Casa per anziani a Gorizia, 22 famiglie da agosto senza gas

Lo stabile abbandonato a se stesso. Racconta un condomino: «C’era un forte odore di metano e quindi abbiamo chiamato i tecnici. C’erano delle perdite, hanno chiuso tutto. E adesso?»
Bumbaca Gorizia 27_09_2016 Edificio del Comune senza gas © Fotografia di Pierluigi Bumbaca Bumbaca Gorizia 27_09_2016 Edificio del Comune senza gas © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 27_09_2016 Edificio del Comune senza gas © Fotografia di Pierluigi Bumbaca Bumbaca Gorizia 27_09_2016 Edificio del Comune senza gas © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Cucinano con l’ausilio di fornelletti elettrici. O, in alternativa, mangiano qualche panino.

Non è la descrizione di una comitiva in campeggio. Ad essere costrette ad effettuare pasti “di fortuna” sono una ventina di famiglie (molte delle quali formate da un solo componente) che alloggiano alla casa per anziani di via Campagnuzza, a Gorizia. E non si tratta di una scelta deliberata. Devono fare così: sono costretti a comportarsi in questo modo perché l’erogazione del gas è interrotta, dicono, da 45 giorni. E la pazienza, ormai, ha raggiunto il livello di guardia.

A farsi portavoce di tanto disagio è Sergio Uva, uno degli inquilini più arrabbiati, che ha contattato la nostra redazione per chiedere aiuto e sfogarsi. L’interlocutore è il Comune. E a sentire Uva è diventato un “muro di gomma”. «Le cose stanno così. A metà agosto iniziammo a percepire un forte odore di gas che si propagava in tutta l’area. Abbiamo chiamato l’ufficio tecnico comunale, chiedendo un pronto intervento».

Il giorno successivo, continua a raccontare l’inquilino, è arrivato il tecnico delle caldaie che, però, non ha riscontrato alcuna anomalia particolare. «A quel punto, c’è stato il sopralluogo sia dei tecnici delle aziende che si occupano della distribuzione del gas sia dei dipendenti degli uffici tecnici comunali. È stato in quell’occasione che sono state scoperte più perdite nelle condutture del gas».

 

 

La strada pareva essere, a quel punto, in discesa. «Hanno interrotto l’erogazione del gas. L’intenzione era di effettuare in tempi brevi i lavori, ripristinando la funzionalità dell’impianto per un’ora al giorno, in maniera tale da dare la possibilità agli inquilini di farsi da mangiare. Ma, alla fine, l’intervento non è stato effettuato e l’erogazione del gas, senza alcun temporaneo ripristino, è rimasta interrotta per 45 giorni».

Lunedì scorso doveva essere uno “snodo” importante. «Mi avevano assicurato dal Comune che la questione si sarebbe finalmente sbloccata - attacca Uva -. Ma tutto è rimasto fermo. Mi hanno detto che servono un sacco di soldi che, in questo momento, non... ci sono. Non volevo credere alle mie orecchie: ho avvisato i tecnici comunali che avrei contattato la stampa ma tutto è rimasto al punto di prima».

In una vicenda che sfiora l’incredibile c’è un elemento positivo. Il guasto non compromette la funzionalità dell’impianto di riscaldamento. A quanto pare, le linee sono indipendenti una dall’altra. D’accordo, in questo periodo, non fa certamente freddo ma se la vicenda si dovesse dilungare, quantomeno c’è la garanzia che le case potranno essere riscaldate.

Intanto, c’è la quotidianità: una quotidianità fatta di... fornelli elettrici e panini. «Siamo stati costretti ad organizzarci in questa maniera - lamenta ancora Uva - e, francamente, non è un bel vivere. Si va avanti lo stesso ma sarebbe opportuno che dopo quarantacinque giorni di attesa venga ripristinata l’erogazione del gas». Il problema, a sentire Uva, sta riguardando 22 appartamenti che equivalgono ad altrettante famiglie anche se, in molti casi, si tratta di nuclei costituiti da una sola persona.

E il Comune di Gorizia? Silvana Romano, assessore comunale al Welfare, fa sapere che la questione è nota. E chiede ancora un briciolo di pazienza. «Non è un problemino di poco conto. L’impianto è vetusto e va messo tutto a norma. In un primo momento, avevamo pensato di installare fornelli a induzione ma ciò avrebbe comportato l’utilizzo di pentole speciali, non comuni. Inoltre, avremmo dovuto anche istruire gli anziani inquilini a utilizzare questo nuovo tipo di apparecchiature. A quel punto, abbiamo optato per un’altra soluzione ma stiamo attendendo con trepidazione l’arrivo di nuove valvole per mettere in sicurezza l’impianto. Siamo perfettamente consapevoli del disagio procurato alle persone ma chiediamo ancora un po’ di pazienza. È un intervento complicato. Ma quello che deve essere chiaro è che non stiamo sottovalutando la questione. Potrei mostrarvi le tante mail in mio possesso sull’argomento».

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