Casa Maier diventa spazio dove coltivare il talento

Da dimora di una ricca famiglia ausburgica di fine ‘700 a rimessa delle barche, campo da squash e, in tempi recenti, sede dell’associazione giovanile Etnoblog. È la parabola di casa Maier - lo storico edificio di via di Cavana, con ingresso anche da via Madonna del Mare 3 -, che ora, grazie all’impegno di un gruppo di ragazzi, tornerà a nuova vita anche nella parte retrostante. L’immobile cambierà pelle e lo farà all’insegna dell’internazionalità grazie a “The Hub”, un “incubatore d’idee” che, dopo Milano e Rovereto, approda anche a Trieste.
Il compito di delineare il nuovo volto dell’edificio è stato affidato a numerosi professionisti di alto livello impegnati da giorni, assieme e una cinquantina di allievi delle migliori scuole italiane, nel workshop internazionale intitolato “Re-Hub”. Ma, in concreto, cos’è “The Hub”? Prima di tutto, la realizzazione di un sogno. Quello di sette under 30 (Riccardo Sabatini, Luca Escoffier, Stefania Quaini, Marco Svara, Claudio Sartor, Marco Barbariol, e Albi Enesi), provenienti da realtà diverse ma accomunati dalla stessa volontà: portare a Trieste, «periferica rispetto all’Italia ma baricentrica rispetto all’Europa», uno spazio d’incontro che sia al tempo stesso fisico e virtuale in cui «giovani con nuove idee possano trovare occasioni di lavoro, connessioni con professionisti e investitori nonché una sede di eventi e workshop in grado di rendere reale anche il progetto più ambizioso».
Un’idea, questa, che i promotori del progetto portano avanti da più di un anno. Hanno studiato la realtà cittadina scoprendo che «qui c’è ancora un potenziale inespresso». L’obiettivo di “The Hub” è proprio questo: mettere in contatto giovani e start up con i grandi incubatori d’impresa del territorio, da Area Science Park a Friulia. Come riuscirci? Mettendo a disposizione uno spazio fisico dove poter lavorare scegliendo, grazie ad un forfait al mese, una postazione di lavoro fissa o a ore, ma anche servizi come zona ristoro, connessione wifi, aree relax e lettura, e attività di consulenza garantite da un gruppo di professionisti che offriranno consigli tecnici, legali, di strategia. Uno spazio “da e per” la città, quindi, dove andare a vedere mostre o seguire eventi, che entrerà nella rete internazionale di The Hub, che conta già 31 realtà “affiliate” fra cui San Francisco, Londra e New York. La prima uscita pubblica della costola triestina di The Hub è prevista oggi, giornata conclusiva del workshop “Re- Hub”: dalle 19.30 il pubblico potrà vedere i progetti elaborati nei giorni scorsi e scoprire quale aspetto avrà il futuro incubatore d’idee ricavato a casa Maier.
Viviana Attard
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