Castellani: «Ero in via Puccini. Ma non l’ho uccisa»

Il venditore di aspirapolvere, interrogato per tre ore, si proclama ancora innocente: «Stavo lavorando in una casa Ater»
Tiziano Castellani portato via dalle guardie carcerarie dopo l'interrogatorio in Procura (Lasorte)
Tiziano Castellani portato via dalle guardie carcerarie dopo l'interrogatorio in Procura (Lasorte)

TRIESTE Un nuovo elemento, su cui si concentreranno gli investigatori della Squadra mobile, nelle indagini sul delitto di via Puccini 32. È emerso ieri mattina, durante il lungo interrogatorio di Tiziano Castellani, il 42enne accusato dell’omicidio di Nerina Zennaro Molinari di 87 anni.

Uccisa un'anziana e tentò di far esplodere il palazzo: arrestato 42enne a Trieste
Lo stabile di via Puccini, 32, teatro del delitto (Lasorte)

L’uomo, indagato per le ipotesi di reato di omicidio aggravato, rapina e tentativo di disastro, è stato messo sotto torchio dalle domande del pm Cristina Bacer, alla presenza anche del capo della Mobile Marco Calì oltre che dell’avvocato difensore Maurizio Mazzarella, per oltre tre ore. E proprio in questo lasso di tempo ha ribadito la sua posizione professandosi innocente (era stata l’unica cosa che aveva detto già nel primo interrogatorio davanti al gip Luigi Dainotti dopo l’arresto), e aggiungendo inoltre come quel 22 gennaio scorso le telecamere del commissariato di San Sabba avessero ripreso attorno alle 18 il passaggio in zona della Ford Mondeo che aveva in uso perché era impegnato nello sgombero di un appartamento Ater a circa 500 metri da quello di Nerina Zennaro Molinari.

Un dettaglio sino a ieri inedito, su cui evidentemente la difesa punta. E sul quale ora gli inquirenti dovranno far luce, partendo da un quesito fondamentale: chi aveva affidato a Castellani l’incarico di sgomberare quell’abitazione? Al proprietario o inquilino della casa in questione, una volta individuato, saranno poste tutte le inevitabili e necessarie domande del caso, per capire se le dichiarazioni dell’ex rappresentante della Vorwerk Folletto (dimessosi tre anni fa dall’incarico) corrispondano al vero.

«Non sono io l’assassino di via Puccini»
Lo stabile di via Puccini 32 dove il 22 gennaio scorso fu trovato il corpo di Nerina Zennaro Molinari

Al pubblico ministero, Castellani ha inoltre riferito che l’ultima volta in cui aveva visto la signora Zennaro Molinari era stato a inizio gennaio, nei giorni fra il 4 e il 10, e non il 22, per farsi restituire un giaccone e una giacca riparata dalla donna: l’87enne, infatti, era sarta e - stando al racconto dell’indagato - avrebbe sistemato con ago e filo alcuni vestiti, anche nei mesi precedenti, per lo stesso Castellani, conosciuto tempo prima perché le aveva proposto l’acquisto di elettrodomestici nella sua veste di rappresentante. L’accusato si occupava pure di sgomberi e piccole ristrutturazioni.

Nel corso dell’interrogatorio, l’uomo ha appunto negato il coinvolgimento nell’omicidio e nel contempo ha ammesso le proprie responsabilità in riferimento ad alcuni furti, ai danni di un anziano cliente e dell’attuale fidanzata: oggetti di valore erano stati trovati nella sua casa al momento della perquisizione in febbraio e altri ancora li aveva venduti in negozi “Compro oro”. Castellani, in proposito, ha negato di averlo fatto perché in ristrettezze economiche. Su un punto, poi, nessuna risposta alle domande del magistrato inquirente: il 42enne non ha infatti saputo spiegare come mai vi fosse una trentina di mazzi di chiavi, abbinati a chissà quali serrature, nella sua abitazione. Chiavi fra le quali anche quelle della casa di via Puccini 32 dove viveva Nerina Zennaro Molinari, uccisa dal proprio assassino - secondo la ricostruzione degli investigatori - con violenti colpi inferti alla schiena con un battitappeti. La persona che l’ha freddata avrebbe voluto poi nascondere la sua colpa sotto le macerie provocando - da qui l’ipotesi di reato di tentativo di disastro - con una fuga di gas il crollo dell’intero stabile: il piano criminale è stato però disinnescato dall’allarme, per l’odore di gas, dato dai vicini con il successivo intervento dei tecnici e la chiusura dell’impianto generale.

Trieste, l’assassino sorpreso in casa dalla vittima
La porta dell'appartamento dove viveva Nerina Zennaro Molinari in via Puccini 32 (Foto Lasorte)

Castellani è uscito dalla stanza del pm Bacer qualche minuto dopo le 13. Vi era entrato alle 9.30 assieme al suo legale. Ad attenderlo, nel corridoio del palazzo di giustizia, due agenti della polizia penitenziaria che l’hanno infine riaccompagnato al carcere di via del Coroneo, dove è detenuto. «Presenteremo ricorso al Tribunale del Riesame per la scarcerazione del mio assistito - ha dichiarato a interrogatorio concluso l’avvocato Mazzarella -. Depositerò l’istanza il 20 aprile (domani, ndr). Il mio cliente ha ribadito la sua innocenza, sottolineando di non essere una persona violenta. Peraltro, nell’appartamento di via Puccini, le tracce di Dna individuate non sono riferibili a Castellani. Si tratta di un procedimento indiziario». L’avvocato si è soffermato poi su un ulteriore dettaglio: «Da altre registrazioni di telecamere, risulta che quel 22 gennaio Castellani fosse alle 20.05 in una zona diversa della città, in via Rossetti, e il medico legale indica come possibile orario della morte dell’anziana le 20.45 specificando pure che il decesso potrebbe essere avvenuto in un arco di quattro ore».

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