Cassa Covid, in Fvg restano da pagare 415 pratiche sulle 9.400 trasmesse all’Inps
TRIESTE Alle 13 di lunedì primo giugno, delle 9.400 pratiche di cassa integrazione in deroga istruite, decretate e trasmesse dalla Regione, l’Inps Fvg ne doveva ancora pagare non più di 415. La fotografia è della direzione dell’istituto, in risposta alla denuncia del coordinamento regionale di Italia Viva, che aveva parlato di non più del 53% di aventi diritto ad aver già percepito la Cig. Una stima che l’Inps smentisce: nessun ritardo, contrariamente a quanto sostengono i renziani. Nel dettaglio dei territori, informa il direttore regionale Paolo Sardi, le pratiche da pagare sono 37 in provincia di Trieste (per 115 lavoratori), 23 a Gorizia (per 211 lavoratori), 348 a Udine (per 829 lavoratori), e sette a Pordenone (per 31 lavoratori), per un totale appunto di 415 pratiche per 1.186 lavoratori interessati su una mole complessiva di oltre 12 mila moduli Sr41 (un numero a sua volta superiore alle domande perché si tratta di certificare più periodi di cassa), trasmessi all’Inps dai consulenti del lavoro delle aziende che hanno fatto ricorso alla misura prevista dai decreti governativi per contenere i danni economici da Covid-19. Come del resto da comunicazione di fine maggio dell’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen, che parlava del 98,2% di pagamenti autorizzati dall’Inps sul totale delle pratiche inoltrate dalla Regione. A conferma, aggiungeva, «di un metodo corretto e lungimirante. La verifica preventiva garantita dagli uffici regionali in fase di istruttoria ha infatti alleggerito il lavoro dell’istituto e permesso di raggiungere il livello di efficienza molto prossimo all’eccellenza, reso possibile anche grazie alla costante e fruttuosa collaborazione con l’Inps regionale».
Sardi sottolinea a sua volta l’importanza della «virtuosa sinergia» con la Regione e ricostruisce il lavoro fatto: «Sin dall’inizio abbiamo posto grande attenzione alla lavorazione di tutte le domande legate all’emergenza, potenziando gli uffici preposti alla lavorazione delle varie tipologie di richieste con la creazione di task force e l’impegno di più di 50 dipendenti. Ciò ha permesso la tempestiva autorizzazione delle domande pervenute dalla Regione e il contestuale invio della comunicazione ai datori di lavoro tramite i loro consulenti». In questa fase, precisa il direttore dell’Inps regionale, sempre con l’obiettivo di procedere con le erogazioni di quanto dovuto ai lavoratori, «è imprescindibile l’acquisizione da parte dei datori di lavoro dell’apposito modulo Sr41 contenente i dati a consuntivo necessari per il pagamento: ore di sospensione, retribuzione, Iban. I presunti ritardi? Lavoriamo su una piattaforma nazionale che richiede elaborazioni di uno o due giorni, ci possono essere errori nella comunicazione dall’Iban e rallentamenti della procedura in banca per il materiale accredito sul conto corrente. Per il pagamento, visti i controlli da effettuale, possono passare dunque tra i due e i cinque giorni. Ma, come dimostra la fotografia di inizio giugno, grazie alla serietà e alla professionalità dei dipendenti Inps della regione che lavorano senza sosta, festivi compresi, dalla metà di aprile, siamo perfettamente in linea con le cose da fare. I dati letti una tantum non danno assolutamente contezza di una situazione che varia continuamente e soprattutto non rilevano l’elemento più importante, ossia che l’apparente giacenza è relativa alla trasmissione dei citati modelli dell’ultimo o penultimo giorno non ancora lavorabili per controlli che non possono non essere fatti, a partire dall’Iban».—
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