Caso-Bunker, 1 milione di danno erariale

I beni erano stati ceduti a privati senza alcun ricavo per lo Stato. Indagini portate a termine dalla Guardia di finanza
Di Francesco Fain

Un danno erariale di oltre un milione di euro.

È la cifra accertata dalla Guardia di finanza del Comando provinciale di Gorizia che ha quantificato i danni dei reati di truffa aggravata a danno dello Stato e turbativa d’asta accertati al termine di investigazioni coordinate dal procuratore aggiunto di Udine Raffaele Tito nei confronti di un funzionario pubblico già in servizio all’Agenzia Demanio Fvg, a Udine, e di tre imprenditori: un’indagine che si era conclusa nell’agosto scorso. Il danno è stato segnalato alla Procura Fvg presso la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti di Trieste. L’inchiesta, lo ricordiamo, aveva riguardato una gara d’appalto indetta nel 2012 dalla direzione Fvg dell’Agenzia Demanio per l’acquisto del metallo derivante dallo smantellamento di 30 bunker difensivi del periodo post-bellico lungo la linea di confine. Fu accertato che neppure l’importo di aggiudicazione della gara (37.550 euro) era stato incamerato dallo Stato poiché erano state prodotte false attestazioni di pagamento. I finanzieri del nucleo di polizia tributaria di Gorizia hanno inoltre rilevato irregolari cessioni gratuite di cupole e torrette metalliche di oltre 400 bunker, tra il 2010 ed il 2012, da parte dello stesso funzionario, per una ipotetica (e non necessaria) bonifica.

Nell’inchiesta erano stati coinvolti Roberto Fusari, 50 anni, di Udine, ex direttore della filiale di Udine dell’Agenzia del Demanio; Giuseppe Burani, 61 anni, di Riccione, titolare dell’impresa Arca e i fratelli romeni Marius Daniel e Bogdan Andrei Trefas, di 31 e 27 anni, residenti a Porto Sant’Elpidio, in provincia di Fermo, titolari rispettivamente della “Tagliofer” e della “Simonelli Armando”.

«In tale contesto investigativo, i finanzieri - si legge in una nota della Gdf - hanno, altresì, rilevato irregolari cessioni gratuite di ulteriori numerose cupole e torrette metalliche dei bunker, avvenute tra il 2010 ed il 2012 da parte del medesimo funzionario pubblico. In particolare, gli approfondimenti svolti dalle Fiamme gialle, al fine di determinare il corrispondente danno erariale, hanno permesso di accertare l’asportazione delle parti metalliche di oltre 400 bunker e che tali “cessioni”, giustificate con un’ipotetica bonifica e messa in sicurezza dei siti, sono avvenute in assenza di qualsivoglia procedura amministrativa e senza alcun ricavo da parte dello Stato. Le oltre 400 coperture metalliche in acciaio balistico facenti parte delle postazioni difensive disseminate nell’intero territorio regionale (individuate grazie alla preziosa collaborazione dell’Esercito, che ha dismesso le opere difensive trasferendole all’amministrazione finanziaria, e della direzione regionale dell’Agenzia del Demanio per il Fvg) sono state asportate tra il 2010 ed il 2012 senza alcuna reale necessità di bonifica/messa in sicurezza dei siti».

La vendita delle circa 6.400 tonnellate di materiale ferroso, ricavato dalla spoliazione delle citate 400 postazioni difensive, apparentemente alienato a favore della Croce rossa italiana sulla scorta di una normativa forzatamente richiamata nelle procedure adottate e tuttavia totalmente disattesa, ha prodotto significativi ricavi ad esclusivo vantaggio delle ditte che hanno asportato i materiali stessi. «Lo Stato - secondo le Fiamme gialle - ha quindi patito un significativo danno poiché, oltre a subire il depauperamento del proprio patrimonio, non ha incamerato alcun importo di denaro dal prelevamento indiscriminato dei materiali ferrosi in argomento e dalla loro vendita. Al termine delle indagini é stato quantificato il danno erariale in oltre un milione di euro, segnalato alla Procura regionale presso la sezione giurisdizionale della Corte dei conti per il Friuli Venezia Giulia di Trieste».

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