Casaleggi: «Innovazione, a Trieste il sistema si muove unito»

Il direttore di Area Science Park: fra gli investimenti di quest’anno tre milioni per la genomica. Avanti con l’interazione fra ricerca e impresa, così si crea valore
Stefano Casaleggi, direttore di Area Science Park di Trieste
Stefano Casaleggi, direttore di Area Science Park di Trieste

TRIESTE «La conoscenza prodotta nelle Università e nel mondo della ricerca diventa valore solo se arriva all’impresa». Stefano Casaleggi, direttore di Area Science Park di Trieste, nel confermare per il 2020 il consueto impegno in termini di risorse umane e investimenti – ci sarà tra l’altro l’apertura di una terza sede dopo quelle di Trieste e Salerno, a Milano, nell’area ex Expo –, rileva la motivazione principale: «Si tratta di costruire un ponte verso le aziende».



Come coniugare il lavoro e l’ambizione della ricerca con le esigenze concrete delle imprese?

Facendo al meglio il nostro mestiere. Soprattutto per le piccole e medie imprese, si rende necessario un intermediario del trasferimento tecnologico.

Avete contribuito al terzo posto di Trieste nella classifica del Sole 24 Ore per presenza di startup innovative. Che anno è stato il 2019 per Area?

Sono passaggi che fanno piacere, merito anche di tanti altri soggetti. Simili risultati si raggiungono se si lavora assieme. Noi anche quest’anno abbiamo fatto la nostra parte, ma il segnale è di un ecosistema che si muove nella stessa direzione.

Dalla mano bionica alla video-cuffia: in pista a Las Vegas le startup di Area
epa04011679 Attendees wear the Sony technical prototype of Free angle viewer by Head Tracker at the Las Vegas Convention Center at the 2014 International CES (Consumer Electronics Show) in Las Vegas, Nevada, USA, on 07 January 2014. CES, the world's largest annual consumer technology trade show which runs from 7-10 January and is expected to feature 3,200 exhibitors showing off their latest products and services to about 150,000 attendees. EPA/MICHAEL NELSON


Il 2020 vedrà il capoluogo capitale della scienza. Il sistema è pronto per l’appuntamento?

So che ci sta lavorando in maniera incredibile il professor Fantoni, ma anche in questo caso tutti gli enti stanno dando un loro contributo. È un’occasione così importante che non ci possiamo permettere di fallire.

Tra i progetti in cantiere ce n’è uno per la montagna. Di che si tratta?

Lo condividiamo con la Regione, che lo ha lanciato, ma anche, tra gli altri, con le Università, Confindustria ed enti montani. Vogliamo portare le tecnologie in territori più difficili di altri per migliorare la qualità della vita delle persone e ridare opportunità di attrazione di capitali e investimenti per nuove imprese. L’obiettivo è anche evitare lo spopolamento di quelle zone.

Quali i vostri investimenti nel corso dell’anno?

Saranno in linea con quelli del 2019. Tre 3 milioni di euro per la genomica e altri 1,5 milioni per l'innovazione di processo.

Generare nuova impresa, sviluppare infrastrutture di alta tecnologia, supportare i processi di innovazione. La vostra mission rimane questa?

Senz’altro sì. La si declina per esempio nell’attivazione della piattaforma IP4Fvg, il digital innovation hub del Friuli Venezia Giulia, aperto e inclusivo, che riunisce 25 partner regionali e mira a supportare la trasformazione digitale delle imprese del territorio. Tra le cose fatte, Cantiere 4.0, con più di 650 operatori del settore delle costruzioni sensibilizzati sul tema, e Fari Manifatturieri, una novantina di imprese valutate, di cui 19 saranno premiate già a gennaio. È uno degli asset strategici di Argo.

Proprio con Argo siete capofila di attività che fanno del Fvg un laboratorio nazionale dell’innovazione.

Regione, Miur e Mise hanno individuato in Area il soggetto coordinatore. Ci sono 8,8 milioni a disposizione per fare interagire ricerca e industria.

Le imprese lamentano però carenze di un certo tipo di competenze nel mondo del lavoro. Come risolvere il problema?

Anche qui lo sforzo dovrà essere comune. Da un lato la regione dovrà essere più attrattiva, dall’altro serviranno politiche corrette per ridurre lo scarto evidente tra domanda e offerta.

L’occupazione in Area?

Nel 2018 abbiamo stabilizzato il precariato. Quest’anno abbiamo assunto una quarantina di giovani e proposto al ministero un piano per altri quaranta. —


 

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