Case Ater, scoperti 160 falsi redditi

Dichiarazioni incomplete per ottenere affitti a prezzo più basso segnalate alla Procura. C’è chi aveva l’appartamento a Grado
Di Gianpaolo Sarti
Lasorte Trieste 18/07/12 - Carcere Coroneo, Protesta Detenuti
Lasorte Trieste 18/07/12 - Carcere Coroneo, Protesta Detenuti

La fame di casa che si trasforma in imbroglio. Pur di conquistare un punticino in più, magari proprio quello che manca per scalare la graduatoria e ottenere un appartamento, o per pagare affitti ribassati. La Procura della Repubblica ha ora sulla scrivania 160 fascicoli, con i nomi e i cognomi di chi ha denunciato solo parzialmente la propria situazione reddituale. Tutti casi segnalati dall’Ater che ha esaminato le 5 mila e 900 domande dell’ultimo bando pubblicato dall’ente. Richieste pervenute in questi ultimi mesi negli uffici di piazza Foraggi, a cui si aggiungono le dichiarazioni rese dai 11.500 inquilini per la ridefinizione dell’affitto. Nel dettaglio, dei 160 casi all’attenzione dell’autorità giudiziaria, 70 riguardano le pratiche per l’alloggio, mentre le altre 90 interessano la documentazione consegnata nei censimenti biennali ai fini del calcolo del canone di locazione. L’Ater ha riscontrato irregolarità e così è scattato l’esposto in Procura. Per entrambi i filoni adesso si dovrà distinguere i banali errori avvenuti in fase di compilazione, dai tentativi di falsificare con lo scopo di ricevere vantaggi. Se l’indagine certificherà il dolo nelle operazioni, da parte dell’Ater parte l’immediata procedura di decadenza dell’assegnazione con il conseguente annullamento della posizione in graduatoria. È l’ente che, servendosi di due addetti a tempo pieno, svolge i controlli. Lo fa in modo certosino, nel momento in cui sta per concedere l’alloggio, verificando tutte le indicazioni reddituali inviate dalle famiglie. I dati vengono incrociati con quelli in mano all’Anagrafe tributaria dell’Agenzia dell’entrate con cui c’è un collegamento automatico. Un sistema che funziona da anni e che è stato rafforzato sotto l’ultima presidenza di Rocco Lobianco, che ha lasciato l’incarico in seguito alle divergenze con gli obiettivi di riforma indicati dalla Regione. «Parliamo di una doverosa routine - puntualizza il direttore Giorgio Ceria - credo comunque che le segnalazioni che abbiamo inviato alle autorità competenti siano in una percentuale molto bassa rispetto a quanto avviene in altre regioni. A Trieste non c’è una situazione patologica, ma l’attenzione resta alta e riusciamo a intercettare tutti». Il meccanismo è noto: per arrivare a un gradino superiore nella lista dei potenziali beneficiari può essere sufficiente dichiarare 50 o 100 euro in meno. Anche una cifra così bassa, in fase di concorso, può modificare il punteggio, talvolta in modo determinante rispetto ad altre persone. «Mettere al corrente la Procura per noi è un atto dovuto - ricorda Ceria - se non lo facessimo saremmo noi in torto». È una legge dello Stato che prevede espressamente questo genere di operazioni: la 513 del ’77. Attraverso questa norma le Ater possono avvalersi del supporto degli enti di controllo tributario. E pure delle forze dell’ordine perché, a ben vedere, il “furbetto” è sempre in agguato: sub-affitti, separazioni fittizie per guadagnare punti in graduatoria, chi chiama in casa a vivere parenti, amici o conoscenti magari facendosi pagare parte della locazione. O, ancora, chi abita in un condominio Ater ma poi si scopre che è proprietario di un appartamento a Grado o a Lignano per le vacanze. Proprio per prevenire e arginare fenomeni di questo tipo l’Ater ha aperto una collaborazione con la Polizia municipale che agisce con periodici appostamenti in modo da appurare che tutto sia regolare. «La tendenza a comportarsi scorrettamente esiste ovviamente anche a Trieste, anche se in misura ridotta», ribadisce il direttore. «Ecco perché non dobbiamo mai tenere gli occhi chiusi e cercare di mantenere basso il trend di chi è scorretto». Difficile che gli “errori” avvengano per mano di persone anziane, tanto più se triestine. «Loro hanno una mentalità asburgica - scherza Ceria - non sbagliano mai».

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