Caso Nato, bufera sui vertici dell’Esercito sloveno

Contingente bocciato dalla Nato, il premier rimuove il capo di Stato maggiore. Missioni annullate in Kosovo e Libano

LUBIANA. La bocciatura del gruppo d’élite del 72esimo battaglione Maribor dell’Esercito della Slovenia da parte dei valutatori della Nato ha fatto la sua vittima illustre. Il primo ministro Miro Cerar, infatti, ha destituito il capo di Stato maggiore, generale Andrej Osterman e ha nominato al suo posto l’attuale vice, generale Alan Geder. Decisione sulla quale ha espresso i suoi dubbi il presidente della Repubblica - e per Costituzione capo delle forze armate - Borut Pahor, il quale ha valutato come inusuale un avvicendamento a soli quattro mesi dalle elezioni politiche.

Gli 800 soldati sloveni “bocciati” all’esame Nato


Particolarmente duro il premier nella conferenza stampa in cui ha parlato della vicenda che ha sollevato parecchia polvere nel Paese. «La valutazione negativa della Nato - ha detto Cerar - dimostra che all’interno dell’esercito stanno accadendo dei fatti che né il ministro della Difesa, né lo Stato maggiore hanno sotto controllo. Il nuovo capo di Stato maggiore - ha proseguito - ha il compito di scoprire chi ha sbagliato».

Il primo ministro ha ricordato che di recente il governo ha concesso più fondi all’esercito ma che, evidentemente, non seguono i risultati. E poi ha formulato un’accusa pesantissima ai vertici militari: «Il comando dell’esercito ha deciso di sottoporsi alla valutazione Nato quando erano chiaramente certi che la preparazione dei soldati non era sufficiente». «E questo - ha concluso - è inaccettabile e perciò ho incaricato il ministro della Difesa di scoprire chi ha dato questi ordini e con quale motivazione».

Sta di fatto che chi fa il militare in Slovenia guadagna decisamente poco. Una neoarruolato porta a casa poco più di mille euro lordi al mese, le “vocazioni” alla carriere con le stellette sono precipitate nel Paese al punto che qualcuno del mondo politico sta pensando (non i vertici militari) addirittura di aprire le porte all’arruolamento a tutti i cittadini dell’Ue.

Il ministro della Difesa Andreja Katič dal canto suo ha immediatamente puntato l’indice accusatore sul capo di Stato maggiore Andrej Osterman che è stato immediatamente rimosso dall’incarico. E anche Katič è convinta che i vertici militari sapevano benissimo che le forze d’élite dell’esercito non avrebbero superato la valutazione dell’Alleanza atlantica. Altra decisione del governo è stata quella di annullare le missioni del contingente sloveno in Kosovo, in ambito Nato (Kfor) e in Libano.

Ma c’è di più. Il ministro della Difesa, infatti, ha altresì chiarito innanzitutto di aver avuto notizia dell’esito della valutazione dai media prima che dal capo di Stato maggiore (ulteriore aggravante per Osterman), ma si è anche chiesta come mai proprio i media erano con molta dovizia di particolari a conoscenza di informazioni che hanno la classificazione di “Nato-segreto”. Quindi è stato dato mandato ai servizi segreti militari di scoprire come gli organi di informazione sono giunti in possesso di tali informazioni. Il premier Cerar, comunque, come riporta il Delo di Lubiana, ha voluto fare chiarezza su tutto informando che la bocciatura Nato si riferisce a: capacità di comando, di operatività sul campo di battaglia, spostamenti e trasporti, supporto medico, utilizzo informatico e comunicazioni. Insomma, una Waterloo.

Ma c’è chi, come il ministro degli Esteri Karl Erjavec, ha voluto vedere nella manifesta incapacità del gruppo d’élite dell’esercito l’espressione di una sorta di sciopero bianco nei confronti del governo.

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