Caso-contributi a Gorizia, bufera sull’Istituto Cossar-Da Vinci
Contributi volontari “spacciati” per obbligatori. Ricordate? Il caso scoppiò lo scorso anno con il Polo liceale di Gorizia che finì dietro la lavagna per aver chiesto ai genitori aiuti economici per l’attività scolastica.
Immediate furono le prese di posizione con Giuseppe Cingolani, capogruppo del Pd in consiglio comunale e insegnante dello stesso polo liceale, in prima linea. Ci furono anche le prese di posizione chiare e molto nette dell’associazione di genitori “Essere cittadini” che denunciò i «comportamenti scorretti e illeciti da parte di certi istituti, che subordinano l’iscrizione al versamento di un contributo fatto passare come una prestazione obbligatoria per completare le procedure di iscrizione».
Perché torniamo a parlarne oggi? Perché, a quanto pare, qualche Istituto ha perpetuato questo comportamento. La denuncia è dello stesso Cingolani. L’esponente Pd attacca: «Fuorviare le famiglie facendo passare per un versamento obbligatorio quello che invece dovrebbe essere un contributo volontario: non è certo un comportamento che ci aspetteremmo da un’istituzione pubblica a cui è affidato il compito di formare i nostri figli, eppure è quanto accaduto anche nelle scuole di Gorizia, e sembra essersi appena ripetuto all’Istituto professionale Cossar–da Vinci».
«Le polemiche che l’anno scorso hanno riempito i giornali locali ed i media nazionali, le interrogazioni parlamentari, i ripetuti richiami ai dirigenti scolastici da parte del Ministero e dell’Ufficio scolastico regionale: incredibilmente nulla di tutto ciò sembra essere servito, a sentire le segnalazioni di alcuni genitori. Segnalazioni che sono confermate da quanto si legge nella circolare, pubblicata anche sul sito della scuola, che il dirigente del Cossar-da Vinci ha rivolto ai genitori e agli studenti lo scorso 3 febbraio: “L’erogazione liberale finalizzata all’innovazione tecnologica della scuola, di importo pari a 80 euro, che è stata deliberata dal Consiglio d’Istituto nella seduta del 29 novembre, deve ritenersi obbligatoria in quanto riguarda le spese che la scuola sostiene per: l’assicurazione personale integrativa, il libretto personale, il materiale di consumo dei laboratori, le fotocopie, l’aggiornamento delle aule speciali e dei laboratori, la manutenzione delle attrezzature didattiche, e tutte quelle spese necessarie per assicurare un adeguato supporto tecnologico all’azione didattico-formativa dei docenti”».
Cingolani evidenzia, giustamente, la grossolana contraddizione di una «erogazione liberale obbligatoria»: contraddizione che «rivela già da sola la fallacia della richiesta. La circolare del dirigente, in modo del tutto improprio, pone sotto la voce “erogazione liberale” alcune spese di natura molto diversa. Le famiglie sono tenute a rimborsare solo le spese che la scuola sostiene per loro conto, come quelle per l’assicurazione personale integrativa e per l’acquisto del libretto personale, oppure una parte delle spese per il materiale consumato nei laboratori. Il contributo per tutte le altre voci elencate nella circolare, invece, non può essere obbligatorio. Il Ministero ha ribadito, nella comunicazione del 20 marzo 2012, che le scuole possono chiedere un contributo per l’ampliamento dell’offerta formativa, ma solo chiarendo alle famiglie che si tratta di un versamento “assolutamente volontario”. Nella nota del 7 marzo 2013 il Ministero invita “tutti i dirigenti scolastici ad astenersi da qualunque comportamento volto ad esigere coattivamente il versamento di contributi”, in quanto un simile comportamento “non solo è illegittimo, ma si configura come una grave violazione dei propri doveri d’ufficio” e lede il principio costituzionale della gratuità dell’istruzione».
Conclude Cingolani: «Secondo quanto mi hanno riferito alcuni genitori del Cossar-da Vinci, la scuola ha comunicato loro che l’obbligatorietà del contributo sarebbe la conseguenza di una delibera del consiglio d’istituto. Ma la già citata nota del Ministero afferma che “i consigli di istituto, pur potendo deliberare la richiesta alle famiglie di contributi di natura volontaria”, non hanno alcun “potere di imposizione che legittimi la pretesa di un versamento obbligatorio”. La circolare del Cossar–da Vinci prevede anche delle esenzioni per motivi economici, peraltro assai ristrette e da cui sono esclusi gli alunni ripetenti. Ad esempio una famiglia di 4 persone vi ha diritto solo se il suo reddito annuo non supera i 13.160 euro. È vero che da anni la scuola è devastata da tagli che spesso rendono difficile persino lo svolgimento delle attività essenziali, ma non per questo gli istituti possono continuare a rivalersi in modo iniquo sulle famiglie».
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