Caso-alloggi, strappo insanabile con Ater

Gestione insoddisfacente: il Comune “divorzia” e affiderà a terzi la gestione di 88 appartamenti e 15 unità commerciali. Bando sino al 14 novembre
Di Francesco Fain

Adesso, lo strappo fra amministrazione comunale a Ater è diventato reale, concreto, definitivo.

Il Comune, infatti, affiderà a terzi la gestione del patrimonio immobiliare di edilizia pubblica e altri immobili. Si tratta di 88 alloggi e 15 fra unità commerciali e uffici che verranno amministrate sotto tutti gli aspetti amministrativi, contabili, tecnici e condominiali da un amministratore privato individuato attraverso una gara pubblica, preceduta da una manifestazione d’interesse. La giunta Romoli ha, quindi, dato seguito al suo disegno, illustrato in anteprima da questo giornale un mese fa.

Una contromisura

“necessaria”

Al bando, pubblicato sul sito del Comune, possono aderire tutti gli operatori del settore, anche se è gradita in particolar modo la partecipazione di professionisti nel campo dell’amministrazione condominiale e della manutenzione immobiliare. «Gli interessati - si legge in una nota del Comune - dovranno presentare le proprie candidature per l’affidamento della gestione indirizzando la domanda all’ufficio Patrimonio del Comune di Gorizia, allegando il curriculum indicante le proprie credenziali e competenze entro il 14 novembre. In seguito, sarà il Comune di Gorizia ad attivarsi nei confronti di coloro che saranno considerati come i più idonei all’affidamento della gestione: questi saranno, quindi, invitati a partecipare alla vera e propria gara per l’assegnazione dell’incarico».

Sfumata, dunque, la possibilità di “reinternalizzare” la gestione degli alloggi. «Era una possibilità - rivela Francesco Del Sordi, assessore comunale al Patrimonio -. Ma alla fine abbiamo optato per la gara perché non avevamo le forze nè le competenze adatte per una gestione interna. Per questo, la strada del bando è diventata pressoché obbligata». Aggiunge Del Sordi: «Ci sono talmente tanti validi ed esperti operatori sul mercato che gestiranno in maniera indubbiamente migliore e più efficace di Ater il nostro patrimonio».

Il nodo

del contendere

Ma ecco un riassunto della vicenda che permette di capire i motivi del “divorzio” fra Comune e Ater. La storia parte da una delibera approvata nell’ottobre scorso dalla giunta comunale e intitolata molto chiaramente “Atto quadro per recesso convenzione da Ater”. Tutto era ed è legato alla gestione degli 88 alloggi comunali (affidata appunto all’Ater) che l’esecutivo Romoli riteneva e continua a considerare «non efficiente». Avevamo inquadrato la questione con l’aiuto del sindaco Romoli, l’assessore Pettarin e la dirigente Cisint.

Il 26 giugno scorso, l’Ater inviò una lettera al Comune in cui disdettava la convenzione per l’affidamento della gestione degli alloggi di proprietà comunale e comunicava la possibilità di proseguire la collaborazione a nuove condizioni. «Va detto che la nostra convenzione (che fu siglata nel 2002) era diversa dalle intese siglate fra Ater e gli altri Comuni isontini - spiegarono Pettarin e Cisint - perché prevedeva risorse per la gestione ma anche per la manutenzione degli appartamenti».

In pratica, il corrispettivo dovuto ad Ater per l’espletamento dei compiti era di 635 euro ad alloggio più Iva nella misura di legge, di cui 406,40 euro più Iva (per un totale di 43.631,10 euro per la gestione completa degli 88 alloggi) e 228,60 euro sempre più Iva ad alloggio (per un totale di 24.542,50 euro) per l’effettuazione delle manutenzioni ordinarie. Ma, ad un certo punto, il Comune di Gorizia appurò che degli 88 alloggi di sua proprietà, 15 risultavano «sfitti causa il cattivo stato manutentivo: e parte di questi - si legge nella delibera giuntale - risultano non abitati da diversi anni, per cui si renderà necessario procedere ad una verifica dello stato degli stessi ed agire di conseguenza». Significa che, molto probabilmente, il Comune chiederà i danni. «Chi pagherà la mancata manutenzione? In qualche maniera dovremo tutelarci», sottolineò il sindaco Ettore Romoli che non nascose, un mese fa, il suo profondo malcontento per la situazione che si era venuta a creare.

Alternative alla gestione Ater? Già in quella delibera si abbozzò una soluzione che poi è stata quella effettivamente perseguita: «Gestione in economia che potrà consentire al Comune l’affidamento, a congrui prezzi, della gestione completa a competenti ditte terze tramite avviso pubblico di manifestazione di interesse seguito da gara tra gli interessati sulla base del bando che contemplerà tutte le condizioni contrattuali della convenzione», si legge nella documentazione di un mese fa.

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