Caso Rosato, Sel resta in bilico Nessuno fa un passo indietro
C’è un nodo politico che rimane ancora irrisolto. E ha il nome di Sel. Sinistra ecologia e libertà, forza di maggioranza nel centrosinistra che in Comune sostiene il sindaco Roberto Cosolini. La riunione di coalizione, convocata ieri per un chiarimento sul “caso Rosato”, si è chiusa con un Marino Sossi, capogruppo dei vendoliani nell’assemblea municipale, tutt’altro che soddisfatto. Tanto da affermare, dopo quasi un’ora e mezza di confronto a palazzo Cheba: «Venerdì (domani, ndr) è in programma un’assemblea pubblica per iscritti e simpatizzanti di Sel nella nostra sede in via Martiri della Libertà. Lì ci confronteremo e decideremo come andare avanti in una situazione che resta complicata». Il bivio: «Decideremo se uscire dalla maggioranza o restarci - aggiunge Sossi -. Ma o cambia l’impostazione dei rapporti in maniera netta oppure, che noi si sia fuori o dentro, continueremo a non stare zitti».
Il tema del faccia a faccia, come noto, era l’affidamento da parte del Comune all’ex direttore della Ferriera, Francesco Rosato, dell’incarico di assistenza tecnica per la valutazione degli aspetti economico-ambientali relativi alla riconversione industriale dell’area dello stabilimento di Servola. Consulenza su cui il centrosinistra ha mostrato una diversità di vedute sfociata nel voto di lunedì notte in Consiglio comunale, con Sel a esprimersi assieme all’opposizione contro la scelta dell’amministrazione, l’Idv ad astenersi e la Federazione della Sinistra - con Iztok Furlani› - fedele alla maggioranza per “questioni di metodo” in attesa del vertice di ieri. La riunione tanto attesa ha confermato in primis un dato: le perplessità - legate principalmente al coinvolgimento di Rosato nell’inchiesta giudiziaria sulle discariche abusive proprio nell’area della Ferriera di Servola - sono rimaste tali in chi già le aveva esternate, mentre la convinzione di chi si era sempre speso a favore della decisione del Comune non è stata scalfita. Nessuna retromarcia. Presenti al vertice, oltre al citato Sossi per Sel, il sindaco Roberto Cosolini e l’assessore allo Sviluppo economico Fabio Omero, per il Pd Giovanni Maria Coloni e Pietro Faraguna, per l’Idv Paolo Bassi, la Federazione della Sinistra con il segretario provinciale di Rifondazione comunista Antonio Saulle, l’omologa per i Comunisti italiani Bruna Zorzini Spetic e il presidente del Consiglio comunale Iztok Furlani›, per Trieste cambia Roberto Decarli e il presidente della “civica” Fabio Samec e infine Patrick Karlsen dei Cittadini.
Un impegno è stato comunque definito all’unanimità. La coalizione si confronterà più spesso. «Abbiamo condiviso - fa il punto il sindaco - che va migliorato il metodo con discussioni più tempestive e complete, e maggiore continuità. Quanto alla gestione dei lavori in aula, le questioni vanno verificate prima». In modo da evitare fratture come quella di lunedì notte. «Abbiamo fatto una messa a punto», rileva ancora Cosolini. L’operazione di rinsaldamento politico del dialogo fra le parti muove già verso un appuntamento calendarizzato: «Ci rivedremo - aggiunge il primo cittadino - nel pomeriggio dell’11 febbraio per definire le priorità del 2013. In ogni caso, facciamo tesoro di quest’esperienza». Per il sindaco, insomma, il «momento di crisi» (nella sua stessa definizione) è archiviato. Ma la bufera sarà davvero passata completamente? A sentire Sossi, non del tutto: «Da parte nostra è giunta la richiesta di un altro approfondimento politico, per capire come si va avanti sui temi dell’economia cittadina e sull’occupazione. La consulenza - ritorna al tema di scontro politico il capogruppo di Sel - ha creato più problemi di quanti già ne avevamo. Credo sia stato un errore. Su alcune cose non esistono patti: la sinistra va ricostruita su alcune impostazioni di fondo». E in ultimo: «Resta alta in ogni caso l’attenzione. Rosato - conclude Sossi - dovrà produrre un piano nel rispetto della salvaguardia dell’occupazione e di attività più compatibili con l’ambiente».
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