Castiglioni: «Vince chi sa interpretare presente e futuro»

Schiva, defilata, ma conosciuta e amata dai talenti in gara a “Its”, che la considerano tra i designer di riferimento. Consuelo Castiglioni, stilista di origine svizzero-cilena, è dal 1994 l’anima...
Di Laura Strano

Schiva, defilata, ma conosciuta e amata dai talenti in gara a “Its”, che la considerano tra i designer di riferimento. Consuelo Castiglioni, stilista di origine svizzero-cilena, è dal 1994 l’anima creativa di Marni, una delle griffe della galassia di Renzo Rosso, che con la holding Only The Brave ne detiene una quota di maggioranza. Il suo stile “boho-art-chic”, che gioca con citazioni artistiche, stampe dal sapore vintage, accostamenti imprevedibili, ha una cifra inconfondibile, al di fuori di qualsiasi fast fashion, e incanta nicchie di fedelissime estimatrici, molte nella stampa, tra le artiste e nel mondo dello spettacolo. Sentiamo da lei che cosa apprezzerà sulla passerella di Its 2014.

È la sua prima volta nella giuria di un concorso internazionale di moda? E a Trieste?

«Sì, in assoluto la prima volta! Sono molto emozionata, ma sento anche una grande responsabilità».

 Ha più familiarità con la parola arte o tendenza?

«È difficile da dire, l’arte mi appassiona, la tendenza non è necessariamente una parola che mi appartiene, o meglio non credo nel voler far tendenza a tutti i costi».

 Nelle collezioni dei giovani designer la colpiranno...

«Creatività, impegno e tanta passione per un lavoro appagante ma anche molto intenso».

 Lei non ha una formazione “accademica” nella moda. È più difficile o più facile emergere senza aver studiato fashion design in una scuola?

«Le scuole forniscono un valido supporto e i docenti sono estremamente preparati, penso che tutto questo sia di grande aiuto per sviluppare il proprio talento».

Lavora con sua figlia Carolina. In che cosa vi intendete e quali sono invece i vostri punti di conflitto?

«Siamo molto simili, i nostri gusti collimano e spesso basta una sola occhiata per capirci. Carolina è di sicuro più “tecnologica”, anche se  a me piace molto esplorare il web».

 Come comincia una sua nuova collezione?

«A volte dalla texture di un tessuto a volte da una stampa, tutto quello che mi circonda è fonte di grande ispirazione».

 Quello di Marni è un armadio ideale dove niente viene mai eliminato...

«Un armadio per abbinamenti personali, molto creativi. Non ci sono regole solo l’istinto e lo stile di chi sceglie i capi».

 Quando ha collaborato con H&M che cosa ha fatto di diverso rispetto a quando disegna le sue linee?

«Dovevamo presentare modelli più semplici da realizzare per contenere i costi, ma era per noi estremamente importante mantenere il design e la qualità nei tessuti. Penso che ci siamo riusciti, incontro tutt’ora persone che indossano quei capi».

 Marni viene definito un brand di nicchia: che cosa vuol dire?

«Marni ha una clientela molto specifica, che ne apprezza lo stile, la qualità legata al made in Italy e i dettagli».

 Lei ha anche un'attività rivolta al sostegno di progetti sociali...

«Sono attività nate spontaneamente da incontri o da desideri, non studiate a tavolino ma seguendo l’istinto».

Che cosa le piacerebbe vedere di nuovo, o di “rifatto”, su una passerella dedicata ai giovani designer?

«Vorrei vedere la loro creatività come interpretazione ed espressione del nostro presente e futuro».

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