Caso Picchione, relazione depositata

L’ispettore Antonio Tarasco ha concluso l’indagine sui lavori della Soprintendenza

Caso Picchione, l’istruttoria è chiusa. L’ispettore inviato a Trieste in Soprintendenza il 19 giugno, il dottor Antonio Tarasco, di 38 anni, ha concluso la sua relazione sui lavori affidati in via diretta, senza gara d’appalto, dalla Soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici Mariagiulia Picchione. Lo conferma lo stesso ispettore da Roma, dove era rientrato il giorno dopo la sua vista. «Sì, posso solo confermare che ho appena depositato la mia relazione al segretario generale Antonella Recchia, di più in questo momento proprio non posso dire perchè lui non l’ha ancora letta». «Si è trattato comunque di un lavoro procedurale complesso che ha comportato l’acquisizione di molti dati da esaminare, spiega il dottor Tarasco. «Oltre che a vagliare i documenti ho sentito sia la dottoressa Picchione sia il dottor Pierpaolo Dorsi». Quest’ultimo regge a interim la Direzione regionale». Non si sa invece se Tarasco ha interpellato anche Giangiacomo Martines, il direttore che da poco è andato in pensione e che per primo aveva invitato Picchione a seguire il criterio della rotazione per l’assegnazione dei lavori.

In sostanza l’ispettore dovrà sentenziare se era corretta o meno la procedura seguita da Picchione la quale aveva affidato quattro diversi lavori alla stessa ditta, la Lepsa di Roma, considerata da lei la più affidabile per interventi urgenti di restauro monumentale. Un impegno finanziario per l’amministrazione di oltre un milione di euro. Una decisione che non è andata giù all’Ance regionale (l’associazione dei costruttori). La categoria ritiene che in regione ci siano decine di imprese con tutti i requisiti per effettuare quelle ristrutturazioni che invece sono rimaste a bocca asciutta proprio in un momento di grande crisi. Da qui la volontà dell’Ance di andare fino in fondo alla questione. Fra circa una settimana il verdetto.

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