Caso rigassificatore al Tar: la Regione sfida Gas Natural
«La Regione si costituirà in giudizio davanti al Tar contro il ricorso di Gas Natural Rigassificazione Italia, anche per dare un segnale d’immutata contrarietà al progetto di rigassificatore così come è presentato allo stato attuale». All’indomani della mossa giudiziaria del colosso dell’energia, che chiede l’annullamento del decreto ministeriale del 18 aprile scorso con cui è stata sospesa l’efficacia del decreto di compatibilità ambientale del luglio 2009 per il progetto del rigassificatore di Zaule e opere connesse, arrivano le reazioni. Quella della Regione è stata espressa, appunto, dall’assessore all’Ambiente Sara Vito.
«Ne abbiamo discusso in giunta - precisa - e ci siamo trovati concordi: in quanto soggetto chiamato in giudizio, la Regione si costituirà. È un modo anche per offrire all’esterno un segnale di opposizione al progetto per Zaule. Per ora è solo una questione di iter procedurale, poi si vedrà».
Sulla stessa linea anche il Comune di Trieste, come spiega il sindaco Roberto Cosolini. «Gas Natural - attacca il primo cittadino - aveva e ha il diritto di procedere a tale mossa e ha deciso di avvalersene. Vedremo come andrà a finire. Da parte mia posso solo ribadire il “no” al progetto, peraltro già espresso più volte in passato».
Nello specifico, la società che per conto della gruppo Gas Natural Fenosa vuole realizzare il rigassificatore di Zaule ha aperto una battaglia giudiziaria al Tar del Lazio poiché ritiene illegittimo l’atto del Ministero dell'ambiente, firmato dall’allora ministro Corrado Clini e controfirmato dal collega dell'epoca ai Beni culturali Lorenzo Ornaghi (fase finale del governo Monti), con il quale sono stati dati sei mesi di tempo a Gas Natural per individuare una localizzazione alternativa per l’impianto, compatibile con il Piano regolatore portuale, o all'Autorità portuale per modificare il proprio Piano regolatore in modo da renderlo compatibile con il progetto del terminale. Gas Natural, dunque, si è messa contro ben tre ministeri (Ambiente, Beni culturali e Sviluppo economico) l’Autorità portuale, la Regione Friuli Venezia Giulia, la Commissione tecnica di verifica dell'impatto ambientale Via e Vas, il Comune e pure l’Ezit e la Siot. In base a studi dell’Authority, lo sviluppo del traffico marittimo a Trieste e la presenza del rigassificatore non sono compatibili. Il decreto del 18 aprile scorso aveva quindi indotto poi lo Sviluppo economico a sospendere l’iter autorizzativo per la costruzione del terminal. Mercoledì prossimo l’udienza cautelare al Tar laziale.
«Non è strano che Gas Natural tenti la strada del ricorso al Tar, anche se non ci sono i presupposti per ribaltare i provvedimenti ministeriali e regionali impugnati - così la governatrice del Fvg Debora Serracchiani -. Coerentemente, abbiamo deliberato di costituirci in giudizio per sostenere la loro legittimità anche in sede di sospensiva».
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