Caso D'Agostino, il grido d’allarme lanciato da spedizionieri e costruttori di Trieste: «A rischio lavoro e profitti»
Solidarietà all’ex numero uno dalle associazioni Astra e Confetra. Nel mirino l’Anac definita «miope» e «continua fonte di problemi»
Roberto Contessi
TRIESTE Suscita molta preoccupazione la sentenza dell’Autorità nazionale anticorruzione, che ha dichiarato decaduto Zeno D’Agostino dalla carica di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.
Si unisce al coro di solidarietà nei confronti del manager veronese anche Confetra Fvg, la confederazione regionale delle categorie degli spedizionieri del porto di Trieste e doganali, agenti marittimi e terminalisti portuali, rappresentate dai presidenti Stefano Visintin, Lorena Del Gobbo, Alessandro de Pol e Fabrizio Zerbini.
Gli operatori dello scalo, in una nota, sottolineano come la loro comunità abbia appreso «con estrema preoccupazione» la decisione dell’organismo anticorruzione. Il motivo riguarda «il serio rischio che provvedimenti amministrativi pur legittimi, ma miopi – specificano – possano vanificare il duro impegno profuso negli ultimi anni per rilanciare il nostro porto e il sistema logistico ad esso collegato. Un lavoro svolto con Zeno D’Agostino, col quale abbiamo condiviso la visione e la strategia».
E pongono un quesito: «Ci chiediamo, quindi, come sia possibile attrarre investimenti nazionali e internazionali con l’obiettivo di creare ricadute economiche e occupazionali sul territorio ed anche in ambito nazionale, dopo l’ennesima dimostrazione dell’incertezza normativa che caratterizza il nostro Paese».
Scendono in campo a difendere D’Agostino anche Roberto Contessi, presidente di Ance Fvg, e Piero Petrucco, vice presidente nazionale di Ance.
«L’Anac – osserva Contessi – si conferma, anche con questa decisione, più come fonte di problemi che di risposte. Ricordo che in questi anni non ha raggiunto l’obiettivo di snellire le procedure per gli appalti pubblici, anzi le ha complicate, contribuendo ad alimentare il terrorismo psicologico nei funzionari che si sono così barricati dietro le norme più cautelative. E anche in questo frangente, con il tardivo riconoscimento dell’incompatibilità di ruoli del presidente D’Agostino, l’Anac dimostra l’assurdità di una decisione che, arrivando oggi, mette in discussione 4 anni di lavoro».
Gli fa eco Petrucco, che afferma: «Un simile provvedimento mira alle fondamenta la credibilità di una complessa azione di sviluppo economico, che richiede investimenti internazionali necessari per realizzare le strategiche operazioni connesse alla logistica». —
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