Caso Fideuram, 25 i reclami dei clienti

Alcuni risparmiatori hanno sporto querela ai carabinieri, segnalazioni anche a Federconsumatori. L'avvocato dell'ex promotore finanziario: nessuna fuga, già forniti i primi elementi utili alle indagini         

TRIESTE. «Non sono fuggito e sono pronto a fare chiarezza». Lo ha detto Rodolfo Sain, 48 anni, l'ex promotore finanziario della Banca Fideuram con sede in via San Nicolò 4, indagato per truffa e appropriazione indebita. È ritenuto dal pm Lucia Baldovin responsabile di un crac da almeno due milioni di euro. Il denaro che i clienti gli avevano affidato, secondo le ipotesi degli investigatori della Tributaria, è sparito. Volatilizzato. Proprio ieri Banca Fideuram ha indicato al momento nel numero di «25 i reclami presentati dai clienti». Un numero che molto presto potrebbe lievitare, anche in maniera consistente.

Alla Federconsumatori infatti sono giunte cinque segnalazioni di ex clienti di Sain che hanno perduto tutti i loro risparmi. Somme importanti che vanno da un minimo di 80mila fino a 200 mila euro. Ma c'è di più: nei giorni scorsi alla caserma dei carabinieri di via Hermet si sono presentati altri ex clienti. Tutti hanno sporto querela nei confronti di Rodolfo Sain. Qualcuno ha anche rappresentato agli investigatori un elemento singolare, quello dei pagamenti in denaro contante. In pratica, secondo queste segnalazioni, l'ex promotore finanziario che si era guadagnato la fiducia di centinaia di clienti aveva ricevuto denaro contante. Banconote senza ricevuta che erano state consegnate proprio sulla fiducia da piccoli investitori sicuri che "Rudy" sapeva far fruttare i loro risparmi.

Ma quei soldi, stando ai rendiconti finti esibiti dai clienti, in realtà non finivano nei conti della Banca Fideuram, dove comunque secondo le norme non sarebbero mai potuti essere versati. Lapidario il difensore del promotore finanziario, l'avvocato Giovanni Borgna: «Il signor Sain ha già iniziato a fornire alla banca gli elementi utili per la ricostruzione delle operazioni e anche la propria password per collegarsi al sistema operativo». E aggiunge: «Ribadisco che il mio cliente non è sparito, non è mai scappato, come qualcuno aveva ipotizzato. Non c'è mai stata nessuna fuga dalle responsabilità. Sain si è messo a disposizione del pm Baldovin e fornirà tutte le notizie utili per le indagini assumendosi doverosamente le sue responsabilità. Aspettiamo di essere convocati».

Intanto da fonti interne all'istituto di credito emergono alcuni particolari sul meccanismo adottato da Sain per truffare i soldi, secondo un sistema che andava avanti da sette anni. Gli incontri tra Sain e gli investitori avvenivano nelle loro abitazioni o negli uffici, ma mai nella sede di Banca Fideuram in via San Nicolò. In pratica Sain avrebbe approfittato di un vantaggio offerto alla clientela dalla stessa Banca Fideuram: quello di incontrare i clienti in orari e luoghi più comodi per loro. In questo modo l'ex promotore riceveva direttamente gli assegni o addirittura in certi casi i contanti. Il giorno seguente, in un centinaio di casi stando agli accertamenti della Tributaria, questi soldi venivano solo in parte investiti come da contratto. Il resto finiva in conti correnti riconducibili allo stesso Sain.

Poi c'erano i rendiconti. Gli investigatori della Guardia di finanza hanno acquisito una trentina di documenti contraffatti. Fogli realizzati da uno scanner con i loghi della banca in cui erano stati riportati i movimenti contabili delle somme, che in realtà non esistevano più. Il sistema, tanto banale quanto ingegnoso, è andato avanti per sette anni. Poi un cliente ha controllato casualmente il rendiconto vero, spedito dalla banca e non ha trovato nulla in comune con quello consegnato da Sain. È andato a chiedere spiegazioni in via San Nicolò facendo scoppiare il caso. Il giorno dopo la stessa Banca Fideuram ha avviato un'indagine interna e dopo aver rescisso il contratto, ha denunciato l'ex promotore finanziario alla Procura.

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