Caso di Tbc a scuola a Staranzano, scatta la profilassi
STARANZANO. I sintomi facevano presupporre uno stato influenzale. Ma ad ulteriori controlli è stata diagnosticata una tubercolosi polmonare. Il ragazzo, 15 anni, è stato ricoverato in una struttura specialistica regionale, sottoposto a specifica terapia antibiotica. L’individuazione del caso è avvenuta lo scorso fine settimana. Si tratta di uno studente dell’Istituto Einaudi Marconi di Staranzano.
L’Azienda sanitaria ha attivato il protocollo in ordine alla vigilanza sanitaria. Sono stati circoscritti i possibili casi definibili come contatti stretti, per i quali saranno eseguiti gli accertamenti. Ieri il dirigente Marco Fragiacomo ha postato sul sito scolastico una circostanziata comunicazione informativa. Protocollo sanitario partito tempestivamente. Sulla base delle Linee Guida nazionali e internazionali, nonché della circolare del ministero della Salute del 2009. Le indicazioni ministeriali prevedono un intervento differenziato nell’ambito della comunità sulla base del tempo di contatto-esposizione. Interventi nell’ambito della prassi consolidata. A partire dai sopralluoghi all’istituto, nonché la raccolta delle informazioni circa la vita didattica del ragazzo. Le modalità di sorveglianza contemplano accertamenti a cerchi concentrici. Il primo “step” coinvolgerà i genitori del ragazzo ammalato e i compagni di classe. Saranno sottoposti al cosiddetto test di intradermoreazione secondo Mantoux. Consiste in due fasi, il test “a tempo zero” e il secondo dopo 60 giorni.
Oggi pomeriggio l’Azienda sanitaria Isontina Bassa Friulana incontrerà i genitori dei compagni di classe del 15enne. Domani, ha spiegato il direttore sanitario aziendale, Gianni Cavallini, i ragazzi saranno sottoposti al test, come pure i genitori dello studente ammalato. A fronte di esiti negativi, sarà ripetuto il controllo a distanza di due mesi. Cavallini ha osservato: «Siamo di fronte ad un caso isolato. I protocolli di sorveglianza sono stati tempestivamente attivati, attraverso un’indagine epidemiologica, la verifica dei luoghi e dei contatti stretti avuti dal ragazzo per procedere con i test di verifica». In tutti gli eventi diagnosticati, ha aggiunto, il Dipartimento di prevenzione ha applicato i protocolli che hanno permesso di intercettare i pochi casi di Tbc secondari, avviando i percorsi appropriati di trattamento. Il contagio avviene per via aerea. La trasmissione del batterio non è facilissima: la persona malata deve avere una carica batterica molto elevata nell’escreato e il ricambio d’aria ambientale dev’essere scarso o assente.
Solo se i risultati dei test effettuati sul primo gruppo di persone sorvegliate evidenzia casi di trasmissione della malattia, si procede all’allargamento dell’indagine. Cavallini ha parlato di una situazione «sotto controllo», che quindi non desta preoccupazione. Fragiacomo ieri ha postato la comunicazione, allegandovi la lettera informativa dell’Aas, «perché molte sono le persone che hanno a che fare con l’Istituto, mentre genitori e studenti iscritti sono già stati informati della situazione». L’Azienda sanitaria e la scuola, ha spiegato, stanno affrontando tutto con razionalità e trasparenza. «Le iniziative hanno uno scopo puramente precauzionale. Solo i compagni di classe saranno invitati a sottoporsi agli esami diagnostici previsti in questi casi». il dirigente ha ribadito: «La scuola non è “infetta”. Il rischio di contagio è nullo, in quanto lo studente non è presente a scuola, si sta curando e tornerà a frequentare le lezioni quando sarà pienamente guarito. Il batterio responsabile della malattia è presente da sempre nella nostra popolazione e ogni anno determina qualche caso conclamato, perfettamente curabile». Cavallini ha ricordato che l’Italia è definita dall’Oms Paese a bassa endemia di Tbc, in netta diminuzione negli anni passati, attestatasi attualmente su tassi annuali di 3,7 casi per 100mila abitanti. Nel territorio sono stati diagnosticati da 7 a 12 casi l’anno.
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