«Castellani privo di scrupoli, ha massacrato un’inerme»

Depositate le motivazioni del Tribunale del Riesame che ha confermato la detenzione per l’uomo accusato dell’omicidio di Nerina Zennaro Molinari
La casa di via Puccini dove si è consumato l'omicidio
La casa di via Puccini dove si è consumato l'omicidio

TRIESTE Quello di Nerina Zennaro Molinari, 87 anni, l’anziana uccisa nella sua casa di via Puccini, è stato un delitto connotato «da efferatezza senza uguali».

 

Uccisa dal venditore di aspirapolvere
Lasorte Trieste 25/01/16 - Via Puccini 32, Appartamento Sotto Sequestro

 

Vanno giù pesanti i giudici del collegio del Tribunale del Riesame presieduto da Enzo Truncellito e composto da Francesco Antoni e Marco Casavecchia che hanno depositato le motivazioni al ricorso all’ordinanza di custodia cautelare presentato dal’avvocato Maurizio Mazzarella, il difensore del presunto assassino, Tiziano Castellani, 42 anni, ex rappresentante di aspirapolvere Vorwerk Folletto. Le parole che usano i giudici - dopo aver esaminato le prove pesanti come macigni raccolte nel corso delle indagini della Squadra mobile coordinate dal pm Cristina Bacer - assomigliano a quelle utilizzate nelle motivazioni di una sentenza e non certo di un’ordinanza sulla libertà di un sospettato di omicidio. Sono devastanti e assolute.

 

Trieste, il giudice dispone il test del dna per l’omicidio di via Puccini
Tiziano Castellani riportato in carcere dalle guardie

«Castellani - si legge - ha letteralmente massacrato una inerme e anziana donna per conseguire un profitto davvero miserevole, peraltro a lui necessario nell’ottica predatoria che ha contraddistinto il periodo più recente della sua vita e che è entrato nel raggio dell’indagine».

Si legge ancora: «È impressionante - per i devastanti effetti provocati sul corpo dell’anziana vittima - la violenza usata per colpirla: violenza oltretutto sproporzionata alle capacità di resistenza e di reazione della donna, ma anche esagerata - sia pure in un’ottica criminale - rispetto alla modestia del bottino conseguibile». Erano spariti dalla casa pochi soldi e alcuni monili di modesto valore.

I giudici approfondiscono anche un altro aspetto della vicenda. Quello della fuga di gas provocata da Castellani per cancellare le prove del delitto che aveva commesso. Aveva tagliato il tubo del gas e, dopo aver aperto una manopola, l’aveva tolta dalla propria sede bloccando la vite con una forchetta. Aveva quindi chiuso le finestre e se n’era andato portando via le chiavi con cui avevaa bloccato la porta dall’esterno.

 

Nuovi indizi, il venditore resta in cella
Tiziano Castellani mentre viene accompagnato in carcere

 

Scrivono i giudici: «Castellani ha fatto seguire il tentativo di provocare un’esplosione la quale avrebbe devastato l’alloggio di Nerina Zennaro Molinari ma anche dell’intero stabile, con conseguenze devastanti e mortali per tutti i suoi inquilini, anche in considerazione dell’orario serale (ndr, l’episodio si è verificato alle 17.45 del 21 gennaio) nel quale i fatti sono avvenuti».

Ma c’è di più nell’analisi dei giudici. Il collegio del riesame rileva anche un altro aspetto quello della rapida alienazione del bottino. Ecco cosa scrivono: «L’imprudenza (ndr di Castellani) usata nel porre presto in vendita gli oggetti sottratti nei negozi compro oro, non pare dettata da ingenuità, quanto piuttosto dalla brama di monetizzare quanto prima possibile il ricavato dell’attività predatoria; lo stesso atteggiamento che lo ha indotto a impossessarsi di oggetti francamente privi di valore venale come un libretto di preghiere e un santino, nell’intento estremo di ricavare qualche soldo anche dagli stessi». E infine il giudizio assolutamente pesante: «Castellani è un soggetto violento e privo di scrupoli, di elevatissima propensione criminale».

Per queste ragioni, si legge ancora, «non vi è alcuna alternativa possibile alla detenzione di Castellani».

Nella premessa al provvedimento i giudici del collegio hanno esaminato anche l’alibi fornito dallo stesso Castellani durante l’interrogatorio davanti al pm Cristina Bacer e lo hanno smentito del tutto sulla base degli accertamenti eseguiti dagli investigatori della squadra mobile. «L’alibi - si legge - non è semplicemente fallito, ma appare dimostrata la natura menzoniera. Castellani ha parlato di fatti avvenuti in epoca anteriore collocandoli temporalmente nel giorno del delitto per giustificare la sua presenza nella zona in cui la vittima risiedeva». Insomma l’alibi se lo era costruito da solo. Ma gli è andata male.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo