver verificato quanto fornito dall’Ati, è partita la seconda diffida, finalizzata stavolta alla risoluzione contrattuale, ma i documenti trasmessi i primi di aprile sono stati accuratamente analizzati con risultato considerato assolutamente insoddisfacente».

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La situazione pare ingarbugliata a tal punto che l’Azienda sanitaria ha preferito scegliere la strada più complicata, perché la risoluzione comporta un contenzioso legale, la possibile sospensione dei lavori, una nuova trattativa, una nuova progettazione e perfino l’ipotesi di una gara d’appalto ex novo qualora Rizzani de Eccher rifiutasse e Maltauro preferisse sottrarsi e pagare i lavori, che a quel punto dovrebbero essere affidati con una nuova procedura. Ben che vada si tratta di un ritardo di un paio d’anni rispetto alla tabella di marcia.

L’appalto vale 140 milioni tra lavori (107), progettazione (2), oneri per la sicurezza (2), Iva e spese tecniche (29): 45,5 sono finanziati con fondi statali, 14 derivanti da fondi del ministero previsti a favore del Burlo e 80,5 di risorse regionali. A caricare di ulteriori incognite la partita, Poggiana sottolinea che «i fondi vanno utilizzati entro tempi definiti e in caso di nuova gara d’appalto vanno ridiscusse le scadenze: il rischio è che vengano revocati con responsabilità di tipo contabile, economico e di buona conduzione della cosa pubblica».

Il vicepresidente della Regione con delega alla Salute Riccardo Riccardi ascolta in silenzio l’intera conferenza, in cui viene anche spiegato nuovamente il progetto per tentare di rendere più efficiente l’attuale Pronto soccorso, che subirà le maggiori criticità per l’interruzione di lavori che prevedevano la realizzazione di una nuova struttura da collocare provvisoriamente nel piazzale davanti alle torri. Riccardi interviene soltanto su sollecitazione dei giornalisti: «Ho incalzato l’AsuiTs per garantire tempi rapidi e condizioni di certezza per un’opera fondamentale. Questa è una delle eredità più pesanti che prendo dalla passata legislatura: ho chiesto all’Azienda di creare le condizioni per salvare il contratto ma in questi 5 mesi siamo arrivati davanti a condizioni oggettive. Probabilmente si avvierà un contenzioso, ma quando si arriva a certe condizioni ci sono delle responsabilità. Questa vicenda riguarda anche il Burlo, dove ci sono criticità non marginali. Ora bisogna uscire dalle secche e riavviare i lavori in questo che non sarà un periodo breve e in cui faremo tutte le operazioni per dare, purtroppo anche con dei disagi, risposte ai bisogni delle persone». —


 

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