Caso Colombin a Trieste, ecco i perché dell’addio dell’amministratore
TRIESTE «Dimissioni determinate dalle enormi difformità tra la situazione reale della società e quanto rappresentatomi all’atto della nomina, perfezionata il 6 agosto 2020, e dalla sostanziale impossibilità di eseguire il mandato assegnatomi». Parole dure e inequivocabili quelle contenute nella lettera con cui l’amministratore unico della Colombin & Figlio Spa, il commercialista veneziano Giovanni Loi, ha rassegnato formalmente la proprie dimissioni, con decorrenza immediata, dalla carica assunta poco più di un mese fa. Dimissioni comunicate poi venerdì mattina nell’udienza in Tribunale davanti al giudice Daniele Venier in cui la Procura ha ribadito l’istanza di fallimento.
Si tratta dell’unica frase della lettera che contiene un riferimento alla gravità dello stato in cui si trova la Colombin, pur senza entrare ulteriormente nel merito. Tuttavia, quell’allusione a «enormi difformità» riscontrate da Loi tra la situazione reale e quanto gli era stato prospettato prima di formalizzare la nomina, lo scorso 6 agosto, lascia intendere che le difficoltà attuali dell’azienda siano davvero pesanti. Una situazione tale da indurre il commercialista veneziano a proclamarsi nella «sostanziale impossibilità di eseguire il mandato assegnato». Ora sarà il Collegio del Tribunale a entrare nel merito e a chiarire in modo oggettivo e definitivo quale sia la situazione finanziaria della storica ditta triestina. La sentenza sulla richiesta di fallimento è attesa entro una decina di giorni. Ma le parole di Loi, di certo, non autorizzano l’ottimismo.
Intanto, pur nel protrarsi dell’incertezza sulla sorte dell’azienda, per i 72 dipendenti e le loro famiglie arriva una buona notizia. Sindacati e Regione hanno appena avuto la conferma che l’Inps ha sbloccato la tranche di due mesi (periodo da fine maggio a fine luglio) per quanto riguarda la Cassa integrazione ordinaria Covid. I soldi potranno arrivare subito. Si tratta di una tranche chiesta ancora dalla Colombin & Figlio Spa, mentre per il periodo successivo, quello a partire dall’1 agosto, a chiedere la prosecuzione della cassa integrazione è stata la nuova Colombin 1894, cui è stato ceduto il ramo d’azienda nell’ambito del riassetto societario.
A proposito della Regione, l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen garantisce che il caso Colombin sarà strettamente monitorato: «Stiamo seguendo gli sviluppi con i nostri uffici e siamo in costante contatto coi sindacati – sottolinea l’esponente della giunta regionale –. Quantomeno è stato possibile sbloccare i soldi della cassa integrazione, ma ora non resta che aspettare la sentenza del Tribunale in seguito alla richiesta di fallimento. Solo allora ci sarà modo di capire che strada intraprendere». «Salvare la Colombin non spetta a noi – aggiunge ancora Rosolen –, ma siamo pronti a mettere a disposizione tutti gli strumenti possibili per tutelare i lavoratori, confrontandoci con i sindacati». Tra gli strumenti a disposizione, anche in caso di rigetto dell’istanza di fallimento, ci sono cassa integrazione straordinaria e corsi di formazione. —
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