Cattarini o Strukelj per l’anti-Cisint a Monfalcone, il Pd costretto ad andare alla conta

Il nome dell’avvocato stoppato da Del Bello, favorevole all’outsider, che si propone e minaccia le primarie. Nel centrodestra il primo cittadino non rompe gli indugi e per il piano B spuntano i medici Fasola e Vita 

Tiziana Carpinelli
1) Il sindaco Anna Cisint non rompe ancora gli indugi sulla sua candidatura; 2) Giampiero Fasola, direttore di Oncologia a Udine, già assessore regionale; 3) il consigliere comunale dem Fabio Del Bello; 4) l’avvocato Riccardo Cattarini; 5) Davide Strukelj Foto Katia Bonaventura
1) Il sindaco Anna Cisint non rompe ancora gli indugi sulla sua candidatura; 2) Giampiero Fasola, direttore di Oncologia a Udine, già assessore regionale; 3) il consigliere comunale dem Fabio Del Bello; 4) l’avvocato Riccardo Cattarini; 5) Davide Strukelj Foto Katia Bonaventura

MONFALCONE. L’opposizione punta al trono di Monfalcone. Dovrà essere compatta, ma la manutenzione del centrosinistra per una resa unitaria alle amministrative 2022 è cosa sfiancante. Lo sanno dalle parti del Partito democratico, perché all’ultima segreteria, dove si è dato fuoco alle micce per la campagna elettorale, finalmente si è discusso di candidati.

È nota la disponibilità ampiamente manifestata dall’anti Cisint Davide Strukelj, candidato della sfera civile, zero tituli partitici, nessuna tessera in tasca. Ma all’inizio la coordinatrice dem Michela Percuzzi ha fatto presente che c’è almeno un’altra figura degnissima e per giunta in casa: l’avvocato Riccardo Cattarini, uno che nei confronti all’americana con Anna Cisint, dovesse lei convincersi al bis e rinunciare ad altri e più prestigiosi incarichi, non solo non sfigurerebbe per oratoria, ma darebbe filo da torcere.

Cattarini, come puntualizzato pure ieri dalla segretaria, «ha dato apertura al partito, ma non ha mai formalizzato l’intenzione». C’è però all’interno del Pd chi ben vedrebbe un candidato attinto alla società civile, estraneo ai partiti, anche per esprimere agli occhi degli elettori una netta linea di demarcazione dal passato. E, dunque, dalla disfatta dell’autunno 2017. Fabio Del Bello, per esempio. Che per sparigliare le carte, in caso di effettivo passo in avanti di Cattarini, si candiderebbe a sua volta per provocare primarie interne al partito. E, dunque, andare alla conta degli iscritti. Una scossa tellurica. Sicché alla fine, punto questo confermato da Percuzzi, si è deciso che la parola passi ai tesserati: «Sarà l’assemblea degli iscritti convocata ai primi di giugno a stabilire il da farsi, a decidere il miglior candidato». Punto e a capo.

Strukelj sta a guardare. È al corrente delle dinamiche interne al partito con più peso, in termini numerici e di voto, in aula. Alcuni passaggi «vanno sedimentati». Sa che ci sono «legittime velleità e aspirazioni, anche da parte di chi ha per tanti anni seguito la politica». Mentre non sa «come verrà digerita la proposizione di una new-entry». Del resto gli incontri tra le diverse aree si susseguono. E restano «riservati, e giustamente, in questa fase», aggiunge il presidente uscente della Lega navale, sodalizio che va a elezioni il 12 e 13 giugno e per la prima volta non vedrà la corsa del dimissionario.

Tornando al futuro verdetto dem, «vedremo cosa accadrà e faremo le nostre valutazioni». Scivola il plurale, benché Strukelj rivendichi la sua autonomia e ribadisca di «non avere dietro nessuno a suggerirmi cosa fare», semmai «amici che supportano» e altri a chiedere «ma chi te lo fa fare?».

Intanto la repulsione di Anna Cisint a parlare di amministrative 2022 lascia spazio alle congetture. Esiste un piano B? Lei, a taccuini chiusi, ne ha parlato. Un suo bis non è scontato. Lo sanno anche a sinistra, dove i rumors si sprecano. Il sindaco ha tre fattori dalla sua: è donna e le donne in politica, a certi vertici, sono mosche bianche. Difficili da trovare quando servono al posto giusto e al momento giusto, cioè a far quadrare le quote rosa.

Questa giunta lo sa bene. Dirigente di ente locale in area economico-finanziaria, far girare (e fruttare) i quattrini è per Cisint, da politico, una deformazione professionale. Tertium, il vento spira in poppa – lei è la candidata che dopo una prima sconfitta nel 2010 ha sovvertito l’ordine costituito a Monfalcone, rovesciando il governo del centrosinistra ormai da anni arroccato sotto la Rocca – ergo: su certi treni o si sale al momento giusto o si tratta, appunto, di treni persi per sempre.

Per tali motivi Cisint potrebbe essere molto tentata, se il partito non asseconderà ogni sua condizione in caso di bis, a rivolgere lo sguardo altrove: ha l’imbarazzo della scelta. Pure il settore privato, lo ha ammesso di recente, la corteggia, nonostante la vita spesa nel pubblico. In caso di uscita di scena per più ambiti orizzonti il sindaco sarebbe chiamata comunque a tirare la volata al candidato del centrodestra. Ma a chi? In giunta il posto farebbe gola. E ad alcuni più di altri, anche perché il sindaco ha sempre speso per questi parole di stima, si pensi al trittico Fasan-Asquini-Venni. Ma ultimamente è un altro nome a far drizzare le orecchie dalle parti dell’opposizione, un nome che si sente circolare e non ha bisogno di biglietti da visita: Giampiero Fasola.

Stimatissimo professionista, direttore del Dipartimento di Oncologia a Udine, già assessore regionale e consigliere con CambiAmo Monfalcone, 64 anni, figura di spessore nel panorama politico, dal quale però è distante da un lustro. Nei momenti critici Cisint, in segreto, con lui si è confrontata. Il diretto interessato non commenta né rilascia dichiarazioni: appare distaccato dalle dinamiche comunali, più concentrato sulla sanità, in un biennio che è stato campale e ha messo a dura prova le risorse ospedaliere. Altro nome che si sente fare è quello di Stefano Vita, dirigente di Oculistica al San Polo e medico volontario per la campagna vaccinale.

«Cosa penso di Fasola? Un grandissimo medico – ribatte Cisint –. Un amico. Abbiamo fatto un bel percorso insieme. Adoro Fasola e tutti i medici come lui e Stefano Vita che salvano le persone. Con loro parlo solo di sanità». Delle urne che si apriranno tra un anno, forse meno, non vuol sentir parlare. Ma perché lasciare tutti, alleati compresi, col fiato sospeso? Un sindaco al primo mandato quasi mai lo fa. «Sto governando con una certa soddisfazione – conclude –: 10 milioni di opere avviate sul territorio, nuove scuole, l’aiuto a Red bull per creare un polo nautico all’Hannibal. Parlare delle Comunali, non è di mio interesse. Non m’importa». Che possa essere d’interesse ai cittadini non importa. Per ora. —

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