Cassoni Fincantieri in “soccorso” alla Concordia
di Massimo Greco
TRIESTE
A distanza di un anno dalla commessa del consorzio italo-americano Titan-Micoperi, incaricato da Costa Crociere di rimuovere il relitto della “Concordia”, Fincantieri ha ultimato il lavoro affidatole: i 32 cassoni (inizialmente erano 30), che serviranno a raddrizzare la nave e a riportarla al galleggiamento, sono pronti e in parte già consegnati.
Hanno partecipato alla “collettiva” gli stabilimenti di Ancona, Sestri Ponente, Palermo, Castellammare di Stabia. Secondo fonti aziendali, le maxi-strutture di acciaio fabbricate ad Ancona hanno già raggiunto la meta nell’Isola del Giglio, dopo aver circumnavigato la penisola; anche una parte dei cassoni costruiti nel sito genovese di Sestri Ponente sono in postazione. Questa prima tranche anconetano-ligure è/sarà installata sulla fiancata sinistra della “Concordia”.
In un secondo tempo affluiranno i manufatti realizzati a Castellammare e a Palermo, che verranno invece collocati sulla fiancata destra.
L’accordo tra Titan-Micoperi e Fincantieri risale al 3 luglio dello scorso anno. L’ordine prevedeva la costruzione di enormi cassoni d’acciaio, le cui dimensioni medie raccontano di una lunghezza di 30 metri, di una altezza di 12 metri, di una larghezza di 10 metri. Il peso complessivo del materiale adoperato è stimato attorno alle 11.500 tonnellate, con una media per cassone di poco inferiore alle 400 tonnellate. Il valore della commessa non venne diramato, ma dovrebbe aggirarsi sui 35 milioni di euro.
Qual’è il ruolo dei cassoni Fincantieri nell’operazione “Concordia”? Il primo posizionamento riguarda il lato emerso della nave: le strutture d’acciaio vengono gradualmente riempite d’acqua, per consentire al relitto di raddrizzarsi con l’ausilio di un sistema di martinetti chiamati “strand jack” fissati alla piattaforma subacquea di appoggio. Una volta raddrizzata la “Concordia”, interverranno i cassoni, riempiti d’acqua, anche sull’altro lato. A quel punto i cassoni, sia a destra che a sinistra, saranno svuotati dall’acqua, in modo tale da riportare la nave al galleggiamento e consentirne il traino nel porto di Piombino.
Secondo quanto rilevato in occasione di recenti ispezioni subacquee, sarebbe stata notata la progressiva corrosione dello scafo con iniziali cedimenti, circostanze che potrebbero determinare un ulteriore abbassamento sul fondale.
Il disastro della “Concordia” ha contribuito al terremoto al vertice di Carnival, il colosso crocieristico statunitense che controlla Costa: alla fine di giugno, infatti, Micky Arison ha dovuto lasciare la guida operativa del gruppo ed è stato sostituito da Arnold Donald.
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