CasaPound “debutta” in Municipio e oscura la fotografia di Mattarella

Sgarbo istituzionale in occasione del comizio elettorale nella Sala Tergeste. Oltraggiata anche la bandiera europea
Silvano Trieste 2019-05-18 Comizio di CasaPound e antagonisti
Silvano Trieste 2019-05-18 Comizio di CasaPound e antagonisti

TRIESTE «Che facciamo di questa bandiera? La buttiamo? C’è anche Mattarella». Francesco Clun, candidato triestino alle elezioni europee per CasaPound Italia Destre Unite, è appena entrato nella Sala Tergeste del Municipio accolto con cortesia dalla dipendente comunale. E mentre le quattro poltroncine rosse solitamente sistemate davanti vengono tolte di mezzo dagli attivisti (non c’è nessun matrimonio o unione da celebrare), leader e alcuni militanti risistemano le bandiere. Quella europea con la relativa asta viene piazzata dietro al tricolore e giusto davanti alla foto del presidente della Repubblica, in modo da oscurarlo ai presenti. Una sgarbo istituzionale gratuito che nessuno però si preoccupa di rimediare. La rappresentante del Comune non dice nulla, lascia fare e si ritira nell’altra stanza a leggere un libro. L’amministrazione comunale, che ha concesso la sala a norma di legge, si disinteressa dell’uso che ne viene fatto.

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«Bruciamola. Buttiamola in un “scovazon”», i suggerimenti della platea sul destino della bandiera blu con il cerchio di stelle. Davanti al tavolo, infatti, ne appare un’altra di bandiera europea barrata però da una X rossa tracciata a mano. Nella forma e nei colori potrebbe fare pensare al vessillo sudista degli Stati Uniti d’America. «Facciamo un’unione civile io te. Pensa che bambini orrendi verrebbero» ,scherza sempre Clun con Ettore La Spina che ha l’onore di presentarlo ricordando la funzione principale dell’ex sala matrimoni diventata sala Tergeste con l’arrivo delle unioni civili. «Questo spazio comunale ci è concesso per legge. E noi vogliamo occupare tutte le sede istituzionali. Ce lo garantisce la nostra Costituzione democratica e sovranista. Quelli che protestano in piazza sventolando la costituzione non lo vogliono capire», attacca il responsabile provinciale di CasaPound dopo aver oscurato il presidente della Repubblica. La manifestazione antifascista all’esterno viene liquidata alla Salvini con «i soliti quattro scappati di casa che urlano».

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La presentazione del programma elettorale avviene tra gli sbadigli postprandiali. In fondo tutto si sintetizza con un Basta euro e basta Unione Europea. «Votiamo per uscire dall’Unione europea senza se e senza ma», premette La Spina. E, infatti, la tartaruga è rimasta la sola forza politica a volere l’Italexit sull’esempio della “perfida Albione”. La relazione di Clun non scalda troppo la sparuta platea che, nonostante i proclami, sa benissimo di non avere chance per portare il verbo sovranista italiano a Strasburgo. I sondaggi non sono quelli del Brexit Party di Nigel Farage dato al 34% a pochi mesi dalla fondazione. Nel caso italiano si tratterebbe di una doppia “exit”: dall’euro e dall’Unione. E c’è poco da rivendicare la sovranità che appartiene al popolo della Costituzione antifascista per buttare al macero l’Europa. «Uno Stato che cede la sovranità non è più uno Stato. Oggi siamo gli unici a proporre l’uscita dell’Italia con il ripristino immediato dei confini. Solo così riusciremo a dirottare l’ondata migratoria verso l’Austria», spiega lo stratega Clun che smonta il fronte sovranista messo in piedi dalla Lega di Salvini e Fedriga. «Hanno chiuso i porti, ma lasciato spalancato il nostro confine», denuncia il candidato di CasaPound.

La ricetta è facile: «Riprendiamoci il nostro Stato e stampiamo moneta. Ricominciamo a fare figli e a dare lavoro ai nostri disoccupati», ripete il leader di CasaPound. «Fuori dall’Europa c’è il mondo». Russia, Cina e Stati Uniti. Basta scegliere. —


 

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