Cassa continua sventrata alle Torri: ripresi 4 banditi dalle telecamere

Dai filmati messi a disposizione dalle Coop, s’intravedono le sagome dei ladri poi c’è il bagliore dell’esplosione. I carabinieri sono a caccia di un basista che avrebbe spianato la strada alla banda
Di Corrado Barbacini
Lasorte Trieste 24/09/13 - Via Svevo, Torri d'Europa, Cassa Continua
Lasorte Trieste 24/09/13 - Via Svevo, Torri d'Europa, Cassa Continua

La scena è quella di quattro persone che passano più volte sotto l’occhio di una telecamera. Le immagini che durano pochi attimi sono sfuggenti. All’improvviso su un lato del monitor appare un bagliore. La luce intensa e accecante è quella dell’esplosione della cassa continua dell’ipermercato delle Cooperative operaie posizionata all’esterno dello stabile dalla parte di via Svevo. L’orario è quello delle 2 dell’altra notte.

Su questi fotogrammi stanno lavorando i carabinieri del Reparto informativo comandato da ieri dal capitano Fabio Pasquariello che è stato il suo primo giorno a Trieste. Le indagini sono coordinate dal pm Federico Frezza. Quello degli investigatori è in queste ore un lavoro difficile soprattutto sul piano tecnico. Perché l’obiettivo è quello di dare un volto e un nome ai fotogrammi notturni in origine sfocati e quindi difficilmente ricostruibili. Le indagini sul maxicolpo - mai successo prima a Trieste - partono proprio da questi accertamenti.

Ma sono emersi altri elementi elementi. Il primo è quello delle guardie giurate e del servizio di vigilanza notturna delle “Torri d’Europa”. Le telecamere di sorveglianza mandano le immagini sui monitor posizionati all’interno di una sorta di sala controllo. È un piccolo ufficio dove soprattutto nelle ore notturne lavora un addetto. Non si è accorto di quello che stava succedendo per il fatto che il passaggio dei ladri è stato velocissimo e il bagliore è durato una frazione di secondo. Ma soprattutto questi movimenti non sono stati inquadrati al centro di uno dei tanti monitor posizionati davanti alla scrivania, ma sui lati e appunto per un tempo brevissimo. Se in quel momento il sorvegliante aveva rivolto lo sguardo su un altro monitor, non avrebbe - come è stato accertato - avuto la possibilità di percepire che le ombre dei ladri all’opera.

L’altro elemento che viene attentamente vagliato è quello del vigilante esterno. In pratica, secondo la ricostruzione degli investigatori, i ladri hanno agito subito dopo il passaggio del vigilante. Erano nascosti - forse dietro a un cassonetto - proprio per agire dopo il controllo. Controllo che non avviene a orari fissi.

L’ipotesi ritenuta verosimile dagli investigatori è che qualcuno dall’interno delle “Torri d’Europa” abbia in qualche modo fornito ai malviventi le informazioni necessarie per mettere a segno il colpo. Insomma si punta a una talpa. Anche perché - secondo alcune informazioni non confermate - pare che sia stato un fatto inconsueto il “carico” di bussolotti pieni di soldi nella cassa continua (circa 100mila euro). In genere, spiegano alcuni dipendenti, i versamenti sono normalmente di entità inferiore. Eppure l’altra sera di soldi nella cassa continua ce n’erano tanti. I carabinieri stanno anche effettuando un altro accertamento. È quello relativo agli appostamenti nei giorni precedenti al colpo. È evidente che un furto del genere è stato organizzato da professionisti con grande meticolosità in tutti i particolari. Pertanto non è difficile ipotizzare che qualcuno della banda abbia stazionato durante le notti precedenti al colpo magari fotografando la scena ma soprattutto studiando tutte le eventualità. Anche le eventuali vie di fuga dopo il colpo o in caso di contrattempo.

E il punto dove è stata fatta saltare la cassa continua indica che chi lo ha scelto ha anche pensato a come scappare il più rapidamente possibile. Ma anche al fatto che il botto dell’esplosione (la porta d’acciaio della cassaforte è volata per una decina di metri) non è stato udito. Gli unici vicini sono i vigili del fuoco. Neanche loro hanno sentito il fragore dell’esplosione.

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