Case di riposo slovene, il morbo dilaga

E a Lubiana scoppia il caso dei 780 milioni stanziati dal governo per la Difesa. L’opposizione: «Devono andare alla Sanità»
Il primo ministro della Slovenia Janez Janša, al centro con il camice e la mascherina, nel corso della sua visita al Centro clinico universitario di Maribor. Foto governo della Slovenia
Il primo ministro della Slovenia Janez Janša, al centro con il camice e la mascherina, nel corso della sua visita al Centro clinico universitario di Maribor. Foto governo della Slovenia

LUBIANA Il Covid-19 non allenta il suo morso sulla Slovenia mentre si aggrava la situazione nelle case di riposo del Paese. Ieri i nuovi contagi sono stati 1.024 su 3.432 tamponi effettuati il che significa che il 29,84% di coloro che sono stati sottoposti al test è risultato positivo, dato questo maggiore dell’ultimo rilevamento di sabato. «L’aumento delle positività del sabato non sono una novità - spiega il portavoce del governo Jelko Kacin - quando vengono sottoposti a tampone soprattutto persone con problemi di salute ovvero con evidenti sintomi del virus. Ci preoccupa di più la situazione nelle case di riposo e dal fenomeno degli anziani che riempiono i posti letto negli ospedali». Kacin ha affermato che negli ospedali «la situazione è stabile, gestita, e la pressione si allenta». «Con 85 nuovi pazienti ricoverati - ha precisato - ci si aspettava un aumento nelle terapie intensive che sono invece cresciute di un solo paziente». Nel Paese ieri sono decedute 26 persone in calo rispetto ai dati di sabato.

I problemi maggiori sono stati registrati nelle case per anziani della regione della Primorska. Venerdì è aumentato il numero di persone contagiate, sia tra gli assistiti che tra i dipendenti. Il numero di anziani attivamente infetti è aumentato da 120 a 2.650 unità, mentre, sempre venerdì, sono stati confermati ulteriori 44 contagi tra i dipendenti, per un totale di 927 persone attivamente infette. Il Primo Ministro Janez Janša ha visitato il Centro clinico universitario di Maribor. Come ha scritto su Twitter, ha parlato con la direzione dell’ospedale della situazione relativa all'epidemia di Covid-19 e dei necessari investimenti per aumentare le capacità sanitarie nella città e nella regione. In serata si è anche incontrato con il sindaco di Maribor e ha annunciato una visita del governo per gennaio.

Intanto nel Paese scoppia una polemica contro il Parlamento il quale nei giorni scorsi ha approvato con 48 voti favorevoli e 36 contrari, con 85 deputati presenti, la legge che prevede fondi per gli investimenti nelle Forze armate slovene negli anni dal 2021 al 2026. La norma prevede 780 milioni di euro di fondi aggiuntivi per investimenti militari nei prossimi sei anni, la maggior parte per l'acquisto di veicoli corazzati e per la costituzione di un nuovo battaglione. Il ministro della Difesa Matej Tonin ha più volte sottolineato che la sopravvivenza a lungo termine delle forze armate slovene dipende da questa legge. Secondo lui, gli investimenti previsti includono quelli realmente necessari, compreso l'equipaggiamento personale dei soldati e l'ammodernamento delle infrastrutture o caserme.

Apriti cielo. L’opposizione è insorta cavalcando anche il malumore di gran parte della popolazione costretta a immani sacrifici per combattere il Covid-19 che contesta il fatto che i 780 milioni non siano stati investiti nella sanità o in aiuti alle categorie economiche più in crisi a causa della pandemia. E così Levica (Sinistra) e i socialdemocratici (Sd) hanno iniziato subito la raccolta delle 2.500 firme necessarie per indire un referendum abrogativo della norma che assicura i 780 milioni alle Forze armate. Il termine per la raccolta di firme è di sette giorni, ma in poche ore i promotori ne hanno già incassate parecchie centinaia. Se il referendum andasse in porto potrebbe essere una spallata killer per il governo Janša, —

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