Caso-Rimembranza, niente ordinanze

Romoli risponde al consigliere comunale Gentile: «Provvedimento inefficace. I richiedenti-asilo devono essere trasferiti in altre parti d’Italia»
Un altro giaciglio di fortuna al Parco della Rimembranza
Un altro giaciglio di fortuna al Parco della Rimembranza

«Il Parco della Rimembranza “regno” di clochard e richiedenti-asilo? Il problema esiste. Ormai l’area verde è diventata luogo di attrazione dei disperati. Ma non mi si può chiedere di emanare un’ordinanza perché sarebbe totalmente inefficace. Bisogna risolvere la questione in altre maniere».

C’era da aspettarselo. Sì, era perfettamente prevedibile che il sindaco Ettore Romoli intervenisse dopo il nostro servizio di ieri. «Se bastasse un’ordinanza, non esiterei a firmarne non una, ma due. In realtà, non si può pensare di far sgomberare quelle persone da un luogo perché, il giorno dopo, si sposterebbero altrove». Il sindaco svela anche un retroscena inedito. «Nei giorni scorsi, un gruppo di richiedenti-asilo si è accampato nuovamente in riva all’Isonzo. I carabinieri, nel corso dei consueti e routinari controlli, li hanno individuati e li hanno invitati a lasciare la zona perché lì vige un’ordinanza dai contenuti precisi e perentori. Evidentemente, queste persone si sono spostate al Parco della Rimembranza. Poniamo che il sottoscritto firmi un’ordinanza che rende off limits anche l’area verde. Cosa rischia di accadere? Che si spostano magari ai Giardini pubblici. Questo per dire che la problematica va affrontata organicamente e strutturalmente: i profughi, come già successo per il capannone (l’ex concessionaria Lancia, ndr) di via Trieste, devono essere condotti in altre parti d’Italia. Su questo punto, solleciterò nuovamente il prefetto e scriverò al ministro dell’Interno Alfano. Per gli altri casi (i clochard) interverranno i Servizi sociali».

Rifugiati e poveri i nuovi “padroni” del Parco
Un nutrito numero di senzatetto, in larga parte richiedenti asilo, al Parco della Rimembranza

Peraltro, annota il primo cittadino, l’ordinanza rischia di essere totalmente inefficace anche per un altro motivo. «Il consigliere comunale Fabio Gentile ricorderà sicuramente che il Comune emanò qualche anno fa (quando esplose il caso di Elsa, la donna sarda accampata ai Giardini pubblici) un’ordinanza che, però, è stata dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale. Che senso ha firmare un altro provvedimento similare con il rischio che faccia la stessa fine? Ripeto: l’unica via da perseguire porta al Prefetto e al ministero dell’Interno ed è questa la strada che intraprenderò».

Tutto nasce dal nostro servizio di ieri in cui davamo conto del triste destino del parco cittadino che si affaccia a Corso Italia. Ci sono panchine che vengono utilizzate come giaciglio ma anche l’area verde e lo spiazzo in ghiaia sono diventati rifugi di fortuna per i senzatetto. Ci sono cespugli trasformati in vespasiani (ma bisogna acquistare la carta igienica al supermercato). Insomma, una situazione di degrado che si evidenzia, puntualmente, con il calare delle tenebre. Molte erano state le segnalazioni giunte alla redazione che evidenziano come la misura sia ormai colma. Da parecchi giorni ormai il parco si era (e si è) trasformato in un... piccolo dormitorio all’aperto. Nei giorni scorsi avevamo dato conto dell’arrivo di alcuni “ospiti”: un paio di clochard fra cui Elsa, la donna di origine sarda che qualche anno fa fece parlare di sé in città per essersi accampata a lungo ai Giardini pubblici di Corso Verdi non disponendo di una fissa dimora. Oggi, i senzatetto si sono moltiplicati, raggiungendo anche le quindici unità. E molti di loro sono richiedenti-asilo: diventate off limits le rive dell’Isonzo, chiusa l’ex concessionaria di via Trieste, esauriti i posti al Nazareno e all’hotel Internazionale, i profughi si sono sistemati alla bell’e meglio nel parco. Qualche coperta, ombrelli per ripararsi dalla pioggia, rustici cuscini e tanti cartoni e il letto è fatto. Ma i cittadini, dicevamo, iniziano a rumoreggiare, a protestare, a farsi sentire. Non possono sopportare di vedere il parco della Rimembranza ridotto in questa maniera. A farsene portavoce era stato il consigliere comunale (già vicesindaco) Fabio Gentile. «Non parliamo soltanto di Elsa ma di una quindicina di persone che ormai da parecchio tempo dormono all’addiaccio ogni notte. E non da tarda sera, ma anche già a partire dalle 21, alle volte. Questa è Gorizia. La scena si commenta da sé. Basta dare un’occhiata alle foto. Non si possono lasciare quelle persone lì: rischiano di morire di freddo. E poi, la situazione che si è venuta a creare è indecorosa - attacca il consigliere comunale di maggioranza -. Questa è un’area verde storica della città, con molti monumenti, con molti significati, con molte memorie. Il sindaco deve avere la forza e il coraggio di emanare un’ordinanza perché così non si può più andare avanti».

Probabilmente, Gentile presenterà anche un’interrogazione in uno dei prossimi consigli comunali. Ma la risposta del sindaco Ettore Romoli è già arrivata oggi attraverso le pagine de “Il Piccolo”.

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