Case da recuperare in Fvg, 27 milioni sul piatto

Gli stanziamenti per il maxi progetto di riqualificazione edilizia su 2.200 alloggi. Due bandi: 1.500 le richieste da privati
La ripresa non c’è per l’edilizia
La ripresa non c’è per l’edilizia

TRIESTE. Parte il maxi progetto di riqualificazione edilizia degli stabili abbandonati. La giunta Serracchiani, in attesa della riforma del “pianeta casa”, è pronta a dare risposta alle centinaia di domande pervenute agli uffici della Regione per ristrutturare alloggi sfitti.

I numeri Sono 2.200 gli appartamenti che di qui ai prossimi mesi rientreranno nei programmi di riuso. Settecento di questi sono immobili di privati, sparsi in ben 60 Comuni del Friuli Venezia Giulia, mentre i restanti 1.500 sono di proprietà Ater. I finanziamenti, come noto, possono essere impiegati anche per i lavori di efficientamento energetico. Rifare gli impianti e gli infissi, insomma, per risparmiare su luce, acqua e gas. Il recupero di edifici degradati, tanto nei centri urbani quanto nelle periferie, è un preciso indirizzo politico imboccato dall’assessore Mariagrazia Santoro quest’anno.

L’assessore «È frutto di un lavoro importante - osserva Santoro - per dare risposte al tema abitativo. Non è un risultato scontato e nemmeno dovuto, almeno non nelle previsioni iniziali, ma ci siamo accorti che questa è una misura che coglie nel segno delle reali necessità. È un modo per ridare abitabilità a ciò che non era più utilizzato - aggiunge - per noi quindi non è una spesa, bensì un investimento visto che riteniamo che la possibilità di poter usufruire di un alloggio già esistente, ma che ha solo bisogno di essere sistemato, sia un vantaggio per l’intera collettività. Perché in questo modo si riqualificano i centri storici e le periferie o i piccoli paesi. Il provvedimento ha anche altre valenze - ci tiene ad evidenziare l’assessore - dal momento che, ricordo, il punteggio più alto viene attribuito a chi mette a posto la prima casa oppure all’impresa che, in convenzione col Comune, mette a disposizione l’immobile a un prezzo calmierato. D’altro canto, così facendo, diamo un contributo decisivo per rimettere in moto l’edilizia e soprattutto le piccole e medie imprese visto che gli interventi sono di entità ridotta».

Le domande Per il bando di riuso, quello dedicato ai privati, sono arrivate in tutto 1.500 domande. Lo stanziamento complessivo della giunta ammonta a 11,5 milioni di euro, con cui si potrà dare risposta a circa 700 alloggi in tutto il territorio del Friuli Venezia Giulia. Sedici milioni di euro, di cui 13,5 milioni da finanziamento statale e 2,5 milioni da fondi regionali, serviranno invece a finanziare interventi di recupero di oltre 1.500 immobili di edilizia residenziale di proprietà delle Ater o dei Comuni al di sopra dei 5.000 abitanti.

Il contributo è finalizzato al recupero di alloggi sfitti o al miglioramento energetico degli alloggi, come nel caso dei privati. Per gli interventi di manutenzione straordinaria sulla prima casa, finalizzati alla messa a norma di impianti tecnologici (compreso pure in questo caso il risparmio energetico), la dotazione ammonta invece a 4,3 milioni di euro regionali.

I dettagli Tra le novità del bando rientra la possibilità di includere nel finanziamento gli interventi di domotica per migliorare i sistemi di automazione e di controllo del riscaldamento. Risorse, infine, pure sul Fondo sociale per aiutare i più bisognosi a pagare l’affitto: 11,4 milioni di euro sono previsti per chi abita in case Ater, 8,6 milioni di euro per le locazioni private. Attualmente sono state soddisfatte oltre 8.000 domande presentate dai cittadini tramite i servizi sociali comunali.

La morosità incolpevole Nel “pacchetto casa” della Regione per quest’anno sono previsti, ancora, 1,4 milioni di euro per affrontare il delicato tema della “morosità incolpevole”. Persone senza lavoro che non ce la fanno più a pagare l’affitto. «Il prossimo passo - anticipa Santoro - toccherà alla riforma delle politiche abitative, in cui prenderemo atto di tutti i cambiamenti intervenuti in questo periodo e delle nuove emergenze sociali».

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