Cattinara, il Tar sblocca il progetto
L’ansia degli addetti ai lavori, inconfessabile sulla pubblica piazza, era che dalla decisione di un giudice, quello amministrativo, chiamato a esprimersi da chi aveva perso l’appalto, potesse discendere (qualora al ricorrente fosse stata data ragione, anche in un una fase pur sempre preliminare come quella in corso) il rischio di un clamoroso blocco della più importante e imponente opera pubblica attualmente in ballo sopra Trieste: il restauro di Cattinara col contestuale innesto del nuovo Burlo. Un blocco insomma “anticamera” addirittura di un possibile successivo naufragio dell’intervento, per mancato rispetto dei tempi previsti dalla tabella di marcia dei finanziamenti. In queste ore, però, l’ansia è sfumata: il Tar, il Tribunale amministrativo regionale, ha respinto la richiesta della cosiddetta “sospensiva” (mirata per l’appunto ad annullare l’esito della gara bandita dall’Azienda ospedaliera per la progettazione e la direzione dei lavori fintantoché il ricorso non sarà esaminato e deciso nel merito) presentata dal consorzio che s’è classificato secondo.
L’udienza pubblica per la discussione del ricorso non è stata fissata. L’appalto può procedere regolarmente e non è affatto da escludere che la decisiva sentenza di merito arrivi quando la fase della progettazione sarà stata chiusa: a quel punto - così si può presumere, stando ai precedenti e alla giurisprudenza vigente - anche nel caso in cui il Tar decidesse di accogliere il ricorso, dando ragione al secondo classificato, la procedura difficilmente ne uscirebbe inficiata e, semmai, il contenzioso si potrebbe risolvere in un risarcimento in pecunia. «Ora - conferma l’ingegner Elena Clio Pavan, responsabile della Gestione stabilimenti dell’Azienda ospedaliera e del procedimento di gara - non ci sono più impedimenti, possiamo proseguire col primo step della progettazione. Quello del Tribunale amministrativo è, per noi, un pronunciamento molto importante, ci consente di rispettare i termini del prossimo settembre entro cui dovremo aver presentato a Roma proprio il progetto definitivo, comprensivo dei pareri della Conferenza dei servizi, al fine di confermare il cofinanziamento». L’affare, come è noto, vale in tutto 140 milioni, di cui 59 per il primo lotto di interventi, ed è figlio di un annoso Accordo di programma Stato-Regione andato in porto una volta per tutte nel 2013.
L’iter per l’aggiudicazione dell’appalto per progetto e direzione lavori si era concluso un paio di mesi fa, con la determina firmata dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera Francesco Cobello, che aveva affidato in via ufficiale l’incarico al raggruppamento guidato dalla capofila Bvn Architecture Pty Ltd di Sydney e composto da Studio tecnico Gruppo Marche di Macerata, Studio Ottaviani associati e Studio architetto Massimo Cocciolito di Roma. Alle spalle di questo primo consorzio si era classificato quello spagnolo della capofila Rpa Srl con al fianco Tecnicq y proyectos - Typsa Sa, che ha promosso appunto il ricorso in questione attraverso gli avvocati perugini Roberto Baldoni e Mario Rampini domiciliati a Trieste dal collega Piero Brambati. Il consorzio resistente risulta difeso invece dagli avvocati Andrea Calzolaio di Macerata, Antonio Lirosi di Roma e Federico Rosati di Trieste, mentre il legale dell’Azienda ospedaliera è il triestino Gianni Zgagliardich.
Nell’ordinanza depositata mercoledì pomeriggio dopo la discussione tra le parti nella camera di consiglio del mattino - ordinanza che reca come primo firmatario il presidente del collegio, ed estensore del provvedimento, il giudice Umberto Zuballi - il Tar ritiene che «il ricorso non appare sorretto dal prescritto fumus, per l’infondatezza di tutti i motivi del ricorso» stesso. «In particolare - aggiunge il giudice - appaiono infondati il primo motivo relativo alle precedenti attività di progettazione nonché le censure relative alla completezza delle certificazioni» contestate al primo classificato dal secondo.
«Entro 20, massimo 30 giorni», fa sapere a margine l’ingegner Pavan, sarà risolto anche l’altro cruccio burocratico che zavorrava l’abbrivio del futuro polo di Cattinara: quello per l’appalto per la cosiddetta “supervisione” del progetto medesimo, il cui bando era andato deserto una prima volta ed era stato a sua volta oggetto di un ricorso al Tar. In gara ora restano cinque soggetti. L’analisi delle loro offerte tecniche è in corso proprio in questo periodo.
@PierRaub
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