Case Ater, scatta il piano “anti furbetti”

Controlli a tappeto per accertare i redditi degli inquilini e calibrare gli affitti. Bandi per i nuovi alloggi in fase di definizione
Di Gianpaolo Sarti
Foto Bruni 30.01.13 Nuove case ATER in via Pellitzer
Foto Bruni 30.01.13 Nuove case ATER in via Pellitzer

TRIESTE. Controlli a tappeto per verificare i redditi degli inquilini Ater. L’operazione è scattata per l’intero territorio regionale e investirà anche realtà complesse come Trieste che, come noto, dà risposta a quasi 11 mila abitanti e che finora si muoveva con accertamenti a campione. Il sistema “a tappeto”, nel capoluogo, veniva applicato soltanto al momento delle assegnazioni degli alloggi ai beneficiari iscritti in graduatoria. D’ora in avanti, invece, toccherà anche gli abituali censimenti biennali effettuati su chi possiede già un appartamento in affitto. La condizione reddituale, da registrare in un apposito modulo inviato dagli uffici dell’ente, viene poi messa a confronto con i dati in mano all’Agenzia delle entrate.

È una delle novità contenute nella legge di riforma Ater, in questi giorni all’esame delle Commissioni consiliari e che prevede, oltre alla nascita di una Commissione regionale per le politiche socio-abitative pensata per rispondere alle nuove emergenze abitative, anche la nomina di 5 amministratori unici. Dal punto di vista politico ciò significa dire addio, per ora, all’ente unico prefigurato dall’ex presidente della Regione Renzo Tondo. Di conseguenza anche al cda composto da 10 consiglieri e al presidente Claudio Serafini. Sono i primi passi della riforma Serracchiani in tema di edilizia pubblica che, per quanto riguarda i cittadini, ha immediati contraccolpi sugli affitti: stanare chi certifica il falso o chi, ad esempio, si trova a guadagnare meglio ma paga comunque un canone troppo basso. O, addirittura, a non avere più il diritto di ricevere la casa perché, visto il reddito, potrebbe tranquillamente rivolgersi al mercato privato. I dati rilevati saranno utilizzati per calibrare gli affitti del 2014. «Vogliamo pari condizioni e procedure uguali per tutti - osserva l’assessore competente Mariagrazia Santoro alle prese con il progetto di riorganizzazione del settore -. Non trovo corretto – afferma – che in alcune Ater del Friuli Venezia Giulia si controllassero tutti, in altre invece si procedesse a campione. Mi sembra assolutamente sbagliato non considerare questo nella riforma. Sarebbe una legge a scatola chiusa che non tiene conto di questi aspetti, decisamente importanti per quanto ci proponiamo di cambiare». Il piano che ha in mente l’assessore porterà a una completa rivisitazione delle funzioni amministrative e informatiche, da accomunare il più possibile. E, per gli utenti, a nuove modalità di determinazione degli affitti, compresi i controlli appunto.

In futuro, approvata la riforma, conteranno Isee, tipo di alloggio, spese di condominio, vetustà dell’edificio e la presenza o meno di ascensori. Si tratta di un “Piano di convergenza” con cui mettere insieme procedure, iter, bandi, tariffe e quant’altro in tutto il Friuli Venezia Giulia. Ieri la Quarta Commissione ha dato anche parere favorevole alla delibera della giunta che dà il via alla ripartizione prevista sul fondo per l'edilizia residenziale destinata all'edilizia agevolata, cioè gli aiuti per la prima casa. La somma, già accantonata nell’ultimo assestamento di bilancio, per il 2013 è pari a quasi 6,5 milioni di euro. Inoltre, con l’approvazione della nuova legge regionale sul welfare (che ieri ha ricevuto il via libera delle Commissioni) proposta dal centrosinistra, la Regione potrà mettere in regola anche i bandi per i nuovi alloggi. I limiti di residenzialità imposti dalla norma varata nella scorsa legislatura, avevano infatti ostacolato la regolarità delle procedure. Per questo motivo, ad esempio, il bando pubblicato nel 2010 a Trieste (dove sono attualmente ancora in corso le assegnazioni) aveva dovuto subire un rallentamento, risolto in un momento successivo con la scelta di non applicare, di fatto, quanto previsto dalla precedente norma, contestata da Corte Costituzionale, Consiglio dei ministri e Commissione europea.

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