Caso centralinisti, ricorso al Giudice del lavoro
GORIZIA Si apre un nuovo fronte nella contestata procedura di selezione (ma «assolutamente regolare», secondo il direttore generale dell’Aas Bassa Friulana-Isontina, Antonio Poggiana) per l’individuazione di 12 posizioni di operatore tecnico, categoria B, a tempo pieno e indeterminato e, per operatore tecnico addetti alla portineria/centralino da destinarsi alle strutture operative dell’Azienda. Il caso, come si ricorderà, venne sollevato in Consiglio comunale dal capogruppo forzista Fabio Gentile.
Ad intervenire oggi è l’avvocato monfalconese Marco Bianca che tutela gli interessi di 7 dei 12 operatori che oggi sono a casa e che svolgevano questa mansione con contratto di lavoro interinale.
Ebbene, i sette hanno deciso di fare ricorso al Giudice del lavoro. La richiesta è quella di rifare nuovamente la selezione perché ci sarebbero «almeno due problemi evidenti», spiega il legale che ha contattato la redazione per illustrare il suo punto di vista.
«La selezione - spiega l’avvocato Marco Bianca - prevedeva anche una prova pratica che non è stata mai effettuata. Tutto si è limitato a una prova orale che, più che un colloquio, era una domanda a testa fra i contendenti». Che, ricordiamo, erano ben 180 per soltanto 12 posti. «Ergo, la selezione non si è svolta integralmente», ravvisa il legale che ha fatto notare questa “incongruenza” al Giudice del lavoro che è chiamato a dirimere la questione.
L’altra “stranezza” è costituita dal fatto che il bando richiedeva che ci fossero almeno tre mesi di “esperienza” in questo specifico settore. «La verifica sulla rispondenza di questo requisito - spiega ancora il legale - doveva essere portata a termine dal Centro provinciale per l’impiego (Cpi). Ma l’ente preposto non ha effettuato l’approfondimento richiesto e si è limitato a raccogliere delle autocertificazioni. Questo è il motivo per cui si sono presentati alla selezione ben... 180 partecipanti». Difficile immaginare che così tante persone - il ragionamento di fondo - possano avere avuto un’esperienza di 90 giorni in quello specifico e circoscritto settore professionale.
C’è un altro aspetto. Che sembra aver danneggiato non poco i centralinisti. Ovvero: la procedura di selezione, così come è stata concepita, ha fatto sì che gli interinali si siano ritrovati in fondo alla graduatoria e, quindi, con possibilità zero di vedere trasformato il proprio posto di lavoro in un contratto a tempo indeterminato. «Peraltro, si tratta di una mansione che garantisce 1.200 euro al mese. Non sicuramente una grossa cifra ma nemmeno disprezzabile in questo momento storico», spiega il legale.
E al danno si aggiunge pure la beffa. Perché gli interinali oggi costretti a restare a casa, hanno avuto anche una proroga contrattuale per «addestrare» i centralinisti subentranti. «Insomma, hanno dovuto insegnare il lavoro a chi è arrivato dopo di loro». Questioni che hanno fatto chiedere al Giudice del lavoro di procedere con l’annullamento della selezione. —
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