Caso Sain, Fideuram: niente risarcimenti
La banca ai risparmiatori truffati: non emesse da noi le false rendicontazioni. Federconsumatori: azione collettiva
TRIESTE. Saranno i clienti, soprattutto i piccoli risparmiatori, a subire le conseguenze delle carte false di Rodolfo Sain, 48 anni, il promotore finanziario monfalconese finito nella bufera e indagato per truffa dal pm Lucia Baldovin.
Banca Fideuram lo dice chiaramente: non risarcirà i loro investimenti, che per qualcuno sono i risparmi di tutta la vita. In totale si parla di ben oltre 2 milioni di euro. E Federconsumatori ha annunciato un’azione collettiva al fine di sbloccare una situazione sempre più aggrovigliata. La banca non pagherà per il semplice motivo che gli investitori si sono fidati dei rendiconti contabili “corretti” con lo scanner e inviati da Sain, ma non hanno controllato contestualmente quelli che a cadenza regolare venivano inviati loro per posta dalla banca stessa.
Per questo nei giorni scorsi dalla sede legale di Fideuram sono partite decine di lettere raccomandate indirizzate ai clienti che avevano informalmente chiesto il risarcimento. Vi si legge: «Le evidenziamo che il signor Sain aveva il compito di promuovere la conclusione di contratti relativi a prodotti collocati dalla banca, in conformità ai relativi moduli e prospetti informativi. Le rappresentiamo - continua la lettera - che la (falsa) rendicontazione non è un documento di nostra provenienza e ne disconosciamo integralmente il contenuto, e che fanno fede le rendicondazioni attestanti il patrimonio investito e le movimentazioni poste in essere, periodicamente inviate dalla Banca e sinora mai contestate».
Per questo motivo Federconsumatori ha annunciato che «procederà a un’azione collettiva, riunendo tutti i risparmiatori che si sono rivolti ai suoi sportelli di Trieste e Monfalcone e assieme a tutti gli altri che vi vorranno aderire. Tale iniziativa ha il fine - si legge in una nota dell’associazione - di ottenere una maggiore forza contrattuale nei confronti della banca e conseguentemente maggiori possibilità dell’ottenimento di un congruo risarcimento». Gli stessi Consumatori ricordano poi «come a carico dell’istituto di credito sia costantemente riconosciuta dalla giurisprudenza la responsabilità per l’operato del promotore finanziario che ne ha speso il nome».
Secca la replica di Banca Fideuram: «No comment». Poi, a microfoni spenti, viene spiegato che al momento «non abbiamo ricevuto nulla di ufficiale» su eventuali azioni legali. Insomma, se i consumatori che hanno perso i soldi vogliono far causa, la facciano pure. La spiegazione tecnica dell’atteggiamento così risoluto di Fideuram è che in sostanza nei casi in cui Sain aveva proposto ai risparmiatori interessi fuori mercato (anche del 10 per cento) e i clienti avevano effettuato versamenti “difformi” - cioè in contanti o in assegni in bianco - la banca non si ritiene responsabile, ma semmai «c’è una corresponsabilità» tra le azioni di Rodolfo Sain e quelle dei suoi stessi clienti. Infatti - così è emerso dalle indagini coordinate dal pm Lucia Baldovin - in molti casi “Rudy” Sain avrebbe ricevuto fuori degli uffici della banca di via San Nicolò - comunque non nella sede deputata - contanti e, in altre circostanze, assegni intestati a lui o addirittura in bianco. Titoli che poi lui stesso aveva compilato e quindi versato in uno dei suoi conti correnti. Come dire che se qualcuno si è fidato solo delle carte false del promotore monfalconese senza leggere gli estratti conto inviati periodicamente dalla stessa Banca Fideuram, sono fatti suoi. La causa insomma si giocherà tutta su questo punto. Tant’è che la stessa Banca Fideuram precisa nelle lettere inviate ai clienti spennati di aver «risolto il contratto di agenzia in essere con il signor Rodolfo Sain in data 30 marzo 2011» e di avere «comunicato i fatti occorsi alla Consob in data 31 marzo 2011».
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