Case del popolo, la resistenza degli ultimi fortini comunisti

Tra attività culturali, ricreative e un bicchiere di vino, i ritrovi di Ponziana, Longera, borgo San Sergio e Servola hanno conservato una loro vitalità
Di Maurizio Lozei
Foto Bruni 26.04.14 S.Giacomo:circolo culturale Gramsci
Foto Bruni 26.04.14 S.Giacomo:circolo culturale Gramsci

Nella giornata in cui si commemora la Liberazione, i “compagni” comunisti, quelli che con la falce e martello orgogliosamente ancora si identificano, si danno da fare ai fornelli e ai tavoli per soddisfare i bisogni proteici degli ospiti. Sfruttano in Sottolongera, nella spaziosa e organizzata Casa del Popolo “Giorgio Canciani” di via Masaccio, quegli ambienti esterni che ben si adattano a accogliere intere compagnie e famiglie entusiaste nel brindare a quel 25 aprile che rappresenta ancora un Valore da preservare e tramandare.

Si festeggia anche a Borgo San Sergio, nella casa “sorella” dedicata alla memoria di Palmiro Togliatti, dove i Comunisti italiani convivono con gli stretti parenti di Rifondazione. Anche alla Casa del Popolo “Antonio Gramsci” di via Ponziana, a due passi dalla nuova pista ciclabile sangiacomina e della ristrutturata “casa del sinter”, le due anime comuniste convivono proponendo a un'utenza variabile idee e azioni. A Zora Perello, perita nel campo di concentramento di Ravensbruck nel febbraio del 1945, è intitolata la Casa del Popolo di Servola, un'altra struttura storica dei comunisti triestini dove agisce il Circolo Falisca, dove funziona un cineclub e tanto altro ancora.

E' questo il patrimonio concreto della sinistra triestina, quella che dopo lo scoglimento del Pci ha continuato a credere in quel lavoro di sensibilizzazione e aggregazione che fa riferimento a delle strutture solide, fatte di ambienti e spazi aperti, luoghi fisici da dove promuovere il proprio credo e le diverse iniziative. «Siamo aperti a tutti e sempre pronti a discutere e a confrontarci – afferma Sergio Perini, responsabile della casa di Borgo San Sergio – interessati a dialogare e a ospitare operatori e sindacati. La nostra forza è rappresentata dalla nostra autonomia».

«La chiave della nostra sopravvivenza sta nell'impegno dei nostri volontari – spiega il segretario provinciale Peter Behrens. Nel giorno della Liberazione e il primo maggio qui a Sottolongera c'è il pienone. Feste e iniziative ci aiutano a rimpolpare le casse, ma la vera nostra forza sta nell'abnegazione e nel servizio che i nostri tesserati prodigano il resto dell'anno. Le spese di gestione sono tante – continua Behrens – e colgo l'occasione per informare come le nostre istituzioni territoriali siano tenute da sempre al pagamento dell'Imu. Una precisazione per chi erroneamente credeva che fossimo esenti da questo obbligo fiscale. Come mai le Case del Popolo triestine appartengono a Rifondazione e ai Comunisti Italiani? Allo scioglimento del Partito Comunista il patrimonio triestino è stato diviso in due parti – afferma Behrens – Noi di Rifondazione abbiamo continuato a credere in un radicamento sul territorio che si traduce nel mantenimento di punti di aggregazione e dialogo con la comunità. Una scelta che costa soldi e sacrificio ma che si inquadra perfettamente in quella scelta comunista che significa sostanzialmente lottare per la povera gente, per l'intera comunità. Sarà un'utopia, ma noi ci crediamo ancora!»

A Sottolongera la casa del popolo sorse dapprima in una baracca di legno di via Lotto. Dopo aver subito un incendio doloso, la struttura è risorta nella vicina via Masaccio. «Con i soldi dell'assicurazione e i contributi degli associati e una donazione negli anni settanta abbiamo rilevato una vecchia osteria che recentemente è stata intitolata a Giorgio Canciani. Proponiamo incontri, seminari, corsi, c'è il cineclub “Charlie Chaplin”. Mettiamo a disposizione giornali e biblioteca. Teniamo duro in tempi oscuri».

La Casa del Popolo di Ponziana ospita al piano terra un frequentato punto di ristoro. Al piano superiore operano il circolo culturale “Tina Modotti”, le sezioni dell'Anpi e dell'Associazione Italia–Cuba. E' una struttura dove le attività fervono, grazie alla sua capacità di relazionare costruttivamente con le altre realtà territoriali. «Anche noi organizziamo eventi e corsi per la popolazione. Siamo collegati con il progetto Microarea dell'Azienda Sanitaria - informa Claudio Sibelia, consigliere circoscrizionale, poeta dialettale e animatore del “Tina Modotti.”

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