Castua, rimpatriate le salme di 7 italiani uccisi dai titini

Tra i fucilati il senatore e podestà di Fiume Gigante. In ottobre tumulazione a Udine. A Cargnacco commemorazione dei Caduti sul fronte russo

TRIESTE Sono rientrati in Italia e posti in custodia al Sacrario militare di Redipuglia in attesa della definitiva tumulazione a ottobre verosimilmente al Tempio ossario di San Nicolò di Udine i resti di 7 dei 10 italiani fucilati senza processo dai partigiani titini il 4 maggio 1945, a guerra finita, nei pressi di Castua (Kastav) in Croazia, tra Fiume e il confine croato-sloveno.

Tra essi il senatore del Regno d’Italia e governatore della Provincia di Fiume Riccardo Gigante, il maresciallo della Guardia di finanza Vito Butti, il vice brigadiere dei Carabinieri Alberto Diana e il giornalista Nicola Marzucco. «In tempi recenti finalmente dopo intensi sforzi c’è stata un’apertura delle autorità croate, che ringrazio, verso la nostra attività e così a quasi un anno di distanza abbiamo potuto effettuare il rimpatrio» spiega il generale di divisione Veltri, a capo del Commissariato generale per le onoranze ai Caduti. L’alto ufficiale della Difesa non dimentica l’ultraventennale impegno, sul “caso Castua” della FederEsuli presieduta da Antonio Ballarin e della Società di studi fiumani diretta da Marino Micich. Le analisi sui Resti mineralizzati recuperati nei tre giorni di attività e poi trasportati al Consolato generale d’Italia a Fiume hanno permesso d’individuare 7 Caduti, tutti maschi tra i 40 e i 60 anni o più vecchi. I pochi oggetti rinvenuti non hanno permesso un’identificazione, pertanto sono da considerare “ignoti”.



Ieri il commissario generale ha presenziato, con la senatrice Fvg Raffaella Marin, il consigliere regionale Franco Mattiussi, il prefetto di Udine Angelo Ciuni e il presidente dell’Unione reduci di Russia Francesco Cusaro all’annuale solenne commemorazione dei Caduti nella Campagna di Russia al Tempio ossario di Cargnacco (Udine).
 

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