CasaPound e Saviano contatto ravvicinato Il prefetto: sì al corteo

CasaPound e Roberto Saviano il pomeriggio di sabato 23 maggio saranno separati soltanto da pochi metri. Alle 17.30 alla Tenda Erodoto, nell’ambito del festival èStoria, il giornalista terrà il suo intervento dal titolo “Leggere per resistere al male”.
Più o meno negli stessi minuti è prevista la sosta del corteo di CasaPound al monumento al Fante di via Cadorna dove verrà deposta una corona d’alloro. Il corteo è stabilito parta alle 16.30 dal piazzale Casa Rossa.
Sale intanto la temperatura per la manifestazione dell’associazione culturale di destra.
Ieri c’è stata una clamorosa presa di posizione dei sindaci del Monfalconese. «Come sindaci - si legge in una nota congiunta - siamo molto preoccupati per le possibili conseguenze del corteo organizzato da CasaPound a Gorizia, specialmente perché avviene in concomitanza con le celebrazioni del centenario della Grande guerra e la visita del presidente della Repubblica». È la posizione assunta dai sindaci di Monfalcone, Staranzano, Ronchi, Turriaco, San Canzian, Sagrado, Doberdò e San Pier d'Isonzo, che invitano la popolazione a non prendere parte alla manifestazione del 23 maggio. «Non abbiamo bisogno di creare inutili tensioni, quando un evento importante come la celebrazione del Centenario è stato organizzato e condiviso da tutti. Vogliamo prendere decisamente le distanze sia da chi crea offesa ai monumenti, sia da chi minaccia la democrazia con un revisionismo che non trova alcuna giustificazione tranne quella di creare rancore e conflitti, messaggio esattamente contrario a quello di pace e unione che il Centenario vuole veicolare».
Sulla presa di posizione degli amministratori bisiachi la dichiarazione del prefetto Vittorio Zappalorto: «Il corteo non può essere negato. L’associazione CasaPound è un’associazione politica come tante altre e ha diritto di manifestare il proprio. Lo prevede la Costituzione. La manifestazione è lecita e non possiamo in alcun modo vietarla».
L’appello dei sindaci del Monfalconese non procede certo lungo la strada della distensione. E c’è un precedente preoccupante. Nella seconda metà degli anni Settanta il Movimento sociale del Triveneto scelse il parco di una villa semiabbandonata di Cassegliano - nota come Villa Sbruglio, oggi splendida proprietà privata - per organizzare la festa del partito. I sindaci del Monfalconese, tutti del Pci, si opposero e impedirono fisicamente l’accesso alla villa. Seguirono tafferugli, cariche della polizia e feriti.
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