Caso-Piscina: «Denuncio il Comune, non rispetta gli accordi»
Roberto Abram, presidente della General Service, società che gestisce la piscina coperta comunale di Monfalcone dal 1986, cosa sta succedendo nella struttura di via Capitello del Cristo?
Contrariamente a quanto leggo la piscina coperta è aperta e teoricamente a disposizione del pubblico.
Concretamente invece?
A causa delle scelte dell'amministrazione comunale non abbiamo più la certezza di entrate sufficienti per pagare le forniture del gas, energia elettrica, acqua ecc. e di conseguenza, tra gli altri problemi, non possiamo scaldare l'acqua.
Come si arrivati a questa situazione?
Negli ultimi anni abbiamo fatto sempre presente al Comune verbalmente e per scritto la difficoltà a mantenere in piedi la gestione vista l'esiguità del contributo rimasto invariato dal 2006 a fronte dell'aumento dei costi di gestione del 35-40 % e risultando obbligati a mantenere le tariffe calmierate. Il Comune non ha ritenuto di adeguare il contributo neanche a fronte di una crisi economica. Ma il vero nodo è la questione del contratto di gestione.
Nel 2006 aveva rinnovato il contratto con il Comune di Monfalcone fino al 2018. In conseguenza dell'entrata in vigore di uno dei tanti famigerati decreti Monti, l'amministrazione interpretando il decreto ha deciso di bandire una gara per la gestione. Un parto non semplice con molte ombre. Finché?
Finché siamo arrivati all'oggi. L'amministrazione ha indetto la gara e il mio contratto di gestione è stato deciso unilateralmente si concluderà il 31 dicembre del 2014.
Ovviamente, dissente.
Certo. Con l'assistenza dei miei legali ho già proposto un ricorso al Tar per l'accertamento dell'illegittimità dell'applicazione del decreto Monti fatta dal Comune e temo non sarà l'unico visto che il Comune ha già riconosciuto in parte il proprio errore adottando un provvedimento in autotutela con cui mi restituisce la gestione della sola Aquamica ma ulteriormente complicando la situazione.
Perché?
Avrebbe dovuto o restituirmi tutto o indennizzarmi per la risoluzione anticipata del contratto coprendo tutte le spese e i danni per il mancato guadagno. Con questa decisione la mia società rimane comunque gravata dai mutui che con le sole entrate di Aquamica non è possibile onorare. Per costruire Aquamica ho effettuato investimenti e stipulato mutui con le banche che nel progetto economico originario avrei potuto onorare se la gestione mi fosse stata lasciata, come da accordi contrattuali, fino al 2018. In queste condizioni l'amministrazione mi ha chiuso la possibilità di poter diluire gli impegni finanziari nei tempi programmati. Pertanto promuoverò personalmente e tramite la società le azioni rivolte ad ottenere il risarcimento dei danni.
Ritiene ormai impraticabile la ripresa di un dialogo con il Comune?
Ci sono gli impegni di gestione che hanno raggiunto cifre considerevoli. Ho chiesto al Comune la possibilità di un suo intervento finanziario straordinario che però me lo ha negato.
Un intervento ulteriore oltre al contributo che l'amministrazione versa per la gestione dell'impianto?
Sì, anche perchè, come noto anche all'amministrazione, le spese di gestione relative all'inizio della stagione invernale vengono remunerate con la gestione anche del periodo estivo, ma ponendo il Comune il termine ultimo di gestione al 31 dicembre ’14 in pratica inizierei una stagione affrontando solo costi che non recupererò mai il che non è esigibile per nessun gestore.
In tale situazione non si può mettere in condizioni la piscina di funzionare ma nello stesso tempo rischia la denuncia da parte del Comune di non mettere a disposizione del pubblico una struttura comunale che offre servizi.
Procedano pure ma da parte mia non ho nulla da temere. È il Comune che è venuto meno nel rispetto dell'accordo. Ho fatto tutto quello che potevo fare e anche di più. Tengo a precisare che la piscina scoperta e Aquamica sono opere costruite con impegno esclusivo della mia società e, a seguito dell'estinzione del diritto di superficie, diventeranno di proprietà della comunità monfalconese. Indifferentemente dalle motivazioni di legge, non essendoci state gravi inadempienze da parte nostra resta pacificamente una palese illegittima rottura contrattuale unilaterale e, mi si consenta, anche mancanza di buona fede da parte dall'amministrazione comunale nell'esecuzione dei rispettivi obblighi, con le relative conseguenze e responsabilità civili e penali che l'attuale amministrazione non ha mai osato assumersi.
Se lei avesse saputo per tempo che la convenzione sarebbe cessata il 31 dicembre di quest'anno avrebbe accettato la proroga del 2006?
Certo che no. Una situazione che avrebbe fatto desistere qualsiasi concessionario visti anche gli ingenti impegni di gestione e alla luce di un contributo comunale ampiamente sotto dimensionato vista la vetustà dell'impianto coperto e gli incassi irrisori dovuti a prezzi popolari che si devono comunque mantenere e i mutui da pagare per quanto riguarda Aquamica. Tutto ciò non è stato ben compreso dall'attuale amministrazione comunale e soprattutto dagli uffici preposti. Amministrazione del tutto inadeguata a comprendere l'effettività della situazione e quindi il grave pregiudizio derivante per il bene pubblico dal loro operato.
Secondo lei come si può gestire l'impianto con un contributo di centomila euro all'anno, tanto quanto indicato nel bando di gara?
Per la mia esperienza, ritengo che non si può gestire, certamente non con dipendenti e collaboratori qualificati come abbiamo noi.
E allora chi può gestire?
Non è più un problema mio, alla gara non partecipo. Sono però curioso di scoprire chi la vincerà.
I dipendenti: è in regola con il pagamento degli stipendi?
Certamente, i nostri dipendenti hanno sempre percepito lo stipendio, i contributi sono sempre stati pagati regolarmente. Sanno bene gli uffici preposti che è tutto in regola dato che per ricevere il contributo gli stessi fanno richiesta agli istituti previdenziali del Durc.
Quanto ha influito nell'epilogo della sua ultraventennale gestione della piscina l'attrito ormai insanabile tra la sua società General Service, e la Rari Nantes Adria Nuoto scaturito da asserite dispute sugli spazi acqua?
Precisato che il contrasto, se esiste, è unilaterale, non sono in grado di rispondere. Certo è che mi domando se il continuo inveritiero screditamento del nostro operato e quello personale mio e dei miei dipendenti e collaboratori abbia influito su tutta la vicenda.
E adesso?
Ho dato tutto a questa impresa, investendo importanti risorse personali. Mi resta solo la soddisfazione che nessuno potrà mai smentire il fatto che se il Comune di Monfalcone e gli utenti avranno a disposizione in futuro un polo sportivo natatorio unico in Italia, il merito è e sarà sempre nostro. Se posso approfitto per ringraziare pubblicamente tutte quelle persone e sono tantissime che negli anni hanno frequentato la piscina e che mi dimostrano giornalmente la loro vicinanza.
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