Caso Ferriera, salta il Comitato portuale

Monassi sconvoca la riunione di oggi in attesa della «formalizzazione» degli esiti dell’incontro avuto a Roma. Regione: sciolti molti dei nodi sollevati dall’Authority
Di Paola Bolis
Silvano Trieste 03/02/2014 Tavolo Comitato Autorita' Portuale
Silvano Trieste 03/02/2014 Tavolo Comitato Autorita' Portuale

Marina Monassi avrebbe potuto sottoscrivere l’Accordo di programma la cui sola firma mancante giovedì scorso a Roma era rimasta quella dell’Autorità portuale. Oppure avrebbe potuto dire no, vedendosi magari a quel punto chiedere di andare al voto per scoprire le carte e valutare il peso di quella posizione. E invece, nulla di tutto ciò accadrà questo pomeriggio. Ieri verso sera il segretario generale dell’Authority Walter Sinigaglia, «d’ordine del presidente», ha diramato ai consiglieri la comunicazione: la riunione del Comitato portuale fissato per oggi - in gioco l’Accordo che di fatto apre la strada al futuro industriale della Ferriera e a quello ambientale dell’area - «è rinviata a data da destinarsi».

La sconvocazione è giunta al termine della riunione che si è tenuta a Roma, su iniziativa del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Era la riunione in cui ottenere quei chiarimenti che il Comitato portuale, al netto della posizione ferma assunta fin dal Comitato di lunedì da Comune, Provincia e Regione sulla validità dell’Accordo in sé, aveva demandato a Monassi di avere su quattro punti sollevati dalla stessa presidente: competenza dell’Authority nella quantificazione e nell’incasso dei canoni demaniali marittimi; responsabilità per l’inquinamento dell’area; oneri di bonifica dei sedimenti marini antistanti la banchina della Ferriera; e la questione del mancato inserimento, nell’area perimetrata dall’Accordo, della zona in cui ricade la montagna di scorie la cui rimozione l’Authority annota esssere indispensabile per l’avvio dei lavori della piattaforma logistica. Con un onere di almeno 10 milioni di euro di cui l’Authority stessa non dispone. Un ostacolo tale da pregiudicare l’avvio di un’opera fondamentale per il futuro del Porto. Questione di denaro e di paventati sbilanci della Torre del Lloyd, insomma, anche se lunedì la presidente aveva rilevato di non essere stata tenuta al corrente delle fasi di elaborazione del testo dell’Accordo.

Ma tant’è. Monassi, che la scorsa settimana a Villa Madama aveva ritenuto di non essere presente alla firma istituzionale tra ministri, sindaci e presidenti di Regione preferendo inviare il segretario generale dell’Authority, ieri al tavolo convocato al ministero - presenti Capitaneria di Porto, alti funzionari della Regione e dei dicasteri di Trasporti, Sviluppo economico e Ambiente - ha ritenuto di partecipare di persona. «La riunione ha avuto luogo e i relativi esiti saranno formalizzati a breve dallo stesso ministero», si legge nella nota di sconvocazione del Comitato portuale: «Pertanto» il rinvio.

Una nota del ministero in effetti è già arrivata a Trieste, nella stessa serata di ieri, in vista di un Comitato portuale che non si riunirà. Dalla Regione - che già in risposta alle annotazioni dell’Authority aveva inoltrato a Roma un proprio scritto - si fa sapere che i punti sollevati dall’Authority sono stati ieri chiariti: in serata la governatrice Debora Serracchiani ha sentito al telefono i capi di gabinetto dei Trasporti e dello Sviluppo economico, che hanno confermato come siano stati sciolti molti dei punti evidenziati. Rimane aperta una precisazione di carattere formale che va fatta, ma che secondo la Regione non pregiudica l’Accordo. A Roma si sarebbe anche parlato delle modalità con le quali offrire all’Authority le garanzie richieste nell’ambito di un documento della cui importanza «per il nostro territorio sotto gli aspetti economici, sociali e ambientali» la stessa Monassi già lunedì si era detta consapevole. Alla luce di questi fatti, una considerazione arriva dal palazzo regionale: mentre «non si comprende perché il Comitato portuale sia stato sconvocato», rimane invariata la volontà della Regione di raggiungere una condivisione di tutti i soggetti coinvolti nell’Accordo, nell’interesse di cittadini e lavoratori. E si continua ad auspicare che non vi siano strappi istituzionali.

Netta, intanto, la dichiarazione del sindaco Roberto Cosolini: «Stupefacente la sconvocazione del Comitato, perché da quanto sappiamo sulla base delle controdeduzioni motivate della Regione tutti gli aspetti erano stati chiariti. Mi pare che sia stato solo un modo per salvare la faccia facendo vedere che la situazione era più complicata di quanto fosse in realtà. La città, la stragrande maggioranza delle persone alle quali sta a cuore una soluzione positiva su occupazione e risanamento ambientale, non ha voglia di aspettare tanto. Spero che ora non ci si inventi qualcos’altro».

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