Castello di Miramare: sale a sei euro il prezzo del biglietto

L’aumento dal 7 gennaio: secondo balzello in pochi mesi dopo che il ticket era rimasto fermo dagli inizi del Duemila
Il castello di Miramare
Il castello di Miramare

Era rimasto inchiodato dagli inizi del Duemila, cioè dai tempi della vecchia lira. Quest’anno, in pochi mesi due balzelli: già portato da 4 a 5 euro l’estate scorsa, il biglietto d’ingresso per il castello di Miramare passerà a 6 euro (4 il ridotto, ferme restando le gratuità) a partire dal 7 gennaio. Verrà stabilizzata la cifra che già ora in realtà si paga, giacché ai 5 euro attuali va sommato l’1 per la mostra su “Miramare e il Messico, nuovi mondi per Massimiliano”.

La rassegna - prorogata - chiuderà il 6 gennaio, l’euro in più resterà. L’aumento, stabilito di recente dal Comitato regionale per i servizi di biglietteria con l’avallo firmato dal direttore regionale ad interim dei Beni culturali Ugo Soragni, risponde al nuovo corso varato dal ministero: in calo verticale i capitoli ordinari per i finanziamenti dei siti museali - Miramare compreso, naturalmente - rientrano però “in casa”, anche se ancora non è chiaro in quale percentuale, gli incassi effettuati, da utilizzare per conservare e gestire al meglio le strutture. Come sintetizza il soprintendente ai Beni storici e artistici Luca Caburlotto, «Roma mette a disposizione i mezzi responsabilizzando i dirigenti verso una gestione manageriale» della cultura.

Avviato dall’ex ministro Massimo Bray e reso esecutivo dal suo successore Dario Franceschini, il provvedimento ha infatti cancellato la norma contenuta nella Finanziaria 2008 in base alla quale gli incassi dei biglietti andavano al ministero dell’Economia, che ai Beni culturali ne girava solo una parte. Ora, ricorda Caburlotto, i soldi tornano dritti ai Beni culturali. E Franceschini ha espresso «la volontà politica» di restituzione integrale dei cespiti ai singoli siti che li hanno generati, anche se nella norma - va sottolineato - questa precisazione manca. Sul primo trimestre 2014 comunque «ci sono stati restituiti 43mila euro, una buona percentuale sugli incassi».

E se in effetti quest’ultima giungesse al 100, depurando la somma di quanto spetta alla società di servizi attiva su Miramare «potremmo arrivare a una cifra annuale vicina ai 500mila euro, che ci permetterebbe di condurre castello e parco in modo dignitoso». L’obiettivo dell’autogestione insomma - tolta la cifra necessaria per gli stipendi del personale cui provvede Roma - potrebbe essere vicino, considerando anche che l’aumento permetterà una maggiore promozione pubblicitaria di Miramare così da generare auspicabilmente ulteriore attrazione.

Peraltro l’aumento del biglietto varato ad agosto non ha sollevato obiezione alcuna da parte dei visitatori, sottolinea il soprintendente precisando che «a fine ottobre abbiamo conteggiato 12.260 ingressi in più rispetto allo stesso periodo del 2013», arrivando a quota 235mila. Aumento di pubblico che deve corrispondere ad aumento dei servizi: un altro obiettivo da perseguire.

Resta all’orizzonte, rinviata al 2015, l’introduzione del ticket di 2 euro sul parco. Tanto che il soprintendente si è ripromesso di vagliare in un secondo momento l’ipotesi, avanzata in sede di Comitato per la biglietteria da parte del rappresentante della Direzione regionale, di istituire un biglietto cumulativo a prezzo ridotto per parcheggio, castello e parco oppure castello più parco stesso.

Per intanto, Soragni nel firmare il provvedimento di aumento del biglietto ha precisato che eventuali proposte di successivi balzelli andranno motivate in base ai vari parametri previsti dalla legge (dai livelli qualitativi di accoglienza al numero annuo di ingressi). Una notazione, infine, sui cartelli apparsi di recente fuori dal castello con alcuni strafalcioni sulle parole in inglese: «Me ne vergogno, ma sono sviste che succedono. Ho dato subito incarico di correggere», chiude Caburlotto.

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