Castello di Miramare Il biglietto più caro scatena la protesta
TRIESTE Tutto il mondo del turismo è in agitazione per il rincaro di un terzo del biglietto di ingresso al Castello di Miramare, che dal 12 maggio passerà da 8 a 12 euro. Il motivo? Da questa data fino a dicembre la maggiorazione andrà a coprire i costi del nuovo percorso “immersivo e multimediale” che aprirà i battenti alle Scuderie, in cui si incontreranno l’imperatore del Messico Massimiliano d’Asburgo e l’artista Édouard Manet, che raccontò con la sua pittura le responsabilità dei francesi nella fucilazione dell’arciduca d’Austria.
Il caso è già scoppiato, non solo per l’aumento – già registrato in passato ma all’epoca pari a solo due euro in più, per la mostra del Liberty che ebbe grande successo –, ma anche perché agenzie di viaggio, tour operator e guide turistiche denunciano che la novità sarebbe stata comunicata solo pochi giorni fa attraverso il passaparola. A rimetterci dei soldi potrebbero essere in alcuni casi gli stessi operatori. Andreina Contessa, la direttrice del Castello, che ha curato l’esposizione con Rossella Fabiani e Silvia Pinna, spiega il perché del costo aggiuntivo, che comunque non potrà essere separato dal ticket per l’ingresso al Castello: «È una mostra unica nel suo genere, mai realizzata fino a ora, è una vera e propria esperienza, i cui costi, visti i mezzi anche multimediali, sono maggiori». Ma la direttrice precisa che non era suo compito inviare queste informazioni agli operatori turistici: «C’è una concessionaria, la cooperativa Verona83, con sede nella città veneta, che si occupa dei servizi aggiuntivi. E conferma che è stata inviata l’informativa. È normale che i tour operator si lamentino ma altrove nessuno li ascolterebbe, perché l’aumento del biglietto è accettato in tutto il mondo. E confermo anche la pubblicazione delle informazioni sul nostro sito da mesi. Non si può arrivare a tutti, sta alle guide informarsi e capita che i prezzi cambino».
Eppure, a testimoniare che così non sarebbe andata spunta ad esempio Promoturismo Fvg. «A oggi non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dell’aumento – commentano dagli uffici –, è stato scoperto tutto per caso sul sito web». E anche il tour operator Michelangelo, con sede sul Lago di Garda, afferma la stessa cosa: «Questo tipo di mostre ai nostri clienti, soprattutto tedeschi, non interessa, hanno già un programma prestabilito, vogliono visitare il Castello e basta. Forse ci rimetteremo noi – annota Mirko Frisinghelli dell’agenzia –. Abbiamo mandato una mail al Castello con la richiesta di mantenere il prezzo originale, ma non abbiamo ricevuto risposta». Anche le triestine Key Tre viaggi e Julia Viaggi (che afferma di aver saputo la notizia ieri) sottolineano i conseguenti disagi, mentre la Cividin ritiene l’aumento di prezzo «troppo alto».
Le guide turistiche sono seccate. «Gli ospiti pagheranno un biglietto superiore, non avendo però il tempo di vedere la mostra – afferma Pietro Scagnol –. In alcuni casi capiterà che le agenzie saranno costrette a dirottare la visita verso Duino. Quattro euro non cambiano la vita ma non è una cosa ben fatta. Noi combattiamo affinché la regione emerga e si presenti adeguatamente al turista, con prezzi concorrenziali: questi 12 euro, cui se ne aggiungono altri tre tra auricolari e prenotazione, invece corrispondono a un biglietto più caro di quello del castello di Schönbrunn». D’accordo il collega Andrea Gilli: «Aumentare durante la stagione, quando agenzie e tour operator hanno ormai venduto i pacchetti, è scorretto. Potremmo risentirne anche noi se qualcosa verrà annullato». Francesca Pitacco, presidente dell’associazione guide turistiche Fvg, spiega invece come questo sia un aumento «dovuto», anche se aggiunge: «Non sarà facile per noi trovarci all’improvviso a dover illustrare i temi dell’esposizione, dubito avremo il tempo di prepararci». Concludono le due guide Maria Arzon e Marina Abbà: «Sarebbe meglio far scegliere al visitatore cosa vedere con due biglietti separati. La mostra può essere un valore aggiunto ma è scorretto comunicare in ritardo la differenza di prezzo».
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