CasaPound “minaccia” il raduno bis a Fiume
ZAGABRIA È bastato l’annuncio a scatenare la polemica. Questa settimana, il gruppo “CasaPound Italia Trieste” ha pubblicato sulla sua pagina Facebook l’avviso di un concerto che si terrà il prossimo 3 novembre a Fiume per celebrare la vittoria italiana nella Prima guerra mondiale. Il partito di estrema destra elenca online i nomi delle band che si esibiranno nel capoluogo del Quarnero (“Zetazeroalfa”, i “Fantasmi del passato” o ancora “Wild Alley”) e precisa che il concerto inizierà alle 21. Ignoto, invece, il luogo dello spettacolo. L’evento farà seguito al “Corteo per il centenario della vittoria italiana” organizzato da CasaPound a Trieste sempre il 3 novembre. Nelle intenzioni del movimento neo-fascista, ci sarebbe dunque il progetto di un concerto conclusivo in trasferta a Fiume, dove far convergere i militanti arrivati da tutta Italia per il corteo triestino.
La notizia, ripresa da Novi List, ha subito agitato gli internauti croati. Se il giornale fiumano parla di una «provocazione mai vista», su internet i commenti si sprecano tra chi rispolvera il motto jugoslavo “morte al fascismo e libertà al popolo” e chi minaccia di dare un benvenuto violento a CasaPound. Ma non solo. Un controevento è già stato lanciato dal gruppo “AntiFa Istra & Kvarner”, che in tre lingue (croato, italiano e inglese) invita i fiumani alla mobilitazione. «Ne abbiamo già abbastanza dei fascisti nostrani, non ci servono anche quelli italiani», si legge sulla pagina Facebook del movimento antifascista. Parte così l’invito alla “buona gente di Fiume” a «localizzare i locali che ospiterebbero i fascisti provenienti dall'Italia», al fine di non permettere «ai fascisti italiani di passeggiare liberamente a Fiume!». Il messaggio è stato condiviso 420 volte.
Ecco che in un momento in cui le autorità italiane e croate celebrano delle relazioni bilaterali “ottime”, CasaPound viene a gettare benzina sul fuoco. Appena qualche giorno fa, la collaborazione tra i due Stati ha portato alla tumulazione a Udine di sette connazionali uccisi a Castua dai partigiani titini nel 1945 e qualche settimana fa, il comune di Fiume ha accettato di reintrodurre le targhe bilingue, comportando anche la doppia scritta “Fiume/Rijeka” all’ingresso della città. Inoltre, in vista del 2020, quando il capoluogo quarnerino sarà “Capitale europea della Cultura”, si sta anche preparando un programma dal titolo “Fiume, porto della diversità”. Insomma, il contesto bilaterale attuale è oggi agli antipodi rispetto all’iniziativa di Casapound, che intende festeggiare la “vittoria” del 1918, ignorando forse che, proprio in queste zone, molti italiani combatterono, volenti o nolenti, con la casacca austro-ungarica.
Rimane poi la possibilità che si tratti solo di una provocazione, buona per recuperare qualche “Mi piace” sui social network. La pensa così Mario Zaccaria della sezione fiumana del partito croato Radnicka Fronta (Fronte operaio). «Non penso che CasaPound verrà davvero a Fiume. Da un lato, dubito che le autorità croate autorizzerebbero un concerto chiaramente irredentista, dall’altro gli organizzatori si troverebbero contro non soltanto gli antifascisti croati, ma pure i nostri nazionalisti!», esclama Zaccaria divertito. Insomma, il concerto fiumano potrebbe anche non tenersi mai, ma resta il fatto che l’iniziativa di CasaPound provocherà delle tensioni davvero non necessarie. Va detto peraltro che il 3 novembre Trieste ospiterà anche una manifestazione antifascista a cui parteciperà anche il Fronte operaio croato. —
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